[Area] La fortuna e il governo del csm

andreale andreale a yahoo.com
Mar 18 Giu 2019 07:47:12 CEST


Certo. Il proporzionale  puro. Una idea geniale ed originale  per ribadire la forza delle correnti dentro il CSM.Molto meglio il C...., ops la Fortuna.Guardate cosa scrive Claudio Martelli oggi: molto più progressista  persino di un magistrato di Area. Saluti, Andrea Reale http://notizie-veloci.blogspot.com/2019/06/ora-basta-ipocrisie-lo-scandalo-al-csm.html  Roma. “Finalmente è emersa alla luce del sole l’evidenza incontestabile di questa grande stortura che sono le correnti della magistratura”, dice Claudio Martelli, che fu ministro della Giustizia dal 1991 al 1993, gli anni spaventosi di Mani pulite e delle stragi di mafia, gli anni in cui lui – da ministro – costituì la super procura antimafia, quella che esiste ancora oggi. “Fosse stato per il Csm non si sarebbe mai fatta. Ma non solo”, dice Martelli. “Fosse stato per il Csm che lo processò, Giovanni Falcone sarebbe morto dimenticato in qualche landa desolata”. Altro che prestigio del Consiglio superiore della magistratura da difendere o da ripristinare, dice Martelli. “La mia esperienza diretta è che il Consiglio superiore e l’Associazione nazionale sono due organi in cui si è espresso prima il peggiore ideologismo corporativo e poi la più sfrenata clientela di potere. Ricordo bene il 1991. Il Csm seguì a ruota l’Anm che per bocca del suo presidente di allora paragonò la nuova super procura affidata a Falcone a ‘una cupola mafiosa’. Gente che aveva tranquillamente convissuto con la mafia per quarant’anni voleva dare lezioni di coerenza a Falcone. Perché era bravo. Perché era indipendente. Perché era il magistrato più popolare non soltanto in Italia ma forse nel mondo. Quindi era detestato”. E insomma lo scandalo intorno a Luca Palamara non rivela niente di nuovo, dice Martelli. “Ma qualcosa si può fare. Si può sganciare la magistratura dalle logiche di carrierismo lobbistico. Io sono sempre stato favorevole al sorteggio per la scelta dei componenti del Csm”. Claudio Martelli (foto Imagoeconomica)L’Anm ha scoperto all’improvviso che i colleghi eletti nel Csm trattano con i partiti. Nelle assemblee – sabato scorso quella di Unicost – i leader della magistratura organizzata sembrano stupirsi del fatto che gli incarichi nei ministeri, le posizioni fuori ruolo e i passaggi in Parlamento dipendessero da questa per enne trattativa. E tutti, all’improvviso, sembrano anche scoprire l’esistenza di Palamara, già segretario della stessa Anm, oggi diventato radioattivo insieme alla corrente di Magistratura indipendente. “Mi ricordano quelli che nel 1992 in Parlamento scoprirono il finanziamento illecito ai partiti”, dice Martelli. “Il mercimonio c’è sempre stato. Però è andato aggravandosi. La logica di spartizione non era giusta quando era l’effetto di un compromesso politico-ideologico, ed è ancora più squallida oggi che non c’è neanche più questa giustificazione. Anche se da un certo punto di vista la spartizione ideologica era più pericolosa. Il pregiudizio ideologico era infatti incontenibile e dilagava in tutte le scelte e in tutti gli atti della giurisdizione. Era un meccanismo più pulito dalle miserie umane, certo, ma più giacobino. Oggi è un meccanismo lobbistico. Forse più semplice da frenare. E’ puro potere. Carrierismo. Opportunismo”.Ma come se ne esce? “Gli antichi, quando le assemblee diventavano ingovernabili e davano origine a camarille, trovavano la via del sorteggio per sottrarre a logiche di appartenenza organi che dovevano invece tutelare l’interesse collettivo. E poi bisogna anche occuparsi dell’Anm”. In che modo? “Il problema qui non è soltanto Luca Lotti. Il problema sono i magistrati. Il comportamento di Lotti è stato inaccettabile. Tuttavia non è il cuore della materia. Il cuore della materia è il comportamento dei magistrati associati e del Csm. Penso che un ministro della Giustizia che si rispetti dovrebbe intervenire innanzitutto sull’Anm: chiedere chiarimenti. Io Palamara me lo ricordo quando lanciava fulmini e saette contro la politica in favore dell’autonomia della magistratura. Ma questa sacralità dell’autonomia purtroppo si è rivelata troppo spesso un simulacro. E allora ci vuole un cambio drastico delle regole. Bisognerebbe anche rivedere lo statuto dell’Anm. Chiedersi se è vero o no che realizza una lesione dell’indipendenza del singolo magistrato. A me sembra di sì. E non da oggi. E’ abbastanza evidente che l’Anm, all’interno della quale si delineano le elezioni per il Csm, costringe di fatto i magistrati a iscriversi a una corrente. Se vogliono fare carriera e se vogliono sentirsi tutelati, i magistrati sanno di doversi iscrivere. Questo non li rende liberi. E il meccanismo diventa una trappola”. Ma al momento, l’unico effetto provocato dallo scandalo Palamara è che una parte della magistratura organizzata sta radendo al suolo un’altra parte, prendendone il posto. Il presidente dell’Anm, espressione della destra di Mi, si è dimesso, sostituito da un collega della sinistra di Md. E anche nel Csm, per effetto delle dimissioni, la minoranza diventa maggioranza e la maggioranza minoranza. Così nei discorsi pubblici dei togati la linea Inviato da smartphone Samsung Galaxy.
-------- Messaggio originale --------Da: Domenico Gozzo <domenico.gozzo a giustizia.it> Data: 18/06/19  07:24  (GMT+01:00) A: Andrea Reale <andreale a yahoo.com>, area a areaperta.it, nuovarea a nuovarea.it Oggetto: La fortuna e il governo del csm 
Ma ancora qualcuno sostiene che la assoluta casualità della FORTUNA (perché con il sorteggio questo governerebbe..... potremmo solo sperare che la FORTUNA ci dia un buon csm.....) deve prevalere sulla scelta fatta elettoralmente (e si spera consapevolmente)
 da tutti i magistrati? Davvero si pensa che la FORTUNA può decidere meglio di un processo democratico? O è vero, invece, che le leggi elettorali influenzano la qualità del risultato, è indubbiamente questa ultima pessima legge ora in vigore sulle elezioni
 del csm, fatta per “tagliare le unghie” alle correnti, ha finito solo per rafforzare le segreterie delle stesse correnti, con una verticalizzazione anche al loro interno? Mettendo in poche mani “il potere” nelle correnti? 
E allora, cerchiamo di combattere quello che si dice di voler combattere con giudizio, non buttando il bambino (le idee e gli ideali) insieme all’acqua sporca ( le degenerazioni del correntismo). 
Approviamo norme contro il carrierismo spinto, contro la verticalizzazione nelle procure, che produce solo omologazione. Rendiamo la temporaneità degli incarichi effettiva, aggiungendo un periodo di “moratoria” dopo aver fatto il dirigente da qualche parte.....
 che la politica cambi la legge elettorale del csm con un proporzionale puro, l’unico che può garantire la giusta rappresentanza delle idee sulla giustizia dei magistrati al csm, come prevede la costituzione. Il csm non ha bisogno di “governabilità”, non c’è
 alcun motivo di non applicare il proporzionale.
Promuoviamo, insomma, la figura di un magistrato che non pensa alla carriera ma al servizio che rende, e che è sempre uguale a tutti gli altri magistrati, anche i (temporaneamente) capi. Che pensa con la propria testa. Che decide chi vada al csm sulla
 base dell’idea di giustizia che il candidato ha.

