[Area] R: Fw: [mailinglist-anm] Gabanelli-Martirano su toghe e politica

Dott. Marco Patarnello marco.patarnello a giustizia.it
Lun 9 Apr 2018 09:54:23 CEST


L’articolo ci parla di cose che già conosciamo e di cui non di rado abbiamo anche discusso. A mio giudizio non tratta il tema in modo serio, perché mette insieme con un taglio superficiale situazioni e problemi parecchio diversi (peraltro ancora una volta genera confusione fra magistratura ordinaria e amministrativa), ma mi rendo conto che si tratta di questione molto tecnica che pur un giornalista non è facile trattare in modo serio.

-Il tema del fuori ruolo per ricoprire incarichi elettivi (e del relativo rientro) è complesso, tocca principi costituzionali ma non mi appassiona molto, anche perché si tratta di un problema numericamente abbastanza circoscritto; per quanto mi riguarda si può anche stabilire che i magistrati eletti in Parlamento non possono più tornare indietro, ma ci tengo a dire che in ogni caso mi sembra molto sfortunato un paese che vive il ruolo di senatore o di deputato essenzialmente come la esternazione di uno schierarsi fazioso in politica e non, soprattutto, come la copertura di un munus pubblico. E lo penso pur avendo ben presente diversi casi di colleghi assurti ad incarichi di massimo livello sulla cui indipendenza non scommetterei un soldo bucato.

-Per quanto riguarda i fuori ruolo per incarichi amministrativi il tema mi sembra molto più “caldo” fra noi e credo sia importante discuterne. Non credo che l’interrogativo sia se un collega in quei posti ci danneggia di più o di meno di un estraneo (anche se non voglio irridere al senso corporativo di tale interrogativo, a cui pure mi sento di rispondere, di massima, come Celli). Il punto è se in quel singolo posto un magistrato ha da offrire un valore aggiunto davvero significativo (non a se stesso, ovviamente). La questione è molto complicata dal fatto che nel nostro paese non esiste una vera dirigenza pubblica davvero solida, attrezzata ed indipendente, se si eccettua la magistratura ordinaria o amministrativa o quei pochi  numeri dell’avvocatura dello Stato. La scommessa sulla formazione di una dirigenza di tal fatta sinora è stata persa, anzi non è stata neppure combattuta veramente. Ciò rende più difficilmente resistibili le pressioni per utilizzare i magistrati in qualsiasi posto per il quale occorra competenza giuridica elevata e solidità decisionale. A questo si unisce il desiderio di fuga dalla giurisdizione ed il quadro è completo. Sta a noi (intendendo CSM, ANM, dibattito interno alla magistratura) individuare -con rigore, realismo e pragmatismo- per quali di questi incarichi questo valore aggiunto sussiste in misura sufficiente e per quali no. Certamente sussiste per incarichi al vertice del nostro Ministero (salvo discutere nel dettaglio sulle singole posizioni, certamente non tutte meritevoli della nostra collaborazione), per incarichi al CSM, per la Presidenza della Repubblica e per la Corte Costituzionale. La valutazione si complica anche molto ed andrebbe vista in relazione al singolo incarico, se si passa ad esaminare alcuni incarichi in sede europea o internazionale (alcuni hanno una caratura quasi giurisdizionale) o ai massimi livelli di alcuni altri ministeri o autorità garanti, fino a diventare, a mio giudizio, del tutto fuori di luogo rispetto ad incarichi meno apicali di altri ministeri o addirittura di amministrazioni non statali (Regioni, Comuni, ecc.). 

Su questa talvolta difficile distinzione dobbiamo spendere  le energie di riflessione ed elaborazione, ma per gli incarichi per i quali sussiste tale valore aggiunto dobbiamo smetterla di avere un atteggiamento critico o irridente come se fossero dei reprobi e concentrarci ad individuare idonee modalità di rientro in ruolo, con la consapevolezza che non si parte dall’anno zero.

 

Da: Area [mailto:area-bounces a areaperta.it] Per conto di thorgiov
Inviato: domenica 8 aprile 2018 17:28
A: casa riccelli; CENTINI MATTEO
Cc: area a areaperta.it
Oggetto: Re: [Area] Fw: [mailinglist-anm] Gabanelli-Martirano su toghe e politica

 

Ma è proprio questo l'aspetto più inquietante. Fino a quando a trattarci male è un avvocato, lo posso pure capire. Quello che non riesco ad accettare è che un collega, per motivi di carriera e quindi, in definitiva, per un interesse personale, sia disposto a svenderci all'interlocutore politico di turno, magari con l'appoggio della corrente di appartenenza che poi è quella grazie alla quale è riuscito ad ottenere l'incarico. Questo è il peggior attacco che possa essere arrecato all'indipendenza della magistratura, perchè viene dall'interno.

