[Area] [Nuovarea] Area e i diritti di fine vita

thorgiov thorgiov a libero.it
Gio 2 Mar 2017 17:09:34 CET


Il comunicato di Area effettivamente non costituisce un vulnus per 
nessuno, perchè la stragrande maggioranza dell'opinione pubblica neppure 
se ne è accorta e perchè contiene un equivoco di fondo. Premetto che 
personalmente sono favorevole all'eutanasia, quella vera, e non 
seplicemente al diritto, già previsto a livello costituzionale, di 
rifiutare le cure. Tuttavia non sono d'accordo con il comunicato di 
Area, che sembra partire dal presupposto che sul problema del fine vita 
la politica sia inerte. Non è affatto vero che il Parlamento sia rimasto 
fermo. Le proposte di legge sono state presentate e sono in discussione, 
ma, come dovrebbe essere la regola in una democrazia, sono diverse tra 
di loro. Ricordo ancora il tentativo del Governo del Berlusca  di far 
approvare in pochi giorni una legge in materia di eutanasia, con lo 
scopo di bloccare un provvedimento giurisdizionale che consentiva la 
cessazione delle cure per Luana Englaro, la quale però morì prima che 
l'iter legislativo terminasse. In realtà per l'eutanasia accade quello 
che accade per tanti altri temi : le forze politiche non riescono a 
trovare un accordo. Ciò in Italia purtroppo ( o per fortuna, a seconda 
dei punti di vista ) rappresenta la normalità. Recentemente è stato 
bocciato un disegno di legge costituzionale che, nel bene e nel male, 
accelerava l'approvazione delle leggi. Forse l'accelerava troppo. La 
riforma costituzionale non è andata in porto, perchè si è voluta evitare 
la dittatura di una minoranza, ed anche Area si è schierata 
pubblicamente con i sostenitori del NO. Ma ora non ci si può lamentare 
se continuamente viene esercitato il diritto di veto, con grande 
efficacia, anche da forze politiche che nel Paese sono minoritarie, solo 
perchè non si condividono le loro idee. Proprio Area, che ha sempre 
sostenuto che la Costituzione tutela le minoranze, si lamenta ! Non ha 
senso. Non ha senso che la magistratura associata ( o singole sue 
componenti ) pretendano di stimolare il dibattito tra le forze politiche 
nel Parlamento come se questo dibattito nel Parlamento non ci fosse già. 
I vari partiti stanno discutendo del tema. Questo è il loro lavoro. 
Potrà accadere, anzi è probabile, che non riescano a trovare un accordo. 
Bene, la magistratura non si può sostituire al Parlamento. A ciascuno il 
suo.

FELICE   PIZZI  ( Giudice del contenzioso del Tribunale di Napoli Nord )


