[Area] R: L'aumento di organico: una grande occasione

Antonio Ardituro antonio.ardituro a giustizia.it
Mer 6 Feb 2019 10:30:17 CET


Ringraziando Claudio Castelli per aver rilanciato il tema, che si fa sempre più urgente, riporto il link al mio contributo pubblicato da “Giustizia insieme”.
Si tratta di considerazioni., le sue e le mie,  solo in parte convergenti che possono però aiutare a ragionare ed in ogni caso mettono in chiaro alcune delle più rilevanti questioni da affrontare.
Saluti,
Antonello Ardituro


Da: Giustizia Insieme [mailto:redazione a giustiziainsieme.it]
Inviato: giovedì 17 gennaio 2019 10:07
A: Area <area a areaperta.it>; Mailinglist Anm <mailinglist-anm a associazionemagistrati.com>; Nuovarea <nuovarea a nuovarea.it>
Oggetto: [Mailinglist-anm] L’aumento della pianta organica


L’AUMENTO DELLA PIANTA ORGANICA DEI MAGISTRATI: UNA SFIDA CHE CHIAMA IN CAUSA L’INTERA MAGISTRATURA ED UN’OCCASIONE DA NON PERDERE. DI ANTONELLO ARDITURO

https://www.giustiziainsieme.it/it/il-magistrato/561-l-aumento-della-pianta-organica-dei-magistrati-una-sfida-che-chiama-in-causa-l-intera-magistratura-ed-un-occasione-da-non-perdere


Da: Area [mailto:area-bounces a areaperta.it] Per conto di Claudio Castelli
Inviato: mercoledì 6 febbraio 2019 09:54
A: area <area a areaperta.it>
Oggetto: [Area] L'aumento di organico: una grande occasione


L’aumento di organico di 600 unità: una grande occasione.



L’aumento di organico di 600 unità dell’organico dei magistrati è un’occasione da non perdere. Stupisce la scarsa attenzione destinata anche tra di noi ad un aspetto chiave per il nostro lavoro e vanno raccolte le sollecitazioni di Antonello Ardituro. L’organico dei magistrati ed il suo dimensionamento va governato con grande cautela e attenzione perché aumentare in modo indiscriminato il numero di magistrati, come alcuni vorrebbero, porta unicamente alla dequalificazione (quanto avvenuto a avvocati e professori universitari dovrebbe insegnarci qualcosa). Inoltre aumentare i magistrati senza un adeguato supporto di personale e mezzi rischia di essere uno spreco e di non ottimizzare il nostro lavoro ed il nostro ruolo. Ma queste obiezioni sarebbero valide se si parlasse di un aumento molto più sostenuto delle 600 unità (+ 6 %) rispetto all’attuale quadro. Dobbiamo sempre ricordare che dai dati CEPEJ risulta che il rapporto tra giudici e popolazione è tra i più bassi in Europa. Come abbiamo un rapporto bassissima di addetti giudiziari rispetto alla popolazione. Un aumento contenuto di magistrati ed una copertura e aumento di organico del personale sono oggi necessari e possono servire non solo a mantenere un indice di definizione positiva, ma a aggredire quell’arretrato che oggi impedisce di fare un salto di qualità. Il problema su cui dobbiamo concentrarci è piuttosto discutere e arrivare a proposte su come distribuirli. Credo che sul terreno ci siano due problemi su cui ragionare.

Il primo è la proposta di superare l’attuale rigidità degli organici delineando una quota flessibile da indicare a livello distrettuale che possa servire non solo per coprire le scoperture fisiologiche (maternità, malattie), ma anche per far fronte a emergenze e flussi particolari di lavoro e per perseguire progetti di recupero dell’arretrato. So bene che l’esperienza dei magistrati distrettuali non è stata felice, ma proprio da questa esperienza dobbiamo imparare. Assicurare una permanenza minima congrua, adottare una procedura trasparente e garantita, indicare tassativamente le ragioni che debbono portare all’assegnazione, introdurre incentivi per i successivi trasferimenti (eventualmente consentendo anche una legittimazione inferiore), anche economici, potrebbero rendere appetibile un ruolo che sinora era andato deserto in molti distretti.

Superare la rigidità, almeno per una quota dell’aumento di organico, può consentire una migliore adattabilità delle nostre risorse alle esigenze del territorio. Un’ipotesi a mio avviso percorribile.

Il secondo problema riguarda i parametri con cui procedere alla distribuzione. Abbiamo anzitutto diversi bacini ciascuno con una relativa autonomia cui destinare l’aumento di organico: giudicanti e requirenti, primo e secondo grado (per la cassazione la quota è già fissata).

Potrebbe essere anche l’occasione per rivedere la totale irrazionalità di proporzioni tra Tribunali e Procure (il rapporto tra Sostituti di una procura e giudici di un tribunale oscilla tra i 1,50 di Nuoro ed i 3,83 di Crotone con una mediana  di 2,58), e tra primo e secondo grado.

Dobbiamo tenere conto che il secondo grado (oltre che la Cassazione) è oggi il vero punto debole del sistema, ma anche che occorre mantenere un equilibrio tra i diversi gradi e che il vero rimedio è intervenire sulle impugnazioni più che sulle Corti. E poi occorre decidere i parametri su cui intervenire nella distribuzione territoriale. Credo che i criteri adottati nella ridistribuzione del 2016 siano replicabili, in particolare dando rilievo, quanto al dato meramente giudiziario, ai flussi ed in particolare alle sopravvenienze. Riterrei del tutto errato e con effetti disincentivanti,basarsi o tenere conto delle pendenze. Vorrebbe semplicemente lanciare il messaggio che creare arretrato è utile e riperpetuare una politica lassista che ha già creato enormi danni in magistratura. Il problema dell’arretrato esiste e va affrontato di petto, ma questo può essere fatto o con un intervento straordinario (ad esempio utilizzando magistrati in pensione) o destinando a questo recupero in via temporanea parte della quota flessibile distrettuale sulla base di progetti con scansioni temporali precise debitamente monitorate.

Una discussione aperta che credo debba vederci protagonisti.

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