[Area] Troppi innocenti mandati a giudizio

thorgiov thorgiov a libero.it
Mer 30 Gen 2019 11:45:01 CET


Però da noi, anche se l'azione penale non è retrattabile, il pubblico 
ministero di udienza può chiedere l'assoluzione dell'imputato. Resta 
fermo che il Giudice può condannare lo stesso, proprio perchè l'azione 
penale ormai è stata esercitata. Devi considerare poi altre due grosse 
differenze tra il sistema americano e il nostro. Lì si definisce quasi 
tutto con riti alternativi, perchè se si va in dibattimento si rischiano 
pene pesantissime. Da noi no. Anzi, in appello esiste addirittura il 
divieto di reformatio in peius. Inoltre in America l'azione penale è 
discrezionale e il P.M. non ha nessuna remora ad avvalersi di tale 
discrezionalità. Da noi esistono i criteri di priorità, ma nessun 
ufficio requirente li vuole utilizzare. Gli ordinamenti sono diversi, ed 
anche le mentalità di fondo. Lì c'è una visione economicista del 
processo. Il P.M. si chiede se andare a processo convenga anche sotto il 
profilo economico, perchè vengono spesi soldi dei contribuenti. Noi in 
Italia siamo ammalati di retorica : un simile criterio dalle nostre 
parti non è nemmeno proponibile, e non solo nel campo della giustizia. 
Se ci fai caso, anche a livello politico gli attuali governanti si fanno 
un vanto di aver mantenuto le loro promesse su reddito di cittadinanza e 
quota cento, dimenticandosi le clausole di salvaguardia che dovrebbero 
entrare in vigore nei prossimi due anni. Come dire : la realtà non 
esiste. Si vive sempre sulle nuvole.

FELICE  PIZZI  ( Giudice del contenzioso del Tribunale di Napoli Nord )

Il 30/01/2019 11:10, Massimiliano ROSSI ha scritto:
>
> Qualche tempo fa ho letto un articolo relativo ad  un caso di cronaca 
> ( era stato arrestato a New York un importante personaggio che 
> rivestiva una carica di rilevanza mondiale ). L’articolo in questione 
> faceva anche il nome del pubblico ministero che avrebbe seguito il 
> caso evidenzaindo come lo stesso fosse davvero molto bravo in quanto 
> aveva già sostenuto l’accusa in 25 processi ottenendo ben 24 condanne 
> ( i numeri potrebbero essere sbagliati ma il concetto era quello ).
>
> Da noi invece nessun ufficio tiene le statistiche degli esiti dei 
> processi promossi dal pubblico ministero.
>
> La cosa in però non è assolutamente anomala se solo si tengono in 
> considerazione le diverse impostazioni tra il processo in America e in 
> Italia:
>
> a)In America vige il principio della lealtà processuale nel senso che 
> ad un certo punto anche la difesa è obbligata a tirare fuori le carte 
> e far vedere alla controparte tutti gli elementi a favore del proprio 
> assistito di cui dispone. E’ evidente quindi che, in America 
> diversamente che da noi, l’accusa viene promossa in modo totalmente 
> consapevole;
>
> b)In America una persona ( teste o indagato in procedimento connesso ) 
> che viene sentita nel corso delle indagini preliminari se si mostra 
> reticente e non conferma le sue precedenti dichiarazioni commette “ 
> oltraggio alla corte “. Da noi invece molto spesso esercita un suo 
> diritto ( es. duecentodiecista, o teste che sia familiare 
> dell’imputato ) con la conseguenza che l’esito del dibattimento sarà 
> molto diverso da quello che era prevedibile al momento dell’esercizio 
> dell’azione penale;
>
> c)In America, una volta che l’accusa si rende conto che l’azione 
> penale è stata esercitata in modo erroneo, il pubblico ministero 
> chiede che il processo non prosegua e il giudice si deve determinare 
> di conseguenza. Da noi, neanche sto a dirlo, vale tutta un’altra 
> disciplina.
