[Area] R: Re: R: Re: Populismo giudiziario e mito del sorteggio
mas.sen a tin.it
mas.sen a tin.it
Ven 14 Giu 2019 12:18:07 CEST
Bene. Prendo atto. Credevo che i magistrati fossero diversi. Che la illiceità delle nomine a pacchetti per spartizione tra le correnti (esclusi i peones non iscritti e/o non raccomandati) fosse facilmente percepibile per difformità palese dai criteri codificati. Perché per un magistrato la capacità di cogliere la differenza tra lecito e illecito è l'abbiccì, senza del quale evidentemente fu sbagliata all'inizio la scelta di questa professione. E pensavo che bastasse chiedere ai nostri rappresentanti di smetterla, una buona volta, con simili "modalità alternative". Pensavo che un magistrato al CSM non avesse tali debiti di riconoscenza da dover consultare soggetti esterni per le nomine che contano. Pensavo che il magistrato è soggetto solo alla legge. Pensavo che la mia proposta di trasmettere in diretta radio tutte le sedute della quinta commissione del CSM (come inspiegabilmente avviene solo per la commissione disciplinare) sarebbe stata accolta da un boato di acclamazione e di consenso.
Meno male che ho già 61 anni e 35+4 di contributi e la pensione all'orizzonte come prossimo traguardo di carriera. Ma alle prossime elezioni interne non voterò. A che pro?
Massimo Sensale
----Messaggio originale----
Da: thorgiov a libero.it
Data: 14-giu-2019 11.45
A: "mas.sen a tin.it"<mas.sen a tin.it>, "Matteo Centini"<matteo.centini a giustizia.it>
Cc: "area a areaperta.it"<area a areaperta.it>
Ogg: Re: [Area] R: Re: Populismo giudiziario e mito del sorteggio
Purtroppo è proprio così : le correnti sono come i partiti. Si
comportano secondo le stesse logiche. Allo stesso modo, i
magistrati sono come gli altri italiani, solo più ammalati di
retorica. Sia chiaro : non sto dicendo che l'attuale sistema sia
lecito. Prendiamo l'esempio delle nomine. Vengono fatte sulla base
della fedeltà, e non delle capacità organizzative, che sono
qualcosa di diverso dalle capacità tecniche individuali. Una
stessa persona può essere un ottimo magistrato ma un pessimo
dirigente, perchè si tratta di ruoli diversi. Questo è
particolarmente evidente nel momento della prima conferma
all'incarico. In teoria esistono i programmi di gestione
dell'arretrato e delle sopravvenienze, che il più delle volte si
risolvono in un elenco di buone intenzioni, di cui notoriamente è
lastricata la via dell'inferno. Ora, almeno in sede di conferma si
dovrebbe verificare se le previsioni di quei programmi sono state
effettivamente rispettate. Ma se venisse effettuata una verifica
in tal senso, quanti direttivi verrebbero confermati ? Quasi
nessuno ! Si tratta, alla fine, di una finzione. Si finge di voler
rispettare determinati obiettivi di produttività, e di solito lo
si fa imponendo di scrivere un determinato numero di sentenze,
perchè è molto facile far lavorare gli altri, soprattutto quando
in passato non si è mai fatto nulla. Si tratta di un gravissimo
errore, perchè, paradossalmente, aumentando il numero di sentenze
aumentano anche gli appetiti di quei ceti che campano sull'aumento
delle controversie. Mi viene in mente il periodo in cui entrò in
vigore la riforma introduttiva della figura del Giudice di Pace.
Inizialmente ci fu un significativo calo delle pendenze. Dopo però
si creò un abnorme mole di processi sopravvenuti, perchè
evidentemente si erano create delle aspettative, cosicchè, alla
fine, l'aumento della produttività si è rivelato un boomerang per
il servizio giustizia. Occorrerebbero, in realtà, dirigenti in
grado di comprendere i veri meccanismi di crescita del contenzioso
e quindi di trovare il modo di interrompere questi circoli
viziosi. Questi dirigenti, in magistratura, purtroppo mancano,
salvo rarissimi casi. Eppure la conferma ormai è diventato un
evento scontato, come è scontato il fatto che, prima della
scadenza degli otto anni, un nuovo posto viene comunque trovato. E
qui diventa necessario, per forza di cose, l'appoggio della
corrente. Perchè una volta ricoperto un incarico di vertice, viene
vissuta come uno smacco personale la mancata conferma. Che senso
ha lanciare continui lamenti contro lo strapotere delle correnti,
per poi rivolgersi a quelle stesse correnti per ricoprire da
qualche parte un posto direttivo ? Poi magari, una volta ottenuto
l'incarico, si impongono ai magistrati dell'ufficio ritmi
forsennati per lo smaltimento del pregresso. E questa imposizione
viene anche da persone che, alla luce delle loro statistiche e
quindi di un dato obiettivo, facilmente verificabile, quando erano
dei semplici peones avevano un rendimento bassissimo.
Lo ribadisco : non si tratta di una situazione senza rimedio. Il
rimedio esiste, e l'ho già indicato, anche se è un rimedio
radicale. Nessuno lo vuole adottare, innanzitutto tra i
magistrati, perchè tutti ( o quasi ) hanno la speranza di
beneficiare dell'attuale sistema. Perchè l'attuale sistema, al di
là delle tante ipocrisie, conviene a tanti. E allora meglio
insistere sul sorteggio, che è lo stesso che dire : tutto deve
cambiare, affinchè alla fine tutto resti come prima.
FELICE PIZZI ( Giudice del contenzioso del Tribunale di Napoli
Nord )
Il 14/06/2019 11:01, mas.sen a tin.it ha
scritto:
Dunque le correnti come i partiti? Dunque è normale e lecito che
le nomine dei posti che contano siano fatte a pacchetti e (non per
merito, ma) per designazione della corrente e con distribuzione
proporzionale? A tacere delle regalie e dei dossieraggi "contro"?
E' questa la sbandierata indipendenza della magistratura? E a me,
che non sono mai stato iscritto ad alcuna corrente (da 35 anni)
chi mi rappresenta? In quale pacchetto, in quale spartizione potrò
mai rientrare? A questo punto, per coerenza, toglietemi anche il
diritto di elettorato attivo. Perché dovrei votare per il CSM?
Massimo Sensale
Corte d'appello di Napoli
----Messaggio originale----
Da: thorgiov a libero.it
Data: 14-giu-2019 10.29
A: "Matteo Centini"<matteo.centini a giustizia.it>,
"mas.sen a tin.it"<mas.sen a tin.it>
Cc: "area a areaperta.it"<area a areaperta.it>
Ogg: Re: [Area] R: Re: Populismo giudiziario e mito del sorteggio
Vorrei fare un parallelo : vi risulta che le leggi le decide
effettivamente il Parlamento ? In realtà deputati e senatori il
più delle volte non sanno neppure che cosa vanno a votare, e si
limitano a seguire le indicazioni dei capigruppo, che a loro
volta recepiscono le direttive delle segreterie dei partiti. I
veri centri decisionali sono altrove. Ora, anche i componenti
togati del CSM sono al loro posto perchè li ha scelti la
corrente, quando ha deciso di candidarli. A loro volta i
componenti laici del CSM devono rispondere al partito politico
che li ha scelti. Ma se anche in questo caso i veri centri
decisionali non si trovano a Palazzo dei Marescialli, è ovvio
che sono altri i luoghi in cui si fanno le scelte che contano.
Palamara ha partecipato alla famosa riunione di cui si discute,
al pari di Cosimo Ferri, non in quanto componente del CSM, visto
che ricopriva tale carica nell'ultima consiliatura e non in
quella attuale, ma in quanto esponente di punta della sua
corrente. A me sembra che tutti quanti stiate scoprendo l'acqua
calda ! Il sorteggio, poi, rischia di diventare l'ennesimo alibi
per non cambiare nulla. I componenti del CSM debbono per forza
di cose essere eletti, perchè così è previsto dalla
Costituzione. Certo, potrebbe essere una elezione di secondo
grado, dopo un primo sorteggio. Ma a quel punto a che scopo
candidarsi, se poi comunque occorre l'appoggio della corrente
per essere eletti ? Io ribadisco la mia proposta. La soluzione
deve essere radicale. Bisogna incidere sulle carriere, nel senso
che bisogna proprio evitare che queste esistano. Occcorre
introdurre la temporaneità assoluta delle funzioni direttive e
semidirettive e l'acquisizione del parere dei componenti
dell'ufficio almeno nel momento della conferma. Perchè oggi le
correnti hanno un peso decisivo sulle carriere. Bisogna dunque
togliere loro l'acqua in cui nuotano. Altrimenti tutto diventa
vuota retorica.
FELICE PIZZI ( Giudice del contenzioso del Tribunale di
Napoli Nord )
Il 13/06/2019 12:55, Matteo Centini
ha scritto:
Beh un remotizzazione pure dalle stanze di un albergo romano non
sarebbe male...
