[Area] R: Lettera aperta alle Camere Penali sullo sciopero indetto dal 12 al 16 giugno 2017

MUSTI LUCIA lucia.musti a giustizia.it
Mar 13 Giu 2017 13:43:20 CEST


Con altrettanta franchezza credo che, aldilà della condivisione dei principi ben esposti da Rosa & Ferrarese, si confondano i Consigli dell’Ordine con le Camere Penali.

Solo come mero dato formale, a titolo di esempio,  osservo che la Presidente del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Modena è mio interlocutore istituzionale in numerose occasioni; non altrettanto è per il Presidente della Camera Penale.

Con l’Ordine lavoriamo in perfetta armonia e reciproca comprensione.

Non è così con la Camera Penale, sebbene mai mi sia sottratta a confronti o inviti, pur registrando-ogni volta- una certa ostilità e “voglia di fare a botte” (non da parte mia, of course).

Saluti.

 

Lucia Musti

 

Da: Area [mailto:area-bounces a areaperta.it] Per conto di Rosa & Ferrarese
Inviato: martedì 13 giugno 2017 10:24
A: 'Rosario Lupo'; area a areaperta.it
Oggetto: Re: [Area] Lettera aperta alle Camere Penali sullo sciopero indetto dal 12 al 16 giugno 2017

 

Non entro nel merito della questione, devo però ribadire che –purtroppo- l’astensione è l’unica forma di protesta che hanno gli avvocati e non capisco perché si voglia limitarne l’utilizzo nel nome di un efficientismo giudiziario (che poi è formula del tutto astratto se ci si guarda attorno senza mettersi bende sugli occhi). 

Sono certo che chi ha proclamato l’astensione è soggetto legittimato a farlo e ben capace di valutarne le conseguenze e di deciderne  i tempi e le modalità.

Esiste un codice di autoregolamentazione delle astensioni che traccia il confine tra condotte legittime ed abusive; queste sono le uniche regole che devono essere rispettate (anche se oggi, limitatamente ad un aspetto, è stato rimesso all’esame della Corte Costituzionale). 

Non dimentichiamo, infine, che da troppo tempo l’Avvocatura è bistrattata, si è impoverita e proletarizzata. La vecchia professione liberale   è stata sacrificata al principio del libero mercato. Chiedo dove era la Magistratura Associata quando questo accadeva; richiamo, a chi fossero sfuggite,  le parole del Presidente del Consiglio Nazionale Forense pronunciate in sede di inaugurazione dell’anno giudiziario sulla necessita di costruire insieme (avvocati e magistrati)  una democrazia solidale che non lascia indietro nessuno, e che sia ricostruita a partire dal ceto delle professioni, dal ceto medio, che non può più essere compresso da un mercato senza regole e la speranza di disegnare una società nuova, libera dalla cultura dell’odio e orientata alla «tutela dei diritti, che non possono essere oggetto di spending review quando si tratta di salute, istruzione, difesa, lavoro»

Se qualcuno se ne fosse nel frattempo dimenticato, ricordo infine l’apporto che l’Avvocatura ha dato (anche sotto gli aspetti finanziari) per l’efficienza e l’innovazione del sistema giustizia.  

Escludo, da ultimo, categoricamente che un Consiglio dell’Ordine possa intervenire sugli iscritti per indurli ad aderire alle astensioni proclamate (semmai si limita a vigilare deontologicamente che l'avvocato che aderisca all'astensione non se ne dissoci solo con riferimento a singole giornate o a proprie specifiche attività, né vi aderisca parzialmente, in certi giorni o per particolari proprie attività professionali).

Scusate ma quando si parla di abuso del diritto  con riferimento alla proclamazione di un astensione si finisce per negare il principio dell’esistenza del ricorso ad una legittima forma di protesta (limitandola nel tempo e nella modalità, oltre quanto disposto nel codice di autoregolamentazione). 

Che poi queste conclusioni siano tratte dalla parte della Magistratura associata che più di altre si è distinta nella tutele dei diritti e tradizionalmente sforzata nel creare una società solidale, mi sembra davvero un incongruenza dettata (mi auguro) dal nervosismo dovuto alla situazione del ripetersi delle astensioni.

Scusate delle franchezza 

Antonio Rosa

 

 

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