Ancora, quanto al csm, recidiamo i collegamenti correnti-eletti. Come fa il Presidente della Repubblica una volta eletto. E mettiamo le candidature indipendenti sullo stesso piano di opportunità delle altre.
Facciamo diventare l’ANM il controllore del csm, in un sistema costituzionalmente orientato di pesi e contrappesi.
Proposte complesse? Beh, il problema è complesso. 
E non può risolversi delegando a governare le nostre vite professionali il C..... scusate! La FORTUNA! 
Nico Gozzo

Inviato da iPad

Il giorno 17 giu 2019, alle ore 11:30, Andrea Reale <andreale a yahoo.com> ha scritto:








Bello l'intervento del Prof. Flick.
La risposta migliore al suo ultimo quesito - altro che strampalata, anzi sempre più convincente- è quella dell'introduzione di un sistema di selezione della componente togata  per sorteggio,eventualmente in forma temperata per evitare obiezioni di tipo
 costituzionale. 
Tanti nostri Colleghi, autorevoli giornalisti e parte del mondo accademico iniziano  a convincersene sempre più.
Speriamo che anche nei palazzi governativi, invece che far prevalere le logiche correntizie dei tanti  magistrati  ivi allocati, prevalgano quelle della onestà intellettuale e della voglia di  sincero cambiamento , volto al superamento della ipocrisia,
 che pervade il secondo e terzo livello descritto dal Prof. Flick  e che ammorba anche  la possibilità di una auspicata autoriforma del CSM.
Andrea Reale





On Monday, June 17, 2019, 9:08:59 AM UTC, Coordinamento AreaDG <coordinamentoarea a gmail.com> wrote:








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Inoltriamo il testo degli interventi di Giovanni Maria Flick e di Gabriella Luccioli al secondo convegno di AreaDG, tenuti lo scorso 8 giugno.
Il Coordinamento nazionale di AreaDG


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