[Area] R: [Mailinglist-anm] Rispetto per i magistrati di Catanzaro

mario meucci mariomeucci a tin.it
Gio 2 Gen 2020 23:54:07 CET


Da ospite di questa mailing list (in quanto non magistrato ma semplice
giurista) esprimo netta condivisione al contenuto della mail del dr. Sicuro.


In quanto ospite mi ero, in precedenza, astenuto dall’esprimere il mio
dissenso  sulle critiche rivolte alle modalità  tramite cui il  dr. Gratteri
ha inteso comunicare  pubblicamente la massiccia e salvifica operazione
antimafia.

Critiche (dirette e indirette) lette, con mia sorpresa, nel comunicato
dell’esecutivo  di MD, nella rubrica Controvento di Questione Giustizia e,
oggi, nello scritto “Come non si comunica” (parimenti ospitato sulla stessa
precitata rivista).

Non essendo addentro alla giurisdizione, non  so  spiegarmi - tra l'altro -
l'opposto consenso espresso invece da Magistratura Indipendente (e non solo
da essa)… evidentemente mi sfuggono le ragioni di questa contrapposizione di
vedute, ma vi assicuro che i cittadini  onesti, cioè la migliore gente
comune, ha attribuito  alla comunicazione  del dr. Gratteri il significato
di una ventata di speranza.

Queste critiche  su “formalismi” afferenti ad una un'operazione di
contrasto, da lungo attesa, alla malavita conclamata, compiuta da
rappresentanti dello Stato con spiegamento di forze e rischio fisico
personale sul campo, sconcertano la gente comune  che oramai, data la
tecnologia avanzata dell’informazione, ne vengono immediatamente a
conoscenza.

Sconcertano giacché hanno il sapore della delegittimazione non velata dai
sapienti “distinguo” dei più o meno abili redattori dei vari documenti,
atteso che, l’opinione che la gente comune si forma, supera i “distinguo” e
va alla sostanza.  E la sostanza  rivela, quantomeno e per essere benevoli,
mancanza di coesione.

 

Mario Meucci – Giuslavorista

 


  _____  

Da: Area [mailto:area-bounces a areaperta.it] Per conto di Maria Beatrice
Zanotti
Inviato: giovedì 2 gennaio 2020 16:40
A: Alfredo Sicuro; mailinglist-anm a associazionemagistrati.com; 'Area';
'Nuovarea'; iscritti a magistraturademocratica.it
Oggetto: Re: [Area] [Mailinglist-anm] Rispetto per i magistrati di Catanzaro



Condivido ogni parola del Collega Alfredo Sicuro.Grazie per la tua chiarezza

Maria Beatrice Zanotti

Procura Verona

  _____  

Da: Alfredo Sicuro <alfredo.sicuro a giustizia.it>
Inviato: giovedì 2 gennaio 2020 08:57
A: mailinglist-anm a associazionemagistrati.com; 'Area'; 'Nuovarea';
iscritti a magistraturademocratica.it
Oggetto: [Mailinglist-anm] Rispetto per i magistrati di Catanzaro 
 

Da iscritto a Magistratura Democratica da quasi trent’anni, da calabrese
residente in Calabria, da magistrato che ha lavorato in Calabria, desidero
manifestare pubblicamente il mio dissenso rispetto al comunicato
dell’esecutivo di M.D. sulle note vicende dell’indagine “Rinascita-Scott” e
a quanto di adesivo è stato successivamente scritto.

Mi sembra assurdo, in primo luogo, che siano state messe sullo stesso piano
questioni palesemente incomparabili che avrebbero meritato, da qualunque
punto di vista si vogliano considerare, ben diverso apprezzamento.

Da una parte c’è un Procuratore della Repubblica che, piaccia o meno, ha
coordinato per anni un’indagine di dimensioni gigantesche e ha ottenuto da
un giudice terzo centinaia di provvedimenti cautelari per reati che, salvo
mettere in discussione l’esistenza della ‘Ndrangheta e la sua capacità
pervasiva e diffusiva anche all’interno delle istituzioni, meritano
certamente di essere perseguiti con la massima durezza.

