[Area] R: le ragioni del mio no

u.nannucci a alice.it u.nannucci a alice.it
Mer 16 Nov 2016 09:22:19 CET


aggiungo che posto che le modifiche costituzionali si applicano alle regioni 
speciali solo "previa intesa", ne deriva che l'unica norma saggia della 
riforma, quella contenuta nell'art 120 ultima parte laddove stabilisce i 
casi di esclusione di titolari di organo di governo regionali in caso di 
grave dissesto finanziario dell'ente, non si applica a codeste regioni; le 
quali pertanto vengono a godere del diritto costituzionale di sperpero di 
denaro pubblico senza limite alcuno. qualcuno ha ipotizzato che questo 
regime di particolare e sconcertante favore dipendesse dal fatto che il voto 
di quelle regioni era necessario per far passare la riforma...

-----Messaggio originale----- 
From: Allegra Stracuzzi
Sent: Tuesday, November 15, 2016 11:45 PM
To: 'Imperato MArco' ; area a areaperta.it
Subject: [Area] R: le ragioni del mio no

Ho letto le ragioni del No di Marco Imperato e le condivido in massima parte
ma dissento su un punto che reputo molto importante e che non posso non
sottolineare.
La "riforma" non "razionalizza" il rapporto Stato Regioni, la riforma
sovverte l'assetto stabilito dall'art. 5 e ci riporta, a detta dei
costituzionalisti fiorentini (De Siervo, Merlini, Grassi, Zaccaria, Caretti
e non solo), ad una organizzazione prerepubblicana, piu' o meno allo Statuto
Albertino.
Questa riforma innanzitutto crea una disparita' immensa tra regioni
ordinarie e speciali e di conseguenza tra cittadini residenti nelle prime e
quelli residenti nelle seconde.
Alle regioni ordinarie viene sostanzialmente tolta la potesta' legislativa
(si trasformano praticamente in enti di spesa) che viene avocata allo Stato
centrale ed i relativi cittadini non avranno piu' voce in capitolo su
questioni come l'assetto del territorio, sanita', urbanistica, beni
culturali, scuola ecc. Non solo ma, a parte la clausola di salvaguardia,
poiche' sono stati riscritti in modo vago anche i criteri di ripartizione su
cio' che rimane alle regioni, si prevede che ci vorranno altri 15 anni di
giurisprudenza della Corte Costituzionale per risolvere gli innumerevoli
conflitti di attribuzione che sorgeranno.
Si rischia la paralisi, con buona pace della tanto decantata
"semplificazione" e dell'efficienza.
Incredibilmente invece le regioni a statuto speciale, non solo mantengono la
attuale autonomia, ma questa e' stata addirittura rafforzata, essendo stato
previsto, nel testo della riforma e quindi costituzionalizzato, il loro
necessario accordo per qualsiasi eventuale modifica futura.
Quindi si e' disegnato uno Stato che, da regionalista, torna unitario, salvo
alcuni "staterelli" federati piu' forti di prima.
Il paradosso poi e' che questa scelta viene fatta nel momento in cui si
decide di creare un senato di consiglieri regionali e sindaci ( che peraltro
non rappresenteranno le autonomie locali ma le rispettive forze politiche)
che non ha competenza in materia di bilancio e quindi di spesa anche
regionale, ma si occupera' di altro (riforme costituzionali, trattati
internazionali ecc.).
Sfugge la logica istituzionale e la coerenza del sistema....
Aggiungo una piccola nota di colore: essendo stata eliminata la norma che
stabilisce l'eta' minima per l'eleggibilita' al Senato (40 anni), rischiamo
di avere un Senato composto teoricamente anche da diciottenni.
Si dovrebbero dire moltissime altre cose ma non e' la sede idonea e mi fermo
qui
A. Stracuzzi
Avv. in pensione

-----Messaggio originale-----
Da: Area [mailto:area-bounces a areaperta.it] Per conto di Imperato MArco
Inviato: lunedì 14 novembre 2016 12:53
A: area a areaperta.it
Oggetto: [Area] le ragioni del mio no

Per quel che potesse interessare, questo è il mio contributo al dibattito
sul referendum de 4 dicembre:



http://nonsologiustizia.blogspot.it/2016/11/le-ragioni-del-mio-no.html



buona settimana a tutti



Marco Imperato




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