[Area] Proposte per l'appello

Claudio Castelli claudio.castelli a giustizia.it
Gio 1 Feb 2018 11:51:39 CET


Le Corti di appello sono diventate un punto di fortissima crisi del sistema
ed è necessario un forte intervento sia come organici del personale ( il
rapporto tra magistrati ed addetti amministrativi non arriva mai a 2, mentre
ad esempio nei Tribunali normalmente è 3,5), sia come rito, sia culturale.

Culturale perché le Corti scontano di essere l’ultimo passaggio nel merito
di una filiera che nel penale parte dalle Procure, in cui troppo spesso
l’Ufficio a monte si disinteressa semplicemente di quanto avviene a valle
negli altri uffici.

Tra l’altro avremmo bisogno di dati certi ed affidabili sul piano nazionale.

Nel mio osservatorio del distretto di Brescia ho riscontrato una serie di
dati interessanti che sfatano molti luoghi comuni:

 

-          Un tasso di impugnazioni in fin dei conti limitate: 25,96 % nel
civile, 24,49 % nel lavoro e 23,08 % nel penale.

-          Un tasso di riforme nel penale preoccupante: un tasso di sentenze
riformate del 64,75 %, anche se solo circa il 10 % con riforma della
decisione in punto di responsabilità.

-          Un tasso di condanne in primo grado nei procedimenti monocratici
molto basso (circa il 30 %).

Se cominciassimo a valorizzare gli uffici anche per la capacità di
resistenza delle decisioni ( come in realtà già esiste sulla carta nelle
valutazioni di professionalità dei singoli magistrati) probabilmente faremmo
dei passi avanti.

Per finire mi limito a rappresentare che sono del tutto contrario al
passaggio al monocratico in appello.

Il collegio, se vero, ha un grande valore non solo di confronto, ma anche di
mantenere una certa omogeneità giurisprudenziale.

Abbandonare il collegio vuol dire semplicemente cedere a sirene
produttivistiche che alla fine fanno guadagnare ben poco.

Non solo, ma nel penale il problema per cui non si fanno più udienze non
deriva dalla presenza del collegio, ma dalla mancanza di assistenti per le
udienze e di cancellieri e funzionari per la fase dell’esecuzione.

Fare più udienze in situazioni come la Corte di Brescia dove c’è una
scopertura del 35 % del personale è semplicemente impossibile.

Non solo, ma un problema comune a quasi tutte le Corti è l’imponente
arretrato (migliaia nel migliore dei casi) di sentenze in attesa di
esecuzione. Aumentare il numero dei provvedimenti vuol dire incrementare la
crisi, non dare delle soluzioni.

Si tratta di elaborare un pacchetto di proposte, senza pensare che una possa
essere risolutiva (a meno di abolire l’appello, che però appare scelta
difficile a fronte del numero di sentenze riformate), ma che nel loro
complesso possano invertire una tendenza oggi negativa.

 

 
Claudio Castelli  

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