Inviato da iPhone
Il giorno 13 giu 2019, alle ore 12:48, "mas.sen a tin.it"
<mas.sen a tin.it>
ha scritto:
Io introdurrei la trasmissione radio in diretta e
obbligatoria da parte di RadioRadicale o chi per essa di
tutte le sedute (ufficiali) in cui si discute dei posti
direttivi. Noi peones (mai iscritti ad alcuna corrente)
vogliamo sentire che cosa si dicono in quelle sedute i
componenti del CSM. Perché la Commissione disciplinare si e
la Commissione incarichi direttivi no?
Massimo Sensale
Corte d'appello di Napoli
----Messaggio originale----
Da: thorgiov a libero.it
Data: 11-giu-2019 23.21
A: <area a areaperta.it>
Ogg: Re: [Area] Populismo giudiziario e mito del sorteggio
Io insisto su un punto : le correnti sono troppo ben
organizzate e strutturate, per cui anche il sorteggio
avrebbe un effetto limitato. Inoltre, almeno
personalmente, non credo che la sorte sia un buon sistema
di selezione. Rimango dell'opinione che occorra invece
incidere a monte sul carrierismo, introducendo il parere
dei componenti dell'ufficio almeno in occasione della
conferma dei dirigenti nonchè la temporaneità assoluta
della funzioni di vertice. Perchè oggi tutto il potere
delle correnti dipende proprio dalla possibilità di
incidere in modo significativo sulla carriera dei
magistrati. Togliamo loro questo potere, e sarà eliminata
la causa di tante degenerazioni.
FELICE PIZZI ( Giudice del contenzioso del Tribunale di
Napoli Nord )
Il 11/06/2019 19:08, Andrea
Reale ha scritto:
A taluno sembra opinabile il metodo del “sorteggio dei
migliori”.
Certamente
esso recide alla base la possibilità che giungano
al Consiglio Superiore magistrati succubi delle
indicazioni delle segreterie delle correnti , queste
ultime capaci di decidere anche il momento dei
bisogni fisiologici dei componenti togati, al fine
di modificare le maggioranze necessarie per nominare
i direttivi (copyright: A. Robledo).
Davvero trovo
inaccettabile, in un momento come questo, che l'ex
procuratore di Milano, rimasto del tutto silente
davanti alle gravissime accuse rivoltegli dal dott.
Iacona nella puntata del suo Programma "palazzi di
Ingiustizia" del gennaio scorso , che ipotizzavano
forti legami con il potere politico idonei ad
incidere sulla obbligatorietà della azione penale in
certe vicende giudiziarie milanesi, si cimenti nel
tentativo di ostacolare l'unico metodo, che sembra
ormai irreversibile, per recuperare la credibilità
perduta del CSM a causa del correntismo.
Andrea Reale
On Monday, June 10, 2019, 8:27:53 PM UTC,
<ed.brutiliberati a gmail.com> wrote:
-->
In allegato
e di seguito lo schema dell’intervento che
ho svolto l’8 giugno al 2° Congresso di
AreaDG
Edmondo
Bruti Liberati
Allego anche
in PDF l’articolo del prof. Ainis cui faccio
riferimento
DE TE FABULA NARRATUR
Orazio, Satire, I, 1, 69-70
Edmondo Bruti Liberati
Schema dell’intervento
svolto al 2° Congresso Nazionale di Area
Democratica per la Giustizia- Roma 8
giugno 2019 nella tavola rotonda La
giustizia e la crisi della democrazia
rappresentativa
1.Alcuni caratteri
del populismo.
Democrazia diretta
(Nadia Urbinati)
Negazione di qualsiasi
legittimità ai corpi intermedi e
incensamento della democrazia diretta
(Ilvo Diamanti, Marc Lazar).
Svalutazione delle
istituzioni di controllo, dei meccanismi
di bilanciamento dei poteri.
Fastidio per
l’intervento della magistratura quale
limite all’esercizio del potere, ma con
atteggiamenti ambivalenti. In Italia il
“Capitano” Salvini attacca i giudici che
emettono provvedimenti sgraditi e li
invita “a presentarsi alla elezioni”. In
Brasile Bolsonaro esalta l’operazione
anticorruzione “Lava Jato” e nomina
ministro della Giustizia il magistrato
Sergio Moro, che si richiama
esplicitamente a Mani Pulite e Di Pietro.
Antielitismo come
elemento fondante della ideologia
populista, fondata sul culto del capo
(Ilvo Diamanti, Marc Lazar).
