[Area] R: "La magistratura è sana, solo il sei sette per cento dei magistrati è corrotto"

thorgiov thorgiov a libero.it
Gio 13 Feb 2020 18:06:13 CET


Rammento che quando entrai in magistratura i colleghi più anziani mi 
dicevano che l'aumento degli stipendi c'era stato all'inizio degli anni 
'80 del secolo scorso, quale conseguenza delle numerose uccisioni di 
giudici. Il nostro era diventato un mestiere rischioso, e questo aumento 
del rischio richiedeva una compensazione. Un avvocato, all'epoca, mi 
disse che un tempo i magistrati facevano addirittura la fame. Ricordo 
pure che, nel periodo in cui ero studente, le risorse a loro 
disposizione erano di molto inferiori a quelle attuali. Una volta mi 
recai nel palazzo di Castelcapuano, dove erano ubicati tutti gli uffici 
giudiziari di Procura e di Tribunale, e ricordo che in una sola stanza 
lavoravano ben tre pubblici ministeri, in spazi molto angusti. Quando 
iniziai il tirocinio come uditore, la situazione era già cambiata in 
meglio, perchè la Procura aveva a disposizione un palazzo nel Centro 
Direzionale e il Tribunale penale lo stesso. Io credo che Gratteri non 
abbia detto nulla di scandaloso quando ha dichiarato quanto guadagna 
lui. Semmai l'ANM dovrebbe fare delle precisazioni, chiarendo che non 
tutti guadagniamo quella cifra, anche se sarebbe inutile, visto che per 
il popolo noi siamo classe dirigente, e quindi, per definizione, dei 
privilegiati, come i politici in generale. Solo che mentre con il 
politico è possibile avere un contatto diretto per ricevere dei favori, 
per lo più in modo illecito, con il magistrato, almeno di regola, questo 
non avviene. Paradossalmente questo ci rende ancora più impopolari, 
perchè alla gente non interessa affatto avere un ceto dirigente onesto, 
perchè dalla persona onesta non si riceve alcun tornaconto.

FELICE   PIZZI  ( Giudice del contenzioso del Tribunale di Napoli Nord )

Il 13/02/2020 15:46, Dott. Ardigo' Mario ha scritto:
>
> Il rischio è di assimilare la magistratura alla “casta”.
>
> Il collega Gratteri è un alto grado della magistratura ordinaria, non 
> tutti gli altri magistrati hanno il suo stipendio. Circa mille euro di 
> quell’importo, che io ricordi, è poi un’indennità di rischio collegata 
> alla funzione. Alcuni magistrati rischiano di più, come certamente 
> Gratteri,  altri di meno o quasi nulla, come accade a me. O meglio, 
> uno pensa di non rischiare, ma non si può mai dire, come casi del 
> passato hanno purtroppo dimostrato.
>
>  Le indagini antimafia mi sono sempre sembrate quelle più complesse 
> dal punto di vista organizzativo e di tecnica investigativa, proprio 
> perché riguardano associazioni spesso con molti aderenti, 
> fiancheggiatori, favoreggiatori, succubi. E’ come in medicina: un 
> intervento neurochirugico sull’encefalo è enormemente più complesso di 
> una tonsillectomia, ma entrambi sono necessari, sebbene il primo 
> richieda una superspecializzazione e attrezzature disponibili solo nei 
> centri clinici maggiori. Il problema è quando, in zone contaminate 
> dalle organizzazioni mafiose, non vi è chi sia tecnicamente capace di 
> sviluppare indagini in quel campo. Credo che questo fosse il senso 
> delle parole del collega Gratteri, almeno io le ho intese in questo modo.
>
>  Quanto al numero dei colleghi magistrati corrotti, non so su che basi 
> Gratteri abbia fatto quella stima. Io non sono in grado di farla e, 
> quindi, nemmeno di confutare quella di Gratteri. Spero solo che la 
> percentuale sia più bassa. Nella mia vita professionale non ho mai 
> personalmente constatato fatti di corruzione di magistrati, né ne ho 
> avuto evidenza in indagini da me condotte, ma alcuni colleghi che 
> conoscevo sono stati imputati di fatti di corruzione. Meno di dieci in 
> tutto credo. Su centinaia di magistrati che ho conosciuto. Ma 
> quest’esperienza, naturalmente, lascia il tempo che trova, non ha 
> valore statistico. Avrei certamente preferito che Gratteri desse 
> qualche elemento  in più come base della sua stima, o rimandasse 
> quelle sue dichiarazioni sul fenomeno a quando potesse darlo e, 
> innanzi tutto, gli fosse fornito tempo sufficiente per darlo. Ma 
> tant’è. Potrebbe imparare dall’esperienza. In coscienza, ripeterebbe 
> quelle parole?
>
> Certo, mia moglie insegnante a fine carriera prende circa duemila euro 
> al mese. Mia figlia, che l’anno scorso è stata assunta in un ufficio 
> pubblico (non in magistratura), prende più di lei, come esperