[Area] R: Significative parole sullla tragedia di Rebibbia

Francesco Maisto francescomaisto2 a gmail.com
Sab 22 Set 2018 10:57:47 CEST


Non solo percezioni di Marco Paternello
Buona lettura.
Francesco Maisto
La tragedia di Rebibbia: non si aggiungano danni alla tragedia provocata da
una mamma detenuta
Lettera aperta di volontari, cappellani, operatori del sociale, del mondo
del lavoro, della cultura, dello sport, della salute
La tragedia che si è consumata a Rebibbia ci ha lasciati senza fiato. Un
dolore e un orrore che ha travolto tutti: i due bambini innanzitutto,
quella madre che forse ancora non è consapevole di quello che ha fatto,
tutti gli operatori dell’Istituto, le oltre trecento donne lì detenute, le
loro famiglie e anche noi volontari, cappellani, operatori del sociale, del
mondo del lavoro, della cultura, dello sport, della salute che ogni giorno
entriamo in carcere per dare il nostro contributo affinché la pena risponda
sempre più alle finalità dettate dalla Costituzione.
Abbiamo accolto tutto questo dolore in un silenzio rispettoso, vicini alle
donne detenute, al loro smarrimento e dolore. Abbiamo cercato di
comprendere i tanti tasselli di una vicenda che ha avuto un epilogo così
drammatico.
Conosciamo la complessità del carcere, dei suoi problemi, della sua
gestione. Ma conosciamo anche bene l’impegno da sempre profuso dalla
Direzione dell’Istituto femminile di Rebibbia per fare del carcere un luogo
di reinserimento, di riflessione, di presa di coscienza, di
riappacificazioni delle detenute con sé stesse e con le persone che hanno
sofferto per le loro colpe, di crescita culturale e molto altro ancora.
Sappiamo dell’attenzione con cui le donne sono seguite e ne condividiamo le
scelte operative, dell’apertura dell’Istituto al territorio e alle sue
Istituzioni, come la scuola materna del quartiere che accoglie ogni giorno
nelle sue classi i bambini della Sezione nido.
Ed è per questo che sentiamo il dovere di rompere il silenzio.
Pensare di dare una risposta risolutiva a questo dramma scaricando sulla
Direzione e sulla Vice-comandante la responsabilità di quanto è successo è
un grave errore. Le responsabilità sono tante e nessuno - nemmeno noi - può
pensare di tirarsene fuori, trovando un colpevole che paghi per tutti.
Il dramma dei bambini in carcere è noto a tutti. La legge del 2011 ha
tracciato una linea che prevede una collocazione alternativa al carcere per
mamme e bambini, ma la sua applicazione fatica a trovare pienezza. Il
disagio sociale sempre più presente all’interno degli Istituti di pena non
è certo una novità e troppo spesso il peso di tale problema è affidato al
personale di Polizia penitenziaria. Gli Enti locali faticano a dare
risposte a chi esce dal carcere e cerca di ricominciare una vita diversa. I
cittadini molto spesso si oppongono alla nascita di strutture di
accoglienza, come le case famiglia per le donne detenute con figli.
Colpire i vertici della Casa circondariale femminile di Rebibbia significa,
per noi, aggiungere danni alla tragedia provocata da una mamma detenuta.
A buon diritto
Arci
A Roma Insieme
Associazione Articolo 21 - Liberi di
AS.VO.PE. - Palermo
Associazione Antigone
Associazione Controluce – Pisa
Associazione Fuoririga – Casal del Marmo
Associazione Liberamente - Cosenza
Associazione Sarda per l'attuazione della riforma psichiatrica
Associazione Semi di Libertà onlus
Associazione Spondé onlus
Associazione Volontari In Carcere/Caritas di Roma
Atletico diritti
Cibo Agricolo Libero
Comunità di Sant’Egidio
Comunità Papa Giovanni XXIII
Conferenza nazionale Volontariato Giustizia
Conferenza per la Salute mentale nel mondo “Franco Basaglia”
Cooperativa Con-Tatto
Cooperativa Sociale Concordia onlus
Coordinamento Regionale “Tino Beiletti” - Piemonte e Valle d’Aosta
Coordinamento SEAC - Calabria
Coordinamento SEAC - Veneto
Festival dei matti
Fondazione Franco e Franca Basaglia
Fondazione Zancan
Forum nazionale per la salute in carcere
Forum salute mentale nazionale
Gruppo Idee laboratorio ricuciamo
GRUSOL Gruppo solidarietà
I Cappellani degli Istituti di Rebibbia
La Fraternità - Verona
Magistratura democratica
Men at work onlus
Nessuno tocchi Caino
Oltre le sbarre
Osservatorio Stopopg per la salute mentale
Panta Coop arl onlus
Ristretti orizzonti
SEAC
Sesta città di rifugio
Sesta opera San Fedele - Milano
Sesta Opera San Fedele - Rieti
Società Cooperativa e-Team
Società di San Vincenzo De Paoli
Ucsi – Unione cattolica stampa italiana
Unasam
Vo.Re.Co.

