[Area] R: R: QUESTIONE GIUSTIZIA - Legittima difesa: una legge per un Paese più pericoloso

Luca Poniz luca.poniz a giustizia.it
Ven 29 Mar 2019 19:14:45 CET


 

“Però rendiamoci conto che se Salvini fa demagogia, non è detto che noi dobbiamo replicare facendo pedagogia. A me i maestri di vita non sono mai piaciuti, nemmeno quando sono magistrati. Anzi, soprattutto quando sono magistrati. Qui siamo di fronte a trasformazioni epocali, non necessariamente in positivo, ma non è che dobbiamo reagire per forza di cose con una mentalità ottocentesca, perchè alla fine saremo noi perdenti, per forza di cose. Insomma, se dobbiamo morire per delle idee, facciamolo pure, ma di morte lenta”. 

Confesso che mi sono perso, nella logica un po’ ermetica di questo ultimo passaggio . Mi scuso se  non colgo collegamenti che non escludo siano finissimi, e dunque Felice magari ce li chiarirà.

Intanto noto che il suo collega Gip rimasto anonimo – che,  se comprendo bene, accusa di incoerenza tra i princìpi che applica e le azioni che sarebbe disposto a compiere … - confessa di non essere affatto un pedagogo, piuttosto un discente, e mi pare di capire delle idee di Felice stesso: che dunque è il pedagogo della situazione.

Ma non è stato pedagogo nel solo chiuso del rapporto privato con il collega: è pedagogo di tutti noi, sempre se colgo bene la portata del messaggio. Perché altrimenti quale sarebbe il senso dell’energico richiamo alla contemporaneità, alla sensibilità verso le trasformazioni epocali, e- forse, ma qui potrei aver equivocato, il suo pensiero si fa più enigmatico….- alla forza della maggioranza, di fronte a cui si rischia di essere perdenti? 

Resta oscuro, insieme alla stessa tenuta logica di alcuni passaggi, il fondamento del timore di rimanere ancorati ad una “mentalità ottocentesca”.  E io che mi sentivo in colpa per essermi accontentato di difendere i principi del codice penale di Rocco, che, insieme a Mussolini, aveva partorito un codice che la perfidia della storia ci aveva imposto di difendere – in uno dei tanti passaggi sventurati di questo Paese – da intrusioni peggiorative… 

Più che morire per delle idee, l’urgenza è di averle chiare, mi sentirei di dire.  Sotto questo profilo, trovo rassicurante la condivisione delle analisi impietose del testo della riforma dalla stragrande parte dei penalisti, dei più svariati orientamenti politico-culturali; e le riflessioni sulla più grande insidia di questa riforma,  quell’ “automatismo” valutativo – racchiuso da quel “sempre”, introdotto nel secondo comma dell’art. 52 c.p. – che è un chiaro e diretto attacco al senso stesso della giurisdizione.

Scoprire che ciò sia condiviso da magistrati mi lascia francamente sgomento.

LP

 

 

 

 

Da: Area [mailto:area-bounces a areaperta.it] Per conto di thorgiov
Inviato: venerdì 29 marzo 2019 16:53
A: area a areaperta.it
Oggetto: Re: [Area] R: QUESTIONE GIUSTIZIA - Legittima difesa: una legge per un Paese più pericoloso

 

Per l'appunto preferisco ragionare sul merito della nuova formulazione della norma, che non mi sembra affatto una sciagura. In effetti il legislatore è intervenuto sia sui presupposti che sui limiti della legittima difesa. Per quanto riguarda i presupposti, il nuovo ultimo comma dell'art. 52 c.p. stabilisce che essi sussistono sempre quando l'atto viene compiuto per respingere l’intrusione posta in essere. Ora, questo era già un presupposto della scriminante contenuto implicitamente nella vecchia previsione , perchè evidentemente non si può respingere chi sta già scappando, e se l'intruso non sta scappando esiste per forza di cose la necessità di difendere un diritto proprio od altrui contro il pericolo attuale di una offesa ingiusta. Non vedo, sotto questo profilo, una grossa novità. Al contrario, le modifiche veramente significative sono quelle che riguardano gli artt. 52 e 55 c.p. laddove il presupposto della scriminante viene identificato in circostanze oggettive e soggettive  che ostacolano la difesa ( per es. intrusione effettuata nottetempo o in casa di persona anziana o malata ) oppure, in alternativa, in uno stato di grave turbamento. Ecco, questa seconda alternativa effettivamente crea a me un turbamento, perchè a differenza della prima è di difficile riscontro e anche di difficile determinazione. Però non è la prima volta che il legislatore utilizza simili concetti. Pensiamo all'art. 612 bis c.p., laddove vengono punite le molestie che provocano grave stato di ansia o di paura.  Perchè mai simili nozioni possono essere utilizzate per punire, e lì nessuno ha qualcosa da obiettare, e non per scriminare ? Dovrebbe essere il contrario. In ogni caso la prima delle alternative, quella che si identifica nella situazione di cui all'art. 61 n. 5 c.p., mi sembra ragionevole, perchè si tratta di una situazione di inferiorità in cui per definizione esiste sempre la necessità di difendersi.

Per quanto riguarda i limiti della legittima difesa, il legislatore è intervenuto sul limite della proporzione, sostituendo una presunzione assoluta di proporzionalità  ad una relativa. Ora, spetta al legislatore effettuare un bilanciamento tra i diversi interessi, decidendo quali di essi sacrificare, salvo che la sua scelta sia irragionevole. In questo caso la legge dà la prevalenza, una volta per tutte, alla incolumità dell'aggredito rispetto a quella di un aggressore. Certo, può apparire irragionevole questa scelta quando ad essere sacrificata è l'incolumità personale di un aggressore rispetto alla salvaguardia del patrimonio di un aggredito. Però nella situazione contemplata dalla norma ( intrusione in casa ) viene di fatto sempre in rilievo una aggressione della persona, e non del suo solo patrimonio. In proposito voglio raccontarvi un episodio. Molti anni fa, nel corso di una rapina a mano armata, un poliziotto, che non era in servizio e neppure in divisa, intervenne e sparò, uccidendo uno dei rapinatori. Il P.M. chiese l'archiviazione. Il G.I.P. respinse la richiesta e impose al P.M. di formulare l'imputazione. A distanza di pochi mesi, nel corso di una conversazione che ebbi con il collega G.I.P., incominciammo a discutere di una serie di rapine in villa che all'epoca erano state effettuate con modalità efferate, posto che alcune delle vittime erano state torturate, e di cui mi stavo occupando avendo ricevuto, a mia volta in veste di G.I.P., una richiesta di misura cautelare nei confronti dei presunti autori di tali reati. Nell'occasione il collega mi disse : "Sai, Felice, se di notte qualcuno entrasse a casa mia, non perderei tempo, prenderei la pistola e gli sparerei direttamente, poi succeda quello che deve succedere, perchè non posso far correre rischi alla mia famiglia". Una simile dichiarazione non me la sarei mai aspettata da quello stesso magistrato che aveva considerato infondata la richiesta della Procura di archiviare la posizione di un poliziotto che era intervenuto in una situazione di adempimento del proprio dovere, quando per lui sarebbe stato sicuramente più comodo fare finta di nulla e cambiare aria.

Ora, vorrei che si provasse, da parte dei magistrati, a ragionare ogni tanto come persone comuni, senza pretese elitarie ogni qualvolta il legislatore interviene, tutto sommato, a tutela di persone deboli. Vorrei che ci fosse un  atteggiamento di maggiore umiltà, se non altro perchè non esistono solo le norme, ma anche la vita reale. I nuovi artt. 52 e 55 c.p. ormai sono stati approvati. Chi vorrà, potrà chiedere l'intervento della Corte costituzionale nel corso di un giudizio. Però rendiamoci conto che se Salvini fa demagogia, non è detto che noi dobbiamo replicare facendo pedagogia. A me i maestri di vita non sono mai piaciuti, nemmeno quando sono magistrati. Anzi, soprattutto quando sono magistrati. Qui siamo di fronte a trasformazioni epocali, non necessariamente in positivo, ma non è che dobbiamo reagire per forza di cose con una mentalità ottocentesca, perchè alla fine saremo noi perdenti, per forza di cose. Insomma, se dobbiamo morire per delle idee, facciamolo pure, ma di morte lenta.

FELICE   PIZZI  ( Giudice del contenzioso del Tribunale di Napoli Nord )

Il 29/03/2019 13:19, rainer13 a libero.it <mailto:rainer13 a libero.it>  ha scritto:

si può ragionare nel merito argomentando e distinguendo... ma sta mail è un arzigogolo embricato degna 

del premio Asimov o Orwell...frank





Il 29 marzo 2019 alle 9.23 Pietro Mondaini  <mailto:pietro.mondaini a giustizia.it> <pietro.mondaini a giustizia.it> ha scritto: 

Penso che questo provvedimento sulla “difesa sempre legittima” sia una sciagura, però bisogna dire che è strana la posizione di MD sul punto. Questo provvedimento riduce la potestà punitiva dello Stato e, come tutti i provvedimenti aventi questo effetto, è in linea con la ideologia del “diritto penale minimo”. Mi pare che sia la prima volta che MD è contraria ad un provvedimento del genere. Di solito saluta benevolmente le varie depenalizzazioni, riduzioni di pena, sentenze della corte cost. che incidono sulla obbligatorietà della recidiva, estensione dei casi di affidamento in prova, etc. Mi chiedo quindi come mai un provvedimento che riduce  l’ambito repressivo dello Stato sia accolto con tutta questa diffidenza. Non vorrei che si trattasse di una discriminazione ideologica su base antropologica, ricordando che, spesso, anche chi commette delitti violenti e/o predatori fa parte della stessa categoria antropologica di chi in casa propria detiene armi ed è pronto ad usarle. 

Piero 

  

Da: Area [mailto:area-bounces a areaperta.it] Per conto di Questione Giustizia
Inviato: giovedì 28 marzo 2019 14:35
A: area a areaperta.it <mailto:area a areaperta.it> 
Oggetto: [Area] QUESTIONE GIUSTIZIA - Legittima difesa: una legge per un Paese più pericoloso 

 

La legge sulla “difesa sempre legittima” è stata approvata oggi dal Senato. Crediamo si tratti di disposizioni idonee a creare ulteriori pericoli per quello stesso bisogno di sicurezza che la nuova legge assume di voler tutelare

http://questionegiustizia.it/articolo/legittima-difesa-una-legge-per-un-paese-piu-pericoloso_28-03-2019.php


  

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