[Area] R: QUESTIONE GIUSTIZIA – n. 1/2018, F. Regolo e G. Marseglia nell’obiettivo “Il pubblico ministero nella giurisdizione”

De Ninis Luca luca.deninis a giustizia.it
Mar 22 Maggio 2018 16:18:21 CEST


Qui concordo solo in parte.
Se un imprenditore crea una scatola vuota, con la quale ottiene denari a credito, e poi li fa sparire, commette bancarotta fraudolenta…

Luca De Ninis

Da: thorgiov [mailto:thorgiov a libero.it]
Inviato: martedì 22 maggio 2018 16:13
A: De Ninis Luca; area a areaperta.it
Oggetto: Re: [Area] QUESTIONE GIUSTIZIA – n. 1/2018, F. Regolo e G. Marseglia nell’obiettivo “Il pubblico ministero nella giurisdizione”


Sono d'accordo. Quando il Pubblico Ministero indaga su condotte di bancarotta e poi esercita l'azione penale, fa il suo mestiere. Il problema di fondo, secondo me, è un altro. In realtà nella maggior parte dei fallimenti non si può dire che ci siano condotte distrattive dei fondi. Ciò in quanto la stragrande maggioranza delle imprese sono scatole vuote fin dall'inizio, nel senso che i capitali non li hanno mai avuti. Allora bisognerebbe chiedersi in base a quali criteri le banche concedono credito a questi soggetti. Con la nuova disciplina degli NPL, non a caso temutissima dalle banche italiane, i nodi verranno presto al pettine. Per l'appunto, in un Paese serio, non ci dovrebbero nemmeno essere fallimenti, perchè a certi soggetti nessuno dovrebbe dare credito.

FELICE   PIZZI  ( Giudice del contenzioso del Tribunale di Napoli Nord )

Il 22/05/2018 16:00, De Ninis Luca ha scritto:
Già… come al solito concordo con thorgiov.
Però il P.M. dovrebbe invece svolgere indagini serie sulle condotte di bancarotta – frequentissime, soprattutto nell’ambito dei concordati – cosicché vi sia la possibilità che qualcuno finalmente paghi, almeno con sanzioni penali…
o è una visione panpenalistica e reazionaria ?

Luca De Ninis

Da: Area [mailto:area-bounces a areaperta.it] Per conto di thorgiov
Inviato: martedì 22 maggio 2018 15:37
A: area a areaperta.it<mailto:area a areaperta.it>
Oggetto: Re: [Area] QUESTIONE GIUSTIZIA – n. 1/2018, F. Regolo e G. Marseglia nell’obiettivo “Il pubblico ministero nella giurisdizione”


Ma dai! Sono le procedure concorsuali che non servono a niente, se non a garantire ai Curatori pane e companatico grazie al patrocinio a spese dello Stato. L'assurdità del sistema italiano è evidente : nella stragrande maggioranza dei fallimenti non ci sono soldi. Se ci sono soldi servono a retribuire il Curatore e l'avvocato della Curatela. Se non ci sono soldi interviene lo Stato per pagarli. In un sistema razionale queste spese dovrebbero essere a carico dei creditori che fanno istanza di fallimento. Ma è proprio la possibile iniziativa del Pubblico Ministero, che è un organo pubblico, ad imporre il gratuito patrocinio. A mio parere, de iure condendo, dovrebbe essergli tolto il potere di chiedere il fallimento. In tal modo non ci sarebbero più alibi e le spese andrebbero pagate dai creditori.

FELICE   PIZZI  ( Giudice del contenzioso del Tribunale di Napoli Nord )

Il 22/05/2018 13:59, Questione Giustizia ha scritto:

Da obiettivo 1: “Il pubblico ministero nella giurisdizione” (n. 1/2018)

Quale pubblico ministero vogliamo nella crisi d’impresa?, di Fabio Regolo

Il settore delle procedure concorsuali costituisce un campo significativo di intervento del pubblico ministero.

Il suo ruolo attivo può dare un decisivo contributo per far sì che le procedure concorsuali non soltanto producano utilità per i creditori ma colpiscano condotte fraudolente che causano danno all’intera economia. Il pubblico ministero opera istituzionalmente a vantaggio di tutti gli interessati in un contesto nel quale l’insolvenza produce esternalità negative che si riverberano ben oltre la cerchia dei creditori. L’attenzione degli uffici giudiziari a questa materia è dunque decisiva.

http://questionegiustizia.it/rivista/2018/1/quale-pubblico-ministero-vogliamo-nella-crisi-d-impresa-_511.php

***

Pubblico ministero e persona: i procedimenti in materia di status, famiglia e minori, di Giuseppe Marseglia

La presenza del pubblico ministero nel processo civile, risalente all’epoca in cui esso era ancora di fatto fuori dalla giurisdizione, è da tempo messa in discussione, considerata anacronistica, poco utile alla tutela degli interessi pubblici a cui è sottesa ed addirittura dannosa per le sempre più pregnanti ragioni di economia processuali; tuttavia, pur ammettendo che in moltissime occasioni essa si risolve in un intervento meramente virtuale di cui in effetti si potrebbe anche fare a meno, tant’è che lo stesso legislatore in materia di processo civile telematico non lo aveva inizialmente considerato, residuano settori in cui il pubblico ministero resta obiettivamente l’unico soggetto che può agire per la tutela dei soggetti deboli e incapaci. Senza dubbio degno di nota è poi il dinamismo con cui molti Uffici di Procura hanno interpretato il nuovo ruolo del pubblico ministero nel procedimento di negoziazione assistita.

http://questionegiustizia.it/rivista/2018/1/pubblico-ministero-e-persona-i-procedimenti-in-materia-di-status-famiglia-e-minori_510.php





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