[Area] Notti bianche e non solo....

thorgiov thorgiov a libero.it
Lun 14 Gen 2019 15:49:35 CET


Io stesso ho specificato che non tutti gli insegnanti sono stati assunti 
tramite la stabilizzazione del precariato. Per fortuna negli ultimi anni 
è affiorata, almeno a livello politico, la consapevolezza che solo il 
concorso è il metodo giusto per la selezione del personale pubblico, 
come del resto è previsto dalla Costituzione. Se si segue il metodo 
giusto, i risultati arrivano, nella scuola come negli altri settori. Lo 
stesso vale per il confronto : deve avere luogo con il metodo più 
corretto. Io credo che questi incontri organizzati non lo siano. Quando 
ero Pretore in Sicilia, organizzai una visita a sorpresa in un istituto 
di suore che si occupava della cura di bambini disagiati. Non diedi 
alcun preavviso, e i risultati arrivarono, perchè fu possibile, in 
questo modo, verificare quale era la situazione reale dei luoghi e il 
modo in cui venivano tenuti i piccoli. Ovviamente ciò suscitò una serie 
di proteste, che arrivarono pure al Tribunale dei Minori competente per 
territorio. Nel 1997, quando ero uditore, il locale Consiglio 
giudiziario organizzò una visita nella casa circondariale di 
Poggioreale. Fu ovviamente una visita guidata, che seguiva un itinerario 
e degli incontri prestabiliti. A un certo punto, dopo che il direttore 
ci aveva fatto vedere una cella, abbastanza ampia, e dopo che avevamo 
parlato con i sei detenuti che la occupavano, un collega si spazientì e 
disse che voleva visitare una cella a caso, e ne indicò una. Quando 
questa fu aperta, trovammo dodici detenuti ammassati letteralmente l'uno 
sull'altro, in uno spazio poco più grande di uno sgabuzzino. Fu un fuori 
programma molto utile, anche se non molto gradito da parte di chi ci 
assisteva. Faccio un altro esempio che non riguarda la mia personale 
esperienza, che di per sè è molto limitata e quindi non significativa. 
Prendiamo la Comunità agricola del Forteto in Toscana. Per anni è stata 
descritta, anche da parte di magistrati, come una eccellenza educativa 
per il recupero dei ragazzi disagiati.  Solo negli ultimi anni c'è stato 
il processo e quindi la condanna per maltrattamenti e abusi sessuali a 
carico di chi la gestiva.

Insomma, è una questione di metodo. Per questo ho suggerito, per 
conoscere qualsiasi realtà, di parlare direttamente, al di fuori degli 
incontri ufficiali, con le persone che la vivono. Alla fine dubitare è 
utile, e comunque è preferibile dubitare anzichè credere a tutto quello 
che ci viene detto solo perchè coincide con le nostre aspettative.

FELICE  PIZZI  ( Giudice del contenzioso del Tribunale di Napoli Nord )