FELICE   PIZZI  ( Giudice del contenzioso del Tribunale di Napoli Nord )

 

 

Il 08/04/2018 15:25, casa riccelli ha scritto:

Felice dice cose di buon senso, e specie nell'analisi dei fatti sono d'accordo con lui nel 99% dei casi.

Sulle opinioni, per fortuna, ognuno ha le sue e questa circa l'impegno in ruoli politici e amministrativi (sua e di altri) non mi convince per nulla.

Non scomodo principi fondamentali di diritto naturale, comunitario, costituzionale (che pure ci sono)  ma mi limito a una considerazione utilitaristica e relativa ai soli ruoli di "alta amministrazione"

Posto che quei posti di capo di gabinetto, direttore generale, collaboratore del tal ministro o del tal altro ci sono e da qualcuno devono essere coperti (occupati), continuo a pensare che il peggiore dei magistrati ci tratterà comunque meglio, molto meglio, del migliore commercialista, avvocato, appartenente ad altra categoria (non se la prendano gli avvocati). 

E se qualcuno sacrificherà i principi per la propria carriera, non lo farà perché è un magistrato, ma solo perché è un ominicchio.

stefano celli 


Il giorno 07 apr 2018, alle ore 19:59, CENTINI MATTEO <matteo.centini a giustizia.it> ha scritto:

Premesso che concordo con Felice Pizzi, vorrei che uscissimo dal generico e facessimo un paio di esempi. Chi è che dalla giurisdizione fa politica?

Inviato da iPhone


Il giorno 07 apr 2018, alle ore 19:50, thorgiov <thorgiov a libero.it> ha scritto:

In effetti molti anni fa fu proposto un quesito referendario che voleva abrogare la messa fuori ruolo dei magistrati, ma non si raggiunse il quorum. Personalmente, era l'unico quesito sul quale ero d'accordo con i promotori del referendum. Rammento però che nell'occasione tutte le correnti dell'ANM presero una posizione comune contro la proposta. Uno dei rari casi in cui il sindacato si è dimostrato unito .

FELICE  PIZZI  ( Giudice del contenzioso del Tribunale di Napoli Nord )

 

Il 07/04/2018 19:08, vincenzo antonio poso ha scritto:

Tutti quelli che, a vario titolo, partecipano attivamente al  dibattito politico, in ogni forma e in ogni sede, ben oltre il diritto dell'opinione politica che a tutti deve essere riconosciuto ( e lo dico al di là della frasetta fatta che il magistrato deve apparire e non solo essere imparziale e indipendente: che significa poco o nulla). 

Io ho molte riserve anche su questi comportamenti.

Dopodiché, siccome, come si rileva nell'articolo citato, emerge con grande evidenza che anche i magistrati sono classe dirigente di questo paese, qualcuno si faccia promotore per escluderli da ogni incarico di tipo amministrativo, non solo politico, in senso ampio. A cominciare da quelli ministeriali.

 




Vincenzo Antonio Poso

Via Livia Gereschi, n. 14 - 56127 Pisa

050-580003 ; 329-7389531;  <mailto:v.a.poso a gmail.com> v.a.poso a gmail.com ;  <mailto:v.a.poso a siriuspec.it> v.a.poso a siriuspec.it

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Il giorno 7 aprile 2018 19:01, CENTINI MATTEO <matteo.centini a giustizia.it> ha scritto:

Cioè chi?

Inviato da iPhone


Il giorno 07 apr 2018, alle ore 18:34, vincenzo antonio poso <v.a.poso a gmail.com> ha scritto:

Io mi porrei i problema anche  di chi fa politica in costanza di esercizio  dell giurisdizione. 

O questi casi non valgono?

Vincenzo Poso

 




Vincenzo Antonio Poso

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Il giorno 5 aprile 2018 18:07, Andrea Reale <andreale a yahoo.com> ha scritto:

 

Sono certo che non sarà sfuggito ai più attenti l’articolo di Milena Gabanelli e Dino Martirano sul Corsera di oggi .

Lo allego per chi non avesse avuto modo di leggere i quotidiani .

Un atto di accusa chiaro e diretto, come ciò  che  pochi (ma combattivi!) magistrati, anche su questa lista , hanno denunciato più volte.

La nomina di G.  Melillo a capo della Procura di Napoli  è particolarmente  sintomatica delle ‘porte girevoli’  tra toghe e politica , ma anche il rientro in ruolo  in posizioni apicali di  D. Ferranti e S. Della Monica  dovrebbe fare riflettere sul vulnus all’immagine di imparzialità della magistratura che il nostro autogoverno continua indifferentemente a perpetrare.

Adesso siamo in attesa che alla “collega” A. Finocchiaro venga offerta almeno la poltrona di Secondo Presidente della Corte di Cassazione (nuovo ‘posto’ che il CSM potrebbe coniare alla bisogna)! Del resto  ha superato quasi tutte le   

valutazioni di professionalità mentre sedeva in Parlamento.

Buona lettura,

Andrea Reale    


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