[Area] Ora li ammazziamo
thorgiov
thorgiov a libero.it
Sab 14 Lug 2018 15:27:54 CEST
Quando ho letto il titolo della missiva mi sono preoccupato ed ho
pensato : non è che si riferiscono ai nuovi eletti nel CSM, ovviamente
con l'esclusione di quelli di Area ?
FELICE PIZZI ( Giudice del contenzioso del Tribunale di Napoli Nord )
Il 14/07/2018 11:02, Monti Umberto Gioele ha scritto:
>
> .... non far attraccare per giorni una nave cargo ferma davani a un
> porto italiano , nave che aveva preso a bordo immigrati ......
> ritardare e creare problemi di attracco persino a navi militari
> italiane che avevano trasbordato migranti recuperati da altre navi
> italiane ..... ....... segnali chiari ai naviganti, ai pescherecci,
> alle navi commerciali di qualsiasi bandiera ( e figuriamoci
> alle ONG) : se vedete barconi , gommoni carichi di Neri nel
> mediterraneo ..... onde o non onde , attesa o non
> attesa dell'imminente pericolo di morte (magari certificato
> dall'affogamento di qualcuno dei neri, altrimenti il pericolo
> imminente non ci sta .... e qualcuno potrà dire che non c'era e
> mettere nei guai chi ha avuto la "strana" idea di
> intervenire prima che qualcuno affoghi) ...... meglio girare lo
> sguardo dall'altra parte ..... chiamare soccorsi magari lontani e ...
> allontanarsi ... e che aspettino .... si evitano problemi,
> trasbordi, "fermi barca" , interruzione delle attività di pesca o
> commerciali ....... guardare altrove e amen ......
>
>
> gi accordi e le regole per sbarchi e accoglienza vanno fatti e
> negoziati -anche duramente- ma non con uomini , donne e bambini
> lasciati in mare e fatti lasciare in mare e da utilizzare d fatto
> come mezzo di pressione e di negoziazione
>
>
> intanto si recuperano e si salvano e si portano a terra
>
>
> prima, contemporaneamente, dopo , a parte si fanno tutte le azioni
> diplomatiche per far si che non tutti vengano automatiamente
> trasferirti qui e che non tutti debbano restare qui
>
>
> u.m.
>
>
>
>
> ------------------------------------------------------------------------
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> <marioardigo a yahoo.com>
> *Inviato:* sabato 14 luglio 2018 06:28
> *A:* AREA Mailing List
> *Oggetto:* [Area] Ora li ammazziamo
> Sono stato pretore a Giulianova, che ha un importante porto
> peschereccio. Ho imparato ad apprezzare la gente di mare. Coraggiosa.
> Se avessi avuto un figlio maschio avrei voluto che fosse coraggioso
> come la gente di mare. Il coraggio era la qualità dell'uomo che Oriana
> Fallacci dichiarava di apprezzare di più. Mio padre, quand'ero
> ragazzo, era stato per qualche anno capo della segreteria del Ministro
> della Marina Mercantile. Anche allora avevo conosciuto gente di mare.
> E anche i militari che ora si chiamano Guardia Costiera. Ogni marinaio
> ha storie da raccontare. Spesso sono terribili. E' gente che non si
> apre con tutti. Solo tra marinai ci si dice tutto. Il Mare
> Mediterraneo può diventare molto pericoloso. Quand'ero pretore, per i
> pescatori giuliesi il pericolo erano anche le motovedette jugoslave. I
> pescherecci giuliesi però erano più veloci, e avevano radar potenti.
> Ci sono grandi navi da pesca, che battono l'Atlantico, che sono come
> grandi fabbriche. Il pesce arriva a terra già inscatolato o surgelato.
> Ne ho viste diverse in un porto come Anzio, qui nel Lazio. Rimangono
> in mare per mesi. Ma nel Mediterraneo ci sono tantissimi motopesca di
> medio tonnellaggio, che imbarcano una decina di persone come
> equipaggio. Possono girare tutto il Mediterraneo, volendo. Molte di
> queste barche non tengono più il mare, sono diventate pericolose e
> rimangono quasi come rottami nei porti. In altri casi ci sono
> controversie tra gli armatori, e il risultato è più o meno lo stesso.
> Da pretore mi sono dannato per riuscire a vendere, in sede civile, un
> motopesca pignorato. In una ventina di giorni barche così possono
> essere in qualsiasi punto del Mediterraneo. La navigazione è piuttosto
> precisa,perché agganciano i radiofari. Non è come con i grandi
> gommoni d'altura.