Populismo penale.
Crociata contro la criminalità pretesa
dilagante e la corruzione, con
aggravamenti trucolenti delle pene e
affievolimento delle garanzie.
2. Il populismo
giudiziario.
Il populista che è in
noi magistrati.
“Esibiziomismo,
supponenza e settarismo di taluni
magistrati, in particolare Pm”
“Protagonismo nel
dibattito pubblico diretto a promuovere
consenso alle loro inchieste e soprattutto
alle loro persone” ( Ferrajoli 2012)
“La vicenda di Mani
pulite ci insegna anche che una cosa è
l’apprezzamento della opinione pubblica
per la azione dei magistrati e altro è
il tifo da stadio o il sostegno
acritico, che alla giustizia fa ancora
più male, se possibile, degli attacchi
denigratori e delegittimanti. Il
“protagonismo” improprio di taluni
magistrati è la parte negativa della
eredità di Mani pulite. Dal
“protagonismo (necessitato) della
magistratura” sulla corruzione si è
passati al “protagonismo (improprio) di
taluni magistrati “, in particolare Pm.
(E. Bruti Liberati 2018)
Spirito di crociata
contro la criminalità e la corruzione.
Magistratura cavaliere bianco, angelo
vendicatore, unica istituzione sana. Tutto
è corruzione.
A fin di bene,
s’intende, si mettono in tensione le
garanzie processuali in paradossale
egualitarismo verso il basso che assicura
ai soggetti forti lo stesso trattamento
fino ai ieri riservato ai deboli.
Intento moralizzatore
della politica e dell’amministrazione, che
investe sotto il profilo dell’indagine
penale il terreno della discrezionalità
politico ammnistrativa.
“Derive di controllo
panpenalistico sulle prassi politiche “
(C.Visconti 2016)
“Il problema è lo
svuotamento della politica da cui può
derivare la tentazione fallace di una sua
compensazione giudiziaria” (G. Preterossi,
2016)
“ La riduzione dei
problemi di accountability alla sola
dimensione penalistica produce effetti
distorsivi[…] In una sorta di circolo
vizioso , il deficit di etica e di
accountability produce un eccesso di
penale, che ponendosi come unico criterio
di responsabilizzazione tende
ulteriormente a ridurre lo spazio proprio
di autonomo giudizio etico e/o politico”
(D.Pulitanò 2013)
La ostilità verso le
élites e il procedimento di formazione
delle élites .
3. Il mito del
sorteggio
La ostilità verso le
élites e il procedimento di formazione
delle élites ha prodotto il sostegno
alla proposta di sorteggio dei componenti
del Csm e financo la proposta di sorteggio
dei dirigenti degli uffici.
Napoleone diceva che
tutti i soldati di Francia hanno nello
zaino il bastone di Maresciallo, ma poi i
Marescialli li selezionava con cura e
ciascuno lo destinava, non per sorte, al
compito per cui appariva più idoneo. Uno
vale uno. Chiunque può essere Ministro dei
Trasporti: tutti abbiamo preso almeno una
volta un tram, un treno, un nave o un
aereo.
Ma oggi il sorteggio
viene da più parti proposto, con diverse
varianti, come metodo per la selezione dei
componenti togati del Csm. L’idea non è
nuova.
Nel 1971 viene
presentata dall'on.Almirante, nel quadro
di un'aspra campagna dell'Msi contro il
Consiglio in carica, una proposta di legge
costituzionale (Camera n.3568, V
Legislatura) che, muovendo dalla critica
della politicizzazione del Csm, ne propone
una composizione che, contemporaneamente,
accentua il carattere corporativo, con la
riduzione dei membri eletti dal Parlamento
e ne riduce la rappresentatività. Nella
relazione infatti si sottolinea la
opportunità di introdurre nel Csm
"magistrati di nomina non elettiva"
prospettandosi come "soluzione più valida
quella del sorteggio tra alcune categorie
di magistrati".
Sulla proposta dell’on.
Almirante il Csm si esprime in modo
totalmente negativo con il parere del 30
maggio 1972 che costituisce l'occasione
per la riaffermazione del principio di
elettività. Quanto alla riduzione del
numero dei membri laici si segnala il
rischio di trasformazione in un "organo di
casta" e si ribadisce la necessità di una
"saldatura tra le esigenze proprie
dell'amministrazione della giustizia e la
sentita aspirazione ad evitare che la
magistratura operi come un corpo chiuso,
al di fuori di un effettivo controllo
esterno". Ma i lavori parlamentari si
interrompono per lo scioglimento
anticipato delle Camere, e la proposta non
ha seguito. Rimane da sottolineare la
consapevolezza istituzionale dell’on.