Il giorno sab 22 set 2018 alle 09:05 thorgiov <thorgiov a libero.it> ha
scritto:

> Chiaramente Marco Patarnello ha una conoscenza del mondo penitenziario che
> gli viene dall'esperienza maturata nel campo da molti anni. Al contrario il
> ministro che ha adottato in via cautelare, e quindi provvisoria, il
> provvedimento di sospensione non ha quella esperienza, ed è probabile che
> sia stato influenzato anche dal sentimento di indignazione dell'opinione
> pubblica di fronte ad una vicenda così grave. Però non ha senso criticare
> l'operato del ministro solo perchè si conoscono personalmente i funzionari
> colpiti dalla sospensione. La conoscenza personale spesso non consente di
> esaminare le vicende con la necessaria asetticità, se non altro perchè
> occorre distinguere sempre l'ambito penale da quello amministrativo. In
> altri termini, può verificarsi che un comportamento alla fine non
> costituisca reato, e che tuttavia sia censurabile sotto il profilo
> disciplinare. Il giudizio non è una attività di competenza esclusiva dei
> magistrati.
>
> FELICE  PIZZI ( Giudice del contenzioso del Tribunale di Napoli Nord )
>
> Il 21/09/2018 19:29, Costanzo Antonio ha scritto:
>
> Mondo alla rovescia? Non mi pare.
>
> La testimonianza di Marco Patarnello mi colpisce, la trovo molto ricca (di
> esperienza, di riflessione, di misura e umanità) ed efficace, per chi la
> vuole comprendere: e mi riferisco al cittadino medio, che non conosce il
> sistema giudiziario né quello penitenziario (io stesso, che faccio il
> giudice civile, assai poco so dell’esecuzione della pena).
>
> Credo che faccia parte del mestiere di magistrato anche raccontare fatti,
> spiegare ai non addetti ai lavori quello che a noi capita di osservare
> quotidianamente e che a volte può apparirci scontato mentre tale non è,
> dare elementi di riflessione,  se del caso seminare dubbi.
>
> Sappiamo tutti quanto sia importante, decisiva, oggi la comunicazione
> pubblica. Che richiede l’uso di tecniche ben precise. Poco familiari,
> forse, alle associazioni dei magistrati.
>
> Se ogni tanto si leva la voce misurata e competente di un magistrato (e
> alcuni e alcune di noi sono davvero molto bravi nel comunicare), mi sembra
> solo un bene.
>
> Antonio Costanzo, trib. BO
>
>
>
>
>
> *Da:* Area [mailto:area-bounces a areaperta.it <area-bounces a areaperta.it>] *Per
> conto di *thorgiov
> *Inviato:* venerdì 21 settembre 2018 18:26
> *A:* area a areaperta.it
> *Oggetto:* Re: [Area] R: Significative parole sullla tragedia di Rebibbia
>
>
>
> Però è paradossale. Spesso da parte della politica è stato mosso  ai
> magistrati il rimprovero di voler cercare un colpevole subito e a tutti i
> costi, secondo una logica giustizialista, per assecondare gli istinti
> vendicativi delle masse. Qualcuno ricorda il periodo di Mani Pulite, cui
> seguì il periodo della restaurazione berlusconiana? Parimenti, da parte dei
> magistrati la politica è stata spesso accusata di non voler intervenire in
> sede amministrativa, prima e indipendentemente dall'accertamento penale,
> nei confronti di persone che avevano violato delle regole di legge o di
> prudenza. Ora c'è un rovesciamento dei ruoli : la politica interviene
> tempestivamente e i magistrati ( o meglio alcuni magistrati ) la accusano
> di giustizialismo sommario. Per l'appunto, un mondo alla rovescia.
