[Area] R: R: fiesoli

EDMONDO BRUTI LIBERATI mc9425 a mclink.it
Mar 10 Lug 2018 19:52:13 CEST


Sono  sorpreso  da alcune delle mail in argomento che si sono inerpicate su sommi principi che non hanno proprio nulla a che fare con un caso in realtà molto circoscritto, a leggere la sentenza  della Cassazione messa in lista, che ha riaffermato principi pacifici in tema della cosiddetta esecuzione parziale o progressiva . Dice la Corte di Cassazione “ è eseguibile la pena che sia stata determinata  e non anche quella che sia già determinabile, sia pure in modo certo, ma non applicata specificamente”; la conseguenza ineluttabile è quella dell’annullamento della ordinanza della Corte fiorentina. Ciò che non sappiamo perché della sentenza 22 dicembre 2017 della Corte di Cassazione di cui ( a mesi di distanza!!) non è stata ancora depositata la motivazione, se eventualmente si sia allora errato nel non determinare una pena precisa, che quindi sarebbe stata eseguibile. Ove poi allora non vi sia stato errore occorrerebbe approfondire se sia possibile, a livello interpretativo, che la Cassazione in sede  annullamento parziale con rinvio determini comunque una pena minima indicandola specificamente  ovvero se non sia il caso di introdurre una modifica legislativa, che ripari alle storture che derivano dal nostro complicatissimo sistema di calcolo della pena, tra pena base, circostanze, continuazione etc.

Ho rispolverato vecchie reminiscenze  in tema di esecuzione penale. Se ho sbagliato corrigetemi…. 

Edmondo Bruti Liberati

 

Da: Area [mailto:area-bounces a areaperta.it] Per conto di Stefano Celli
Inviato: martedì 10 luglio 2018 18:01
A: area a areaperta.it
Oggetto: Re: [Area] R: fiesoli

 

Beh, questa volta dissento da Lucia, pur con tante precauzioni.

Trascrivo un paio di passaggi dell'ordinanza che Ornella ci ha inviato:

Il senso dell'affermazione è che è eseguibile la pena che sia stata determinata 
e non anche quella che sia già determinabile, sia pure in modo certo, ma non
ancora applicata specificamente.

e ancora

Il fatto che il risultato finale non potrà consistere in una pena inferiore a
quella ora posta in esecuzione non significa che la pena sia stata già definita.

La decisione sarà anche ineccepibile, ma cozza contro il buon senso. Che non c'entra nulla con il sentir della maggioranza, che può essere una maggioranza dissennata.

Non vedo, nell'accorato sfogo di Ubaldo Nannucci, un'invocazione del meccanismo stigmatizzato da Ferrajoli.

E credo fermamente che, fermo restando quel che dice Ferrajoli, che la società civile ci interpelli sempre, perché bisogna capire se chi ci critica (o ci approva) può avere una ragione. Insomma io non inseguo il consenso, ma se mi dicono che sbaglio cerco di capire se ho fatto bene o no. Sia che me lo dica il giudice, sia che venga criticato dal popolo. E ovviamente cerco i fondamenti delle mie ragioni nel diritto, mai nel consenso (altrimenti mi candiderei al parlamento).

Non si tratta di condannare a morte o a trent'anni piuttosto che a dieci; non si tratta di assolvere l'imputato, in assonanza/dissonanza con la pubblica opinione o i potenti.

Penso che sia singolare affermare che "il risultato finale non potrà consistere in una pena inferiore"(vedi sopra) e poi negare che questa pena sia stata (almeno per quella parte) definita.

Questo, per me, è un formalismo. Che non mi piace, sia che Salvini, Di Maio, Bersani, Renzi, Orlando, Berlusconi, Fico e persino Mattarella siano consenzienti oppure no.

E forse è pure sbagliato, ma io di esecuzioni capisco poco, quindi ...

Stefano

 

 

Il 10/07/2018 13:35, Lucia Vignale (Esterna) ha scritto:

Da “Giurisdizione e consenso” di Luigi Ferrajoli:  deve “esserci un giudice capace, per la sua indipendenza, di assolvere un cittadino in mancanza di prove della sua colpevolezza, anche quando il sovrano o la maggioranza della pubblica opinione ne chiedono la condanna, e di condannarlo in presenza di prove quando i medesimi poteri ne pretendono l'assoluzione”.

Io proprio non so nulla del caso Fiesoli, ma la mail di Ubaldo Nannucci mi ha subito richiamato alla mente la citazione che ho trascritto.

Io credo che questa frase di Ferrajoli  sia ancora valida e lo sia oggi più che mai  perché l’indipendenza e l’autonomia dei Magistrati ha fondamento nel carattere non consensuale né rappresentativo della loro legittimazione. 

Cari saluti a tutti 

Lucia Vignale 

 

Da: Area [mailto:area-bounces a areaperta.it] Per conto di u.nannucci a alice.it <mailto:u.nannucci a alice.it> 
Inviato: martedì 10 luglio 2018 09:26
A: area a areaperta.it <mailto:area a areaperta.it> 
Oggetto: [Area] fiesoli

 

la scarcerazione di rodolfo fiesoli rivela che c’è qualcosa di sbagliato nella amministrazione della giustizia. quando le decisioni giudiziarie suscitano riserve, anzi indignazione nella società civile, vuol dire che c’è qualcosa di aberrante nel nostro modo di amministrare giustizia. il giudice è percepito come padrone della giustizia, non come organo indipendente che applica la legge. e non basta nascondersi dietro formalismi tecnici, che ignorano il senso vero della giurisdizione. se la giustizia è amministrata in nome del popolo, non possono i suoi sacerdoti suscitare scandalo. quando i fatti sono accertati in termini di ragionevole certezza, l’applicazione della pena è un dovere istituzionale. neanche la cassazione se ne può sciogliere, se non vuol diventare un legislatore libero di inventarsi sentenze creative. come recenti e molteplici decisioni, spesso tra loro contradditorie, rivelano

ubaldo nannucci






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