>
> In conclusione quindi da noi il sistema è strutturato in modo che sia 
> quasi fisiologico che ci siano molti processi e che molti si 
> concludano con l’assoluzione dell’imputato. Finché le regole 
> resteranno queste non credo che si possa fare molto per cambiare le cose …
>
> *Da:*Area [mailto:area-bounces a areaperta.it] *Per conto di *Matteo Centini
> *Inviato:* mercoledì 30 gennaio 2019 10:12
> *A:* thorgiov
> *Cc:* area a areaperta.it
> *Oggetto:* Re: [Area] Troppi innocenti mandati a giudizio
>
> Ma poi che si fa? Tutto in procura generale, ad indagini scadute?
>
> Inviato da iPhone
>
>
> Il giorno 30 gen 2019, alle ore 10:06, thorgiov <thorgiov a libero.it 
> <mailto:thorgiov a libero.it>> ha scritto:
>
>     Sicuramente il giudizio monocratico ha dei problemi propri. Ma
>     insisto su un punto : non basta aumentare le richieste di
>     archiviazione. Bisogna invece utilizzare in modo efficace i
>     criteri di priorità. La legge esiste, è sufficiente utilizzarla.
>
>     FELICE   PIZZI  ( Giudice del contenzioso del Tribunale di Napoli
>     Nord )
>
>     Il 30/01/2019 09:48, Matteo Centini ha scritto:
>
>         Sicuramente il vero filtro è il pm, ma credo che sia
>         esperienza comune che le procure chiedano più archiviazioni
>         che rinvii a giudizio. Si può fare meglio certamente, ma credo
>         che il grande malato, ossia il giudizio monocratico, soffra di
>         problemi anche di altro tipo. Oltre al carico, incidono gli
>         avvicendamenti dei colleghi, soprattutto nei tribunali
>         piccoli, le problematiche di notifica, la qualità e
>         preparazione dei vpo e dei got (preciso e lo dico sempre che
>         ce ne sono di bravi, ma il livello medio almeno dove ho
>         lavorato io non è all’altezza). A proposito di quest’ultimo
>         punto una cosa che le procure devono fare o fare meglio è
>         sovrintendere al lavoro dei vpo con più attenzione,
>         monitorando il loro lavoro, magari abbinandoli ai pm. Così
>         come il tribunale dovrebbe fare o fare meglio con i got.
>         ricordiamoci che costoro sono quasi tutti avvocati e ciò
>         incide sui rapporti di forza in aula, soprattutto in realtà
>         locali.
>
>         Saluti
>
>         Inviato da iPhone
>
>
>         Il giorno 30 gen 2019, alle ore 09:20, thorgiov
>         <thorgiov a libero.it <mailto:thorgiov a libero.it>> ha scritto:
>
>             Il vero filtro è il P.M., o meglio, dovrebbe essere il
>             P.M. L'unica soluzione è adottare dei criteri di priorità
>             con sano realismo. La legge attribuisce questo potere agli
>             uffici inquirenti , che però preferiscono non esercitarlo.
>             Ci sono stati addirittura dei Procuratori che si sono
>             fatti pubblicamente vanto della loro volontà di non dare
>             seguito alla normativa. Alla fine, è una questione di
>             mentalità : bisogna capire che l'epoca del decretificio è
>             finita. Inutile lamentarsi se poi non si fa nulla per
>             cambiare.