> Su un motopesca può salire tanta gente, molta di più dei dieci,
> quindici uomini che ordinariamente ne costituiscono l'equipaggio.
> Allora la nave diventa instabile. A volte le navi affondano quando,
> nel mare in tempesta, il carico improvvisamente si sposta di lato.
> Accade anche quando c'è molta gente in coperta che non sta ferma. La
> nave allora si piega di lato e si rivolta e affonda molto rapidamente
> trascinandosi dietro chi c'è sottocoperta, ma anche, per risucchio,
> chi sta sopra. Quando una nave affonda, intorno si crea un vortice
> che è molto difficile contrastare. Se ci si vuole salvare, bisogna
> buttarsi in acqua prima e allontanarsi rapidamente. Abbordare una nave
> così, piena di gente, è impossibile, senza farla rovesciare e senza
> ammazzare gli stessi che l'assaltano. Ma è molto pericoloso anche solo
> tentare manovre di interdizione, e anche senza che ci sia contatto
> tra le navi. Perché la gente entra nel panico e si muove, sbilanciando
> la nave su cui viaggia. In questo abbiamo la tremenda esperienza del
> naufragio della Kater i Rades, del '97, durante manovre di
> interdizione ordinate dal Governo di allora. Dopo si scelse un'altra
> strada per controllare le migrazioni dall'Albania, si imparò dalla
> tremenda esperienza: la via fu quella delle convenzioni con il nuovo
> stato che si era instaurato da quelle parti, per le quali siamo meno
> severi con i respingimenti, ma quelli che respingiamo vengono
> effettivamente riportati indietro. Ma abbiamo anche aiutato l'Albania
> a risorgere e tra qualche anno si progetta di ammetterla nell'Unione
> Europea. Sembra però che la memoria storica di allora non ci sia più.
> Sul Kater I Rades non viaggiava molta gente, a confronto di certi
> motopesca che ci arrivano dall'Africa, carichi di migranti. I colleghi
> che operano nel Meridione ci avvertono che i cosiddetti "scafisti",
> vale a dire quelli che manovrano quelle navi stando al timone, sono
> di solito migranti sommariamente istruiti, che così si pagano il
> viaggio. A volte sono pescatori corrotti. Comunque non sono veri
> "comandanti". Non sanno affrontare situazione di emergenza e, per di
> più, viaggiano su navi scassate. Questo rende ancora più pericolose
> manovre di abbordaggio e interdizione.
> Come fare, allora, per bloccare un motopesca con circa cinquecento
> persone che sta per avvicinarsi alle nostre coste per attraccare? Non
> si può fare. O, almeno, non lo si può fare senza ammazzare quelli che
> ci sono sopra. Questa è la realtà.
> Dicono che bisogna rischiare per contrastare gli "scafisti" e ci si
> riferisce, penso, non tanto a quelli che hanno i timone dei motopesca
> che si avvicinano, ma coloro che, in Africa, organizzano il viaggio,
> fanno arrivare la nave, la rimettono in gradio di fare il suo ultimo
> viaggio, la dotano di uno che sappia stare al timone e ci fanno salire
> tanta gente pagante. Ma, in realtà, noi vogliamo contrastare chi ci
> viaggia sopra, i migranti. E' loro che combattiamo. Gli altri sono
> solo trasportatori che colgono l'occasione di far soldi. Perché i
> migranti sono gente che paga.
> Ora siamo diventati spietati. E' la novità dei nostri tempi. Siamo
> disposti ad ammazzare per fermare. Sento in giro, anche ad esempio
> nella mia parrocchia, gente che dice cose tremende. Accetta, appunto,
> che si ammazzi pur di fermare. Il Papa è ignorato. Questa è l'Italia
> di oggi. Se morirà gente non sarà solo colpa morale di chi ha deciso
> di respingere, ma della nazione tutta. Sarà una colpa collettiva. Ma
> perché una colpa?, ci si chiede. Sono loro, quelli che viaggiano, a
> mettersi in condizione di morire. Il loro sangue non può ricadere su
> di noi. Ecco, questo è proprio il problema.
> Che facciamo, allora, li ammazziamo o li salviamo? Se fosse gente di
> mare a dovere decidere, come ad esempio mi pare di capire abbiano
> fatto i marinai della Vos Thalassa, non avrei dubbi sulla soluzione
> scelta.
> Mario Ardigò
>
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