[Area] R: Re: Lettera aperta alle Camere Penali sullo sciopero indetto dal 12 al 16 giugno 2017

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Sab 10 Giu 2017 11:37:09 CEST


 
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La lettera di Claudio Castelli
tocca uno dei punti nodali della politica associativa, e cioè il rapporto con
le rappresentanze dell’avvocatura, e ci costringe ad una riflessione. L’istinto
di ciascuno di noi è quello di rispondere alle iniziative delle Camere Penali
che sono strumentali, che difendono gli interessi privati di alcuni indagati,
che il loro interesse non è l’efficienza del processo, ma forse il contrario,
ecc. . Gli avvocati risponderanno che la crisi della giustizia è in larga
misura provocata dai nostri privilegi, che l’inefficienza del processo penale
ha cause strutturali che esulano da qualche giorno di sciopero, che i processi
saltano a migliaia ogni giorno per le cause più diverse, dall’assenza del
giudice al difetto di notifiche, ecc. . Io penso che in questo modo non si vada
da nessuna parte, e la situazione può solo peggiorare. E’ certamente vero che
gli scioperi delle Camere Penali sono inaccettabili ed aggravano senza reale
costrutto una situazione già al collasso. Su questo non ci può essere alcuna
mediazione ed ogni iniziativa è utile. Ma le posizioni dell’avvocatura non sono
granitiche e soprattutto sono supportate da motivazioni (forse apparenti) che
meritano spesso considerazione. Ed allora occorre che le nostre rappresentante politiche
compiano uno sforzo di intelligenza (intesa come capacità di affrontare e
risolvere i problemi, absit iniuria verbis), costringendo gli avvocati (che non
sono solo UCP) a confrontarsi sui temi concreti, semmai dividendosi su alcuni
punti, ma trovando temi comuni su cui è possibile dialogare e presentare
posizioni condivise alla politica. La posizione di Stefano, ad esempio,
presenta interessanti spunti di riflessione anche su argomenti sui quali le
distanze sono più considerevoli. E non pensiamo solo al processo penale, tema
pur centrale e fondamentale, ma anche alle tante questioni in ballo
sull’organizzazione degli uffici, sul coinvolgimento dell’avvocatura nel
governo autonomo, sull’efficienza del processo civile e la tendenza alla
degiurisdizionalizzazione, e via dicendo. Ritengo da sempre che avvocatura e
magistratura debbano trovare un terreno comune di confronto, un modo di
parlarsi, di sentirsi parte dello stesso ceto di giuristi, insieme agli altri
protagonisti della giurisdizione (personale amministrativo, accademia, ecc.),
evitando la tentazione di approfittare delle contingenze politiche del momento
per cercare di trarre episodici ed effimeri vantaggi di categoria, come troppo
spesso è avvenuto in passato. Il sommarsi di due corporativismi può portare
solo ad un aggravamento della situazione della giurisdizione ed aprire la
strada a soluzioni anche ordinamentali i cui effetti non sono prevedibili. E
chi, se non Area DG, chi se non una ANM a guida Area DG, può porre in essere
questo tentativo ?

Ciro Riviezzo






----Messaggio originale----

Da: "Siddi Massimiliano" <massimiliano.siddi a giustizia.it>

Data: 10-giu-2017 10.56 AM

A: "Castelli Claudio"<claudio.castelli a giustizia.it>

Cc: "area a areaperta.it"<area a areaperta.it>

Ogg: Re: [Area] Lettera aperta alle Camere Penali sullo sciopero indetto dal 12 al 16 giugno 2017






Trovo non sia conforme all'etica della dialettica e neppure istituzionalmente troppo corretto, nel testo della "Lettera aperta" di Claudio Castelli, ventilare quella specie di larvata "minaccia" processuale di proporre di rinviare alla prima data utile
 immediatamente successiva allo sciopero.
Se il presidente della Corte ritenesse che questo sia un modo per garantire speditezza ed efficienza al servizio giustizia, allora avrebbe il dovere di fare questa proposta a prescindere da come la possano prendere i difensori; in caso contrario, si tratterebbe
 solo di un espediente retorico poco elegante ed inopportuno.
La logica del "avrei potuto, ma non l'ho fatto" mi ricorda, chissà perché, un certo discorso degli anni '20.
Cambiano epoche, uomini, contesti e colori politici, ma certe strutture profonde del potere, fondamentalmente autoritarie anche nella loro declinazione discorsiva, torneranno sempre eternamente all'uguale.



         Massimiliano Siddi



Inviato da iPhone



Il giorno 09 giu 2017, alle ore 16:20, Castelli Claudio <claudio.castelli a giustizia.it> ha scritto:






Vi invio per conoscenza la lettera aperta alle Camere Penali  sullo sciopero proclamato da 12 al 16 giugno 2017 da me. Mandata in qualità di Presidente della Corte di Brescia



                                       Claudio Castelli










 





 





                                                    Spett.le






 

UNIONE DELLE CAMERE PENALI ITALIANE
 

 

 

LETTERA APERTA SULLO SCIOPERO INDETTO DAL 12 AL 16 GIUGNO 2017

 

 

Ho sempre ritenuto gli avvocati come alleati nell'attività di rendere giustizia ed ho sempre in mente il monito della madre
 dell'avv. Claris Appiani sulla necessità che i nostri mondi siano uniti, ma proprio
 questo mi costringe a evidenziare come lo sciopero indetto per i giorni dal 12 al 16 giugno (il quarto in quattro mesi) sia un grave errore. 

Si può concordare sui motivi di metodo (il continuo ricorso alla fiducia che non consente una reale discussione parlamentare), dissentire
 su alcuni dei vostri obiettivi; ma tutte le ragioni di discussione vengono superate quando si arriva a proclamare una settimana di sciopero al mese per quattro mesi consecutivi contro una legge in discussione al parlamento.

Questo sciopero, che è ben più che simbolico, non colpisce il parlamento, né i magistrati o le cancellerie (che non potendo lavorare hanno
 un'involontaria boccata di ossigeno), ma il servizio giustizia ed i cittadini che vedono sommarsi ritardi a tempi già troppo lunghi. Migliaia di processi rinviati, migliaia di persone cui viene disattesa l’aspettativa di giustizia. Non solo, ma uno sciopero
 prolungato contro una legge in gestazione è una forzatura in democrazia.  Come presidente di una corte di appello che sente come una forte responsabilità il dovere di cercare di far dare una giustizia dignitosa ai cittadini e di migliorare le grandi deficienze
 che abbiamo, ho avuto la tentazione di proporre di rinviare le udienze saltate per lo sciopero ad un sabato immediatamente susseguente per un elementare tentativo di recupero. Non l'ho fatto perché questa poteva apparire una provocazione. Risultato che sarebbe
 lontanissimo dalle mie intenzioni e dai motivi che mi muovono anche a scrivere questa lettera, essendo mia convinzione che solo "unendo i nostri mondi" potremo vedere risultati.

Ma questo sarà possibile solo se verrà abbandonato un clima in cui troppe iniziative appaiono "contro”. 


Mi auguro che possa aprirsi una riflessione comune e che il sistema degli scioperi periodici venga abbandonato.

Una nuova fase è possibile. Sta
 a noi costruirla.                                            




 

 

Il Presidente della Corte

                                                Claudio Castelli

 

 




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