Dall’altra parte c’è un Procuratore generale che “confessa” di non avere mai
svolto i propri compiti di coordinamento, sostiene di essersene accorto solo
dopo avere letto sui giornali la notizia degli arresti, quindi si vendica
rilasciando un’intervista con la quale si esprime sull’inconsistenza di
un’indagine della quale egli stesso sostiene di non sapere nulla.

Che in questo contesto, anche ammettendo che Gratteri possa essere incorso
in qualche intemperanza verbale, le due posizioni possano essere accomunate
in una generale critica delle modalità di comunicazione dei magistrati in
terra di mafia, non solo è contrario al buon senso, ma finisce per
accreditare l’idea che non conta ciò che fai, basta che tu lo faccia (o non
lo faccia) in maniera educata.

Non riesco poi a comprendere (certamente per miei limiti intellettuali e/o
culturali) cosa abbia detto di così grave Gratteri per far sì che, invece di
essere valutato per il suo lavoro, sia stato violentemente criticato e quasi
fatto passare per un esaltato mentecatto autoinvestitosi di un ruolo
messianico. A tutto vantaggio, evidentemente, di chi ha interesse a
delegittimare l’inchiesta.

Quando mai si è visto un Procuratore della Repubblica che va in una
conferenza stampa e dice ai giornalisti che, sì, ha ottenuto l’arresto di
300 persone, ma queste potrebbero essere innocenti e solo fra cinque o sei
anni ne sapremo qualcosa di più?

Non è normale che, parlando alla stampa dopo un’operazione di questa
portata, chi la ha coordinata esalti il lavoro proprio e quello di tutti
coloro (magistrati, forze di polizia, personale amministrativo) che un tale
risultato (provvisorio ma sempre risultato) hanno reso possibile, magari con
sacrifici e con rischio personale e professionale?

Cosa c’è di sbagliato nel chiamare alle armi la società civile affinché si
riappropri degli spazi che la criminalità organizzata ha invaso e si liberi
dal giogo che fa sì che la Calabria sia una delle zone più povere d’Europa e
agli ultimi posti di tutte le statistiche con la sola eccezione di quelle
dei processi di criminalità organizzata?

Estrapolare quattro frasi a effetto da una conferenza stampa non cambia il
senso ultimo delle esternazioni di Gratteri: “Io sto facendo il mio, gli
altri facciano il resto”.

Agli indagati, a mio parere, è stato mancato di rispetto nel momento in cui
sono stati accusati di gravi reati e arrestati. Ma questo è il nostro lavoro
ed è quello che succede sempre in operazioni di questo tipo. Per quanta
preoccupazione si voglia avere per la reputazione degli arrestati, è fin
troppo ovvio che l’informazione circa l’attività dell’antimafia è essenziale
e ineliminabile perché il contrasto della criminalità organizzata possa
avere una qualche efficacia. Far capire in una terra come la Calabria che lo
Stato è presente, quantomeno nella sua funzione repressiva, è importante
proprio per stimolare la coscienza civile e per indurre i cittadini a
sottrarsi all’assoggettamento omertoso. Ed è quello che Gratteri stava
cercando di fare.

Che tutto ciò abbia un ritorno in termini di “pressione” sulla magistratura
giudicante è tanto ovvio, tanto, ancora una volta, in linea con quel che è
sempre accaduto nei procedimenti di criminalità organizzata e più in
generale nei procedimenti di un certo interesse per l’opinione pubblica. 

Al netto di tutto quel che si è detto e scritto, senza voler drammatizzare
parlando di delegittimazione, di isolamento o di altri simili concetti che
evocano pagine oscure della storia di questo paese, mi pongo in ultimo una
banale domanda. Ma davvero c’è qualcuno che pensa che attaccare “a caldo” la
Procura in questo momento più esposta sul fronte del contrasto alla
criminalità organizzata sia stata una buona idea solo perché il suo capo non
rispetta quelli che secondo noi sono i corretti canoni comunicativi o perché
la sua visione “legge e ordine” sembra non corrispondere al nostro modello
di magistrato progressista?

 
Alfredo Sicuro

 

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