Il 02/03/2017 12:19, Oscar Magi ha scritto:
> Caro Antonio e cari tutti, tu dici che nella nostra Costituzione non è 
> previsto ( e quindi non è tutelato) il diritto di richiedere la morte: 
> questa tua affermazione da un lato è vera ( tanto è vero che il codice 
> penale punisce l’aiuto o l’istigazione al suicidio ) da un altro è 
> riduttiva , a fronte delle statuizioni dell’art. 32 della Carta 
> Costituzionale  e, in particolar modo, i limiti che vengono ivi posti 
> per il rispetto della dignità della persona e per la possibilità che 
> la stessa rifiuti i trattamenti sanitari ed il cd. accanimento 
> terapeutico. In poche parole la legge prevede ( e quindi consente) il 
> diritto di morire con dignità  rifiutando le cure : ora tra il diritto 
> di richiedere la morte ed il diritto di morire il confine , come 
> converrai, è piuttosto labile e passa, in estrema sintesi, sul crinale 
> stretto della partecipazione di un terzo alla volontà di morire.
> Ora se questa volontà è una volontà libera e cosciente ( o comunque 
> consapevole e determinata, anche sulla base di una dichiarazione fatta 
> in un momento storico di libertà e consapevolezza) , non si vede il 
> perchè lo stato non debba e possa rispettarla e farla rispettare , in 
> modo chiaro, netto e precisamente indicato e tutelato.
> Dove sta, in questo senso, il mancato rispetto del dettato 
> costituzionale del diritto alla vita ?
> In che modo lo stato abdicherebbe alla sua funzione di tutela della 
> vita ( in tutte le sue forme, anche in quelle più dolorose e 
> difficili) consentendo a chi si trovi in condizioni così estreme di 
> poter porre fine alle sue sofferenze ?
> Come ben sai il suicidio non è punito dal nostro codice penale, 
> nemmeno sotto la forma del tentativo  : in questo senso può dirsi che 
> è permesso , e quindi che non esiste un obbligo di vivere.
> Basterebbe modificare l’articolo del codice penale che prevede una 
> pena molto alta per l’aiuto o l’istigazione al suicidio ( pur 
> mantenendo il reato di omicidio del consenziente) , per consentire una 
> forma di tutela per i casi come quello che abbiamo appena avuto modo 
> di conoscere.
> O comunque, escludendo l’eutanasia, consentire quelle forme di 
> suicidio assistito che sono già da molto tempo consentite in numerosi 
> paesi europei, e la cui mancanza in Italia costringe ( chi può 
> permetterselo) ad emigrare per poter morire con dignità.
> In ogni caso a me non sembra che il comunicato di Area sia in qualche 
> modo interpretabile come un vulnus per nessuno, cattolico o laico che 
> esso sia: il senso della vita , profondo o meno che esso sia, è un 
> patrimonio individuale la cui tutela spetta, in primo luogo, a 
> ciascuno di noi , ma in ultima istanza anche a quel coacervo di 
> principi irrinunciabili che la costituzione richiama, tra cui, con 
> certezza, c’è anche il diritto a morire con dignità.
> cari saluti a tutti.
> oscar Magi
> *From:* antonio.stefani a giustizia.it 
> <mailto:antonio.stefani a giustizia.it>
> *Sent:* Thursday, March 02, 2017 8:56 AM
> *To:* Coordinamento Area <mailto:coordinamentoarea a gmail.com> ; 
> nuovarea a nuovarea.it <mailto:nuovarea a nuovarea.it> ; area 
> <mailto:area a areaperta.it>
> *Subject:* Re: [Nuovarea] Area e i diritti di fine vita
>
> Area è una associazione plurale, che comprende persone e gruppi, con 
> la loro identità ed autonomia.  I principi cui si ispira sono 
> l'apertura alla società, la trasparenza nel funzionamento della 
> giurisdizione e del governo autonomo, l'affermazione dei principi di 
> eguaglianza, solidarietà, giustizia.
>
> Questo si legge nell’art. 1 della Carta dei valori, che ho molto 
> condiviso e che  mi ha fatto avvicinare al gruppo unitamente alla 
> stima per i suoi membri. Per questo mi permetto di dire che non è mi è 
> piaciuto il dibattito che si è sviluppato, perché vi ho trovato toni 
> da ostracismo, per di più su un tema etico delicatissimo, che mi 
> sembrano in netto contrasto con la Carta dei valori.
>
> Anche il comunicato mi lascia perplesso. In esso non si distingue – e 
> ciò significa confondere – due fattispecie ben diverse, quali il 
> rifiuto di un trattamento sanitario, che trova sicuro fondamento 
> nell’art. 32 Cost., e il diritto a richiedere la morte che non ritrovo 
> nella Carta costituzionale e non lo ho mai trovato affermato dalla 
> Corte. Non vi è dubbio che una visione religiosa della vita porta a 
> riconoscerle un carattere sacro; ma non è questo il tema. Marzia ci ha 
> opportunamente richiamato al carattere laico dello Stato. In questa 
> ottica dico che a me il diritto alla morte non piace e mi sembra in 
> contrasto con il diritto alla vita, che la Corte ha ritenuto il primo 
> dei diritti inviolabili (v. 223/1996), e i doveri di solidarietà.  
> Davvero vogliamo uno Stato che a richiesta organizzi la morte dei suoi 
> cittadini? Ho trovato inopportuno che il comunicato solleciti 
> espressamente il legislatore a riconoscere tale “diritto”.
>
> Ma il comunicato arriva anche ad interpretare la Costituzione  per 
> ricavarne il senso della vita e quello più profondo! Il dibattito è 
> importante, perché personalmente non chiedo ad Area di svelarmi il 
> senso della vita, che riservo ad altre istanze. Mi sembra quindi 
> necessario chiarire in che senso Area è plurale e quali siano i valori 
> su cui essa si fonda.
>
> Antonio Stefani
>
> *From:* Coordinamento Area <mailto:coordinamentoarea a gmail.com>
> *Sent:* Tuesday, February 28, 2017 11:29 AM
> *To:* mailto:nuovarea a nuovarea.it ; area <mailto:area a areaperta.it>
> *Subject:* [Nuovarea] Area e i diritti di fine vita
> < La straziante vicenda umana di Fabiano Antoniani, e il suo doloroso 
> epilogo , che lo ha visto costretto a un inumano viaggio finale , 
> suscita emozioni profondissime e interroga le coscienze di tutti noi , 
> cittadini prima ancora che magistrati. Ancora una volta un drammatico 
> caso evidenzia un vuoto normativo che permane ancorché si tratti di 
> regolare diritti fondamentali in coerenza con principi sovranazionali 
> e costituzionali e di rispondere ad istanze ormai diffusamente 
> avanzate dai cittadini. Riteniamo che la corretta lettura ed 
> applicazione di tali principi debbano portare a riconoscere
> la libertà di autodeterminazione negando ogni forma di 'obbligo di 
> vivere ' incompatibile con i principi della carta costituzionale .  La 
> giurisdizione - non di rado accusata di supplenza da quella stessa 
> politica che troppo spesso abdica ai propri doveri - ha saputo 
> svolgere il proprio compito in precedenti, dolorosi casi, individuando 
> nella carta costituzionale una tavola di valori supremi, in cui 
> trovano irrinunciabile tutela la dignità umana, la libertà e, a ben 
> vedere, la vita nel suo senso più profondo .
> Il Coordinamento nazionale di Area
> I componenti di Area in CDC
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