>
>             FELICE  PIZZI  ( Giudice del contenzioso del Tribunale di
>             Napoli Nord )
>
>             Il 29/01/2019 20:37, Matteo Centini ha scritto:
>
>                 Il problema dell’udienza preliminare, nella maggior
>                 parte dei distretti, è il carico eccessivo dei
>                 colleghi. Se a Milano vi era una situazione efficiente
>                 dipendeva certamente anche dall’adeguato numero di
>                 risorse. Vi sono altre realtà, temo la maggior parte,
>                 che viceversa sono in difficoltà. Penso a Reggio
>                 Calabria che ha un numero di Gip risibile come
>                 risibile è che non si sia fatto nulla per aiutarli. Ma
>                 molte altre realtà sono in difficoltà. In questo senso
>                 se l’udienza preliminare è centrale allora li dobbiamo
>                 concentrare le risorse.
>
>                 Quanto alle polemiche e strumentalizzazioni sono
>                 scontate se anche il sempre ottimo (come mi è stato
>                 fatto notare) Ferrarella parla di “innocenti”, che ci
>                 aspettavamo?
>
>                 Inviato da iPhone
>
>
>                 Il giorno 29 gen 2019, alle ore 19:22, Claudio
>                 Castelli <claudio.castelli a giustizia.it
>                 <mailto:claudio.castelli a giustizia.it>> ha scritto:
>
>                     La riflessione sull’eccessivo numero di rinvii a
>                     giudizio sta già diventando un elemento di
>                     polemica che alcuni giocano contro la
>                     magistratura. Ragione di più per non lasciar
>                     cadere un problema sicuramente esistente e per
>                     cercare di dare risposte concrete. In primo luogo
>                     credo sia profondamente sbagliata la risposta di
>                     chi crede che un rimedio sia eliminare l’udienza
>                     preliminare. La mia esperienza ( ho fatto per 16
>                     anni il GIP) dice che un buon ufficio Gip fa un
>                     fortissimo filtro, e l’udienza preliminare è
>                     essenziale non solo per la celebrazione dei riti
>                     alternativi, ma anche per le sentenze di non luogo
>                     a procedere (il tasso di n.l.p. nella mia
>                     esperienza a Milano arrivava al 20 – 25 %).
>
>                     Non solo, ma quando guardiamo i dati delle
>                     assoluzioni e proviamo a distinguere tra
>                     collegiale e monocratico vediamo come il reale
>                     problema che “intasa” i tribunali e da cui
>                     derivano larga parte delle assoluzioni siano le
>                     citazioni dirette, proprio perché totalmente prive
>                     di filtro.
>
>                     Il riscontro dei dati che ho acquisito nel 
>                     distretto di Brescia parlano di un tasso di
>                     assoluzioni di gran lunga inferiore nel collegiale
>                     (tra il 10 ed il 20 % in meno).
>
>                     Credo che possono essere prese nell’immediato due
>                     iniziative, forse non risolutive, ma che ci
>                     possono far fare passi avanti:
>
>                     ·chiedere che nei dati e nelle performance degli
>                     uffici giudiziari vengono compresi anche gli esiti
>                     dei procedimenti, il tasso di impugnazioni ed il
>                     tasso di conferme in appello (ed in cassazione),
>                     specificando le riforme in punto di responsabilità
>                     ed in punto di pena; assurdamente oggi non vi sono
>                     statistiche ed ottenerle, l’ho verificato nel mio
>                     distretto, è tutt’altro che facile;
>
>                     ·aprire tavoli distrettuali in cui affrontare
>                     insieme (uffici giudicanti e requirenti, di primo
>                     e secondo grado) sia i criteri di priorità nelle
>                     fissazioni, sia l’esito ed i tempi che hanno i
>                     nostri processi, sia la capacità di definizione
>                     che un tribunale e/o una corte d’appello possono
>                     avere. Si tratta di condividere i problemi, di
>                     esserne consapevoli e di dare risposte, perché
>                     l’attuale sistema non regge, anche per colpa
>                     nostra. Si tratta anche di coinvolgere
>                     l’avvocatura su questi problemi. Non potremo dare
>                     soluzioni definitive, ma migliorare la situazione
>                     sicuramente si.
>
>                     Claudio Castelli – CA Brescia
>
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