[Area] FOCUS SU RIFORMA CRISI D'IMPRESA

Sergio Rossetti sergio.rossetti a giustizia.it
Gio 24 Gen 2019 18:34:34 CET


Veramente, Felice, il sistema prova a distinguere, seriamente, tra crisi e insolvenza e a creare una serie di strumenti perché anche le PMI siano in grado di affrontare la crisi prendendone contezza in tempo e approntando le relative misure per salvare - perché no? - l’impresa e il reddito dei lavoratori.
 Trovi tutto nei primi 25 articoli del nuovo codice.
Molti colleghi ripongono notevole fiducia nel nuovo sistema di allerta, pure consapevoli dell’esistenza di alcuni limiti del meccanismo, della possibilità di migliorarlo anche immaginando (ma la questione non riguarda prevalentemente le misure di allerta) delle buone prassi (e sì, Felice, non smetteremo mai di pensare a prassi virtuose ...) da condividere nei diversi uffici.
Questo atteggiamento disfattista prima ancora che il nuovo sistema entri in vigore, sinceramente, non lo comprendo.
Mi pare che questo sia il tempo dello studio approfondito e della seria riflessione per sfruttare al meglio le potenzialità del nuovo codice.
Ringrazio, quindi,  Fabio per la cortese segnalazione, apprezzando nel suo intervento, in particolare, il corretto inquadramento del tema, perché ogni ragionamento sulla crisi d’impresa non può prescindere da una riflessione sui comportamenti criminali nell’economia apparentemente legale.

Sergio Rossetti
(Giudice Delegato, Milano)

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Il giorno 24 gen 2019, alle ore 17:21, thorgiov <thorgiov a libero.it<mailto:thorgiov a libero.it>> ha scritto:


C'è un errore di fondo nella impostazione della ennesima riforma : il sistema di allerta dovrebbe tendere a prevenire l'insolvenza conclamata. Ma intanto il debitore continuerà a non pagare, ed avrà anche uno scudo di nove mesi per proteggersi dalle azioni esecutive individuali. Sappiamo tutti benissimo che il fallimento è il modo migliore per non pagare i debiti o per pagarli solo in parte, magari con l'istituto della esdebitazione o con gli accordi di ristrutturazione. L'idea è che bisogna salvare l'impresa ad ogni costo. Questo è sbagliato. L'impresa che non paga deve semplicemente chiudere subito, per creare altri danni.

FELICE  PIZZI  ( Giudice del contenzioso del Tribunale di Napoli Nord )

Il 24/01/2019 10:35, Fabio REGOLO ha scritto:
Ricordo che qualche giorno fa su queste liste ci siamo confrontati sul tema - a mio avviso molto importante e sul quale in termini di “politica giudiziaria” si potrebbe/dovrebbe investire molto di più di quanto non si faccia - degli effetti negativi della criminalità economica e più in generale dei cosiddetti reati dei colletti bianchi sulla crescita del nostro paese. Abbiamo quindi ricordato come l’illegalità economica e le conseguenti esternalità negative di fatto, se ragioniamo con una ottica di sistema, impediscono la realizzazione del principio di uguaglianza sostanziale.

Credo utile a tal proposito girare un inserto comparso ieri su “Il Sole 24 Ore” dedicato alla importantissima riforma della legge fallimentare appena varata. Il contributo, sia pure con una illustrazione di alcune parti ovviamente molto sintetica, è a mio avviso prezioso per farsi una prima idea in quanto realizzato con il contributo di molti colleghi (la maggior parte dei quali vicini a “quelli di San Servolo”) che hanno fattivamente contribuito alla nascita di una serie di nuovi istituti o che comunque hanno animato il percorso di riforma.

Buona lettura a tutti,

Fabio Regolo




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