Almirante, che ritiene imprescindibile la
modifica costituzionale.
Da ultimo il tema del
sorteggio è stato rilanciato su Repubblica
(8 giugno 2019 p.33) dal professor Michele
Ainis.
Il titolo sembra
perentorio “ Il sorteggio dei migliori”
, ma l’articolo va letto per intero e con
attenzione non solo per l’autorevolezza
dell’autore, ma soprattutto perché il
finale riserva un colpo di scena, che
vanifica il titolo. Dunque sorteggio dei
16 togati componenti togati, ma “Ovviamente
con taluni accorgimenti, con un
sorteggio, per cosi dire, ‘pilotato’”.
Prosegue il prof. Ainis
“Insomma. La platea dei giudici ben si
presta all’uso del sorteggio: è una
comunità di pari, nessuno può sentirsi
scavalcato. Quanto alle modalità
operative, per una volta potremmo
prendere ad esempio l’università. Dove
una legge del 2008 ha debellato
Concorsopoli, stabilendo l’estrazione a
sorte dei commissari di concorso. A due
condizioni, tuttavia: che i professori
presentino la propria condidatura; e che
i candidati superino una “mediana”, per
misurare la bontà dei loro titoli.
Questo modello, tradotto per i giudici,
renderebbe sorteggiabili solo quanti si
distinguono per laboriosità, o magari
per l’indice di decisioni confermate in
appello. Il sorteggio dei migliori” .
Due osservazioni.
a.”Nessuno può
sentirsi scavalcato”. Una
sorprendente concessione al
corporativismo. La selezione di chi deve
comporre l’organo di governo autonomo
della magistratura avrebbe come criterio
di fondo quello di non scontentare nessuno
b. Università.” Dove
una legge del 2008 ha debellato
Concorsopoli, stabilendo l’estrazione a
sorte dei commissari di concorso”.
Forse è un accenno ironico visto che le
cronache dell’ultimo decennio non ci hanno
fatto mancare episodi di “cordate” e di
nepotismo.
Una conclusione.
Il “sorteggio dei
migliori”. Più che opinabili i due
criteri che dovrebbero servire per
selezionare i migliori. Ma soprattutto:
chi seleziona i “migliori”. Una sorta di
navigator? Scelti a loro volta con
sorteggio “non pilotato” o eletti e da chi
e con quale sistema?
Ecco perché era
essenziale non fermarsi al titolo.
L’articolo del prof. Ainis in realtà
fornisce i migliori argomenti contrari al
sorteggio.
Ma se si volesse
andare a fondo perché non proporre di
applicare il metodo del sorteggio, con il
lancio dei dadi, per la decisione delle
controversie, secondo l’illustre
precedente dell’anziano giudice Bridoye
nel Tiers Livre del Pantagruel
di Rabelais?(Vedi B. Cavallone, “Comme
vous autres, messieurs”.(François
Rabelais teorico del processo e del
giudizio), in Rivista di diritto
processuale, anno LXII ( Seconda
serie), n.2, marzo.aprile 2008 p. 433 ss)
4.De te fabula
narratur
Il monito del poeta non
può essere ignorato neppure da quella
parte più avvertita della magistratura
che non cede alle sirene del populismo
giudiziario.
Cito ancora da
Ferrajoli 2012
-consapevolezza del
carattere sempre relativo della verità
processuale
- rispetto dovuto a
tutte le parti in causa, vittime e
imputati, pur se mafiosi, terroristi o
corrotti.(Al riguardo si veda la
circolare del Procuratore di Napoli
Melillo sulle direttive per evitare le
fotografie degli arrestati)
- costume del dubbio,
prudenza nel giudizio
Ed ancora il costume di
sobrietà e riservatezza, che è ancor più
essenziale quando dalla maggioranza di
governo si contesta il fondamento della
indipendenza della magistratura. Al
riguardo una vera e propria “lezione” ci è
stata impartita stamane nell’intervento
della magistrata in tirocinio Valeria
Motta. Il magistrato è un cittadino a
tutto tondo con le sue idee ed ha il
diritto di esprimerle, senza il rischio di
censure disciplinari; ma vi sono dei
limiti di sobrietà e di misura. E deve
prestare particolare attenzione alle
frequentazioni. Non è questione di
apparenza di imparzialità, ma di sostanza.
Il Codice deontologico dell’Anm è più che
mai attuale.
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