>
> FELICE   PIZZI  ( Giudice del contenzioso del Tribunale di Napoli Nord )
>
>
>
> Il 21/09/2018 14:21, Gianfranco Gilardi ha scritto:
>
> Si vorrebbe sentire qui spesso parole come queste e, soprattutto, si
> vorrebbe che parole come queste servissero a risvegliare le coscienze ed a
> far ritrovare il senso delle istituzioni.
>
> Gianfranco Gilardi
>
>
>
>
>
> Il Ven 21 Set 2018, 12:17 Marcello Basilico <
> marcello.basilico a giustizia.it> ha scritto:
>
> Le parole di Marco Patarnello ci mettono sotto gli occhi un tema più
> generale, divenuto ormai nodale nella comunicazione e nella politica di
> oggi: la ricerca del colpevole subito e ad ogni costo, figlia della logica
> semplificatrice che ormai si utilizza nella soluzione dei problemi più
> complessi.
>
>   Chi, se non noi magistrati, può segnalare ad alta voce, ogni volta che
> può, che questa logica è sbagliata e conduce a soluzioni sbagliate?
>
>   Grazie a Marco e a Francesco Maisto
>
>                                Marcello Basilico
>
>
>
> *Da:* Area [mailto:area-bounces a areaperta.it] *Per conto di *Francesco
> Maisto
> *Inviato:* venerdì 21 settembre 2018 11:41
> *A:* Area Md- Movimenti; ISCRITTI
> *Oggetto:* [Area] Significative parole sullla tragedia di Rebibbia
>
>
> Ma i politici evitino processi sommari
>
> [image: PDF]
> <http://www.ristretti.org/pdf/Le-Notizie-di-Ristretti/ma-i-politici-evitino-processi-sommari.pdf?format=phocapdf>
>
> [image: Stampa]
> <http://www.ristretti.org/Le-Notizie-di-Ristretti/ma-i-politici-evitino-processi-sommari/Stampa>
>
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> *di Marco Patarnello*
>
>
>
> *La Repubblica, 21 settembre 2018*
>
>
>
> Caro direttore, faccio il magistrato penale da quasi trent'anni, ho visto
> da vicino tante terribili vicende umane e da due anni sono il magistrato di
> sorveglianza per Rebibbia Femminile, sebbene solo per le detenute
> definitive. Osservo i numerosi interventi mediatici di queste ore
> successive alla tragedia accaduta lunedì, che ha visto due bimbi uccisi in
> carcere dalla loro mamma e sento il bisogno di dire alcune cose.
>
> Davanti a tragedie così, che ci costringono a guardare il buio senza fine
> che può esserci nell'animo umano penso che la reazione più giusta e matura
> dovrebbe essere il silenzio o per lo meno una rigorosa misura: pensare di
> avere la chiave per comprendere a caldo eventi come questi, le loro cause,
> le loro ragioni o addirittura la convinzione del senno di poi di poterli
> prevenire, individuando le responsabilità che li hanno prodotti, più che
> velleitario credo che sia superficiale e alluda al bisogno di cercare un
> responsabile per consentire a ciascuno di noi di scrollarsi di dosso quella
> parte di responsabilità collettive che ci appartengono, per le
> inadeguatezze e la fallibilità delle nostre pur sofisticate dinamiche
> sociali, civili, giuridiche.
>
> Soprattutto da parte di chi ha alte responsabilità istituzionali, cercare
> o addirittura additare in chi ha operato ogni giorno da decenni a questa
> parte in prima linea nel luogo della sofferenza e della esecuzione della
> pena - cui nessuno rivolge uno sguardo se non per puntare il dito, dove
> tutte le contraddizioni di un ordinamento ricco di aspirazioni ideali e
> privo di ogni risorsa vengono a collidere sui corpi e nelle menti di
> persone in carne ed ossa, conservando la massima attenzione ai diritti dei
> detenuti, con enorme sacrificio personale - mi sembra un modo piccolo, ma
> antico, di guardare e affrontare i problemi. Raramente nel corso della mia
> vita professionale ho trovato professionisti più attenti e sensibili di
> quelli che finora hanno retto, a diverso titolo, la direzione di quel
> carcere. E so di non essere l'unico.
>
> *Magistrato di sorveglianza per il carcere femminile di Rebibbia
>
> *< Prec.
> <http://www.ristretti.org/Le-Notizie-di-Ristretti/morte-di-due-bambini-detenuti>*
>
>
>
> *Succ. >
> <http://www.ristretti.org/Le-Notizie-di-Ristretti/signor-ministro-di-che-cosa-dovete-occuparvi-se-non-dei-bambini>*
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