Il 14/01/2019 13:01, Stefano Celli ha scritto:
>
> Felice leggi bene. Francesco ha scritto che c'è ANCHE una scuola 
> diversa e migliore, che probabilmente lui ha incontrato.
>
> Non fatico a credergli, perché anche per me è così. Ho incontrato 
> professori, gruppi classe e sezioni ottime, altre mediocri, altri 
> pessimi e comunque, pur non essendo pessimi, con alcune delle 
> caratteristiche che tu attribuisci alla quasi totalità, anzi alla 
> totalità della scuola.
>
> Per me sei stato sfortunato. Poi ovviamente il mio campione statistico 
> non è rappresentativo, ma la tua assolutizzazione, prima che 
> inaccettabile, è proprio sbagliata.
>
> Ciao
>
> Stefano
>
> Il 14/01/2019 08:54, thorgiov ha scritto:
>>
>> Non sono il Ministro della Istruzione, Università e Ricerca, per cui 
>> sicuramente non dipende da me. Tuttavia ho parecchi parenti 
>> insegnanti. Anche mia madre era insegnante. Credo che voi immaginiate 
>> una scuola che non esiste, che non può esistere. L'ho sempre detto : 
>> il vero problema degli italiani, di tutti gli italiani, è che vivono 
>> di retorica ed hanno un difficile rapporto con la realtà. 
>> Probabilmente i cittadini a loro volta hanno una idea errrata della 
>> giustizia, perchè la vivono da soli utenti del servizio ( quando 
>> anche la giustizia non è un servizio, ma un ammortizzatore sociale, e 
>> questa è la vera radice, ineliminabile, di tutti i suoi guasti ). Ma 
>> almeno loro usufruiscono della giustizia, e una idea di massima, 
>> anche se errata, se la possono fare. Voi invece giudicate la scuola 
>> sulla base di singoli incontri ben organizzati su temi specifici, ma 
>> non la vivete tutti i giorni, tranne che in veste di genitori, quando 
>> i vostri figli ve ne parlano. Provate a parlare un poco con gli 
>> insegnanti, possibilmente scelti a caso, al di fuori di questi 
>> incontri, e scoprirete una realtà diversa, che purtroppo non vi piacerà.
>>
>> FELICE   PIZZI  ( Giudice del contenzioso del Tribunale di Napoli Nord )
>>
>> Il 13/01/2019 18:39, Francesco Mazza Galanti ha scritto:
>>> Forse c'è anche una scuola diversa e migliore rispetto a quella che 
>>> hai in testa tu ...
>>>
>>> Lascia che così sia...
>>>
>>> Francesco Mazza Galanti  - Tribunale di Genova
>>>
>>> Inviato da iPad
>>>
>>> Il giorno 13/gen/2019, alle ore 16:50, thorgiov <thorgiov a libero.it 
>>> <mailto:thorgiov a libero.it>> ha scritto:
>>>
>>>> Non sono d'accordo. La scuola ormai da decenni viene vissuta 
>>>> essenzialmente con fastidio da parte degli studenti e dei loro 
>>>> genitori, i quali il più delle volte pensano che non vale neppure 
>>>> la pena di imparare qualcosa, perchè poi a decidere sul successo di 
>>>> una carriera professionale saranno più che altro le relazioni 
>>>> personali. Anche i professori lo sanno e sono sempre più 
>>>> demotivati, nel momento in cui si trovano contro i loro studenti 
>>>> appoggiati senza riserve dalle famiglie di provenienza. Del resto 
>>>> la maggior parte degli insegnanti attualmente in servizio non è 
>>>> nemmeno entrata nella scuola per concorso, ma in virtù di 
>>>> immissioni in ruolo dei precari, e mancando una selezione alla base 
>>>> la qualità complessiva del corpo docente nel corso degli anni è 
>>>> scesa sempre di più. I professori hanno sempre guadagnato poco, ma 
>>>> c'era un tempo in cui il rispetto nei loro confronti era 
>>>> incondizionato. Oggi quel rispetto non esiste più, e la scuola è 
>>>> diventata essenzialmente un ammortizzatore sociale, l'ultima 
>>>> spiaggia per chi ha una laurea .
>>>>
>>>> FELICE  PIZZI  ( Giudice del contenzioso del Tribunale di Napoli Nord )
>>>>
>>>> Il 13/01/2019 11:33, Francesco Messina ha scritto:
>>>>>
>>>>> Nei mesi scorsi ho rappresentato ai colleghi le iniziative 
>>>>> marchigiane di AREA per stabilire un dialogo costante, e non 
>>>>> occasionale, con le scuole.
>>>>>
>>>>> La scelta è stata quella di un’azione convergente nei contenuti 
>>>>> (almeno per quanto è possibile) da sviluppare o da approfondire 
>>>>> all’interno dei programmi di studio dei docenti.
>>>>>
>>>>> E così venerdì sera, sino a tarda ora, ho partecipato 
>>>>> all'iniziativa organizzata dall'Istituto "Nolfi" di Fano per la 
>>>>> "notte bianca" dei licei classici.
>>>>> Sono state ore piene di sentimento e di ragione, grazie a un 
>>>>> programma davvero splendido organizzato da professori e studenti.
>>>>> Ho percepito la loro passione, il loro impegno, il loro credere in 
>>>>> ciò che facevano.
>>>>> Li ringrazio per la vitalità che hanno generato in tutti e in me 
>>>>> in particolare.
>>>>> Ho dato il mio contributo, trattando il tema “/Socrate. problema o 
>>>>> risorsa civile? Il processo come luogo della riflessione critica/” .
>>>>> Ho ascoltato ottime relazioni tenute dai docenti. Gli studenti 
>>>>> hanno offerto spunti di grande interesse.
>>>>>
>>>>> Insomma, mi sono arricchito non poco.
>>>>>
>>>>> Da tutto ciò ho tratto qualche considerazione.
>>>>>
>>>>> Ho tratto spunto anche dallo straordinario riscontro di pubblico 
>>>>> avuto da Roberto Scarpinato, il 30 novembre scorso, sempre a Fano, 
>>>>> nell’ambito di una iniziativa patrocinata dall’ANM delle Marche.
>>>>>
>>>>> L’incontro con Roberto Scarpinato non ha dato solo la possibilità 
>>>>> (davvero unica) a chi era presente di fissare e mettere in logica, 
>>>>> ordinata sequenza alcuni tasselli decisivi per la storia italiana.
>>>>>
>>>>> E’ stata anche l’occasione per comprendere che ci sono precise 
>>>>> esigenze nella comunità, più o meno pensante, di cui siamo parte.
>>>>> Esiste, ed è forte nella sua cogenza, il desiderio di approfondire 
>>>>> temi che riguardano la verità, il diritto, la giustizia.
>>>>> E non solo con la consapevolezza dei meccanismi giuridici, ma 
>>>>> anche della storia processuale italiana, intesa come parte 
>>>>> decisiva per una vera memoria collettiva.
>>>>> Certo, si tratta di essere disponibili e duttili sul piano 
>>>>> comunicativo, ma lo spazio d'interlocuzione e di condivisione è 
>>>>> ancora ampio, purché lo si voglia vedere e praticare.
>>>>> Come cittadini e come magistrati non ci possiamo sottrarre, a 
>>>>> patto, però, che la tutta nostra storia – compresa quella dei 
>>>>> colleghi che, in solitudine, si sono posti come elemento di 
>>>>> contraddizione positiva rispetto a persone, prassi, sistemi di 
>>>>> potere, e come tali spesso dimenticati o resi “insipidi” nel loro 
>>>>> ricordo, vale a dire senza il significato urticante dei loro 
>>>>> pensieri e delle loro azioni – sia compresa, sia “saputa” da chi 
>>>>> entra – ora - in magistratura.
>>>>>
>>>>> Nell’ansiogena ricerca di ciò che è “moderno”, di ciò che è 
>>>>> “attuale”, si dimentica che esso, per definizione, è transeunte, 
>>>>> non è stabile, sarà trascinato via dal passare del tempo.
>>>>> E allora forse è davvero il caso di recuperare ciò che noi siamo 
>>>>> in senso “classico”. Di fare della nostra memoria 
>>>>> storico-professionale una categoria non statica, ma dinamica, attiva.
>>>>>
>>>>> Si è “classici” quando si sopravvive al “moderno”, quando si 
>>>>> “resiste” al “qui e ora” nel senso più furbesco e semplificante 
>>>>> dell’espressione. Senza capacità critica, senza confronto, senza 
>>>>> il giusto distacco rispetto a ciò che rischia di far diventare 
>>>>> asserviti al (o servi del) momento.
>>>>>
>>>>> Se si tratta, allora, di “resistere”, di selezionare il meglio che 
>>>>> supera il tempo contingente, il semplicemente “moderno”, la scuola 
>>>>> rappresenta l'ultimo territorio non ancora definitivamente 
>>>>> espugnato dall'idiozia di massa.
>>>>> La diseducazione al ragionamento, scopo principale del sistema 
>>>>> mediatico e di precisi interessi negli ultimi decenni, ha 
>>>>> abbassato il senso critico complessivo.
>>>>> Ma c'è, ancora, un luogo collettivo e culturale da presidiare.
>>>>> C'è, ancora, una trincea etica da difendere.
>>>>> Ed è, appunto, la scuola. Il luogo in cui, anche etimologicamente, 
>>>>> s’insegna a non essere “al servizio” di nulla. A essere 
>>>>> autenticamente liberi di pensare secondo i principi che aiutano a 
>>>>> “stare” nella Storia, elaborando, cioè, un giudizio critico 
>>>>> rispetto al momento, e non a soccombere a esso.
>>>>> Lo si può fare non solo dando il nostro contributo conoscitivo, ma 
>>>>> stando anche vicini agli insegnati della scuola secondaria.
>>>>> Condividendo le difficoltà del loro lavoro, le loro problematiche 
>>>>> organizzative, le loro istanze economiche.
>>>>> Contribuendo a ristabilire l'autorevolezza sociale della loro 
>>>>> professione.
>>>>>
>>>>> Contrastando il disegno impiegatizio che il contesto (in)culturale 
>>>>> si vuole attuare – e in parte non minima è stato realizzato - 
>>>>> proprio per insegnanti e magistrati.
>>>>>
>>>>> C’è uno spazio in cui misurare il nostro compito professionale e 
>>>>> intellettuale.
>>>>>
>>>>> Ma ben sapendo che non c'è compito più difficile e appassionante 
>>>>> che educare un giovane a essere libero nella mente e nel cuore, in 
>>>>> modo autentico e responsabile.
>>>>>
>>>>> Francesco Messina, Tribunale Pesaro
>>>>>
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