[Area] R: Significative parole sullla tragedia di Rebibbia

Marcello Basilico marcello.basilico a giustizia.it
Ven 21 Set 2018 12:16:02 CEST


Le parole di Marco Patarnello ci mettono sotto gli occhi un tema più generale, divenuto ormai nodale nella comunicazione e nella politica di oggi: la ricerca del colpevole subito e ad ogni costo, figlia della logica semplificatrice che ormai si utilizza nella soluzione dei problemi più complessi.

  Chi, se non noi magistrati, può segnalare ad alta voce, ogni volta che può, che questa logica è sbagliata e conduce a soluzioni sbagliate?

  Grazie a Marco e a Francesco Maisto

                               Marcello Basilico

 

Da: Area [mailto:area-bounces a areaperta.it] Per conto di Francesco Maisto
Inviato: venerdì 21 settembre 2018 11:41
A: Area Md- Movimenti; ISCRITTI
Oggetto: [Area] Significative parole sullla tragedia di Rebibbia

 



Ma i politici evitino processi sommari

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di Marco Patarnello

 

La Repubblica, 21 settembre 2018

 

Caro direttore, faccio il magistrato penale da quasi trent'anni, ho visto da vicino tante terribili vicende umane e da due anni sono il magistrato di sorveglianza per Rebibbia Femminile, sebbene solo per le detenute definitive. Osservo i numerosi interventi mediatici di queste ore successive alla tragedia accaduta lunedì, che ha visto due bimbi uccisi in carcere dalla loro mamma e sento il bisogno di dire alcune cose.

Davanti a tragedie così, che ci costringono a guardare il buio senza fine che può esserci nell'animo umano penso che la reazione più giusta e matura dovrebbe essere il silenzio o per lo meno una rigorosa misura: pensare di avere la chiave per comprendere a caldo eventi come questi, le loro cause, le loro ragioni o addirittura la convinzione del senno di poi di poterli prevenire, individuando le responsabilità che li hanno prodotti, più che velleitario credo che sia superficiale e alluda al bisogno di cercare un responsabile per consentire a ciascuno di noi di scrollarsi di dosso quella parte di responsabilità collettive che ci appartengono, per le inadeguatezze e la fallibilità delle nostre pur sofisticate dinamiche sociali, civili, giuridiche.

Soprattutto da parte di chi ha alte responsabilità istituzionali, cercare o addirittura additare in chi ha operato ogni giorno da decenni a questa parte in prima linea nel luogo della sofferenza e della esecuzione della pena - cui nessuno rivolge uno sguardo se non per puntare il dito, dove tutte le contraddizioni di un ordinamento ricco di aspirazioni ideali e privo di ogni risorsa vengono a collidere sui corpi e nelle menti di persone in carne ed ossa, conservando la massima attenzione ai diritti dei detenuti, con enorme sacrificio personale - mi sembra un modo piccolo, ma antico, di guardare e affrontare i problemi. Raramente nel corso della mia vita professionale ho trovato professionisti più attenti e sensibili di quelli che finora hanno retto, a diverso titolo, la direzione di quel carcere. E so di non essere l'unico.

*Magistrato di sorveglianza per il carcere femminile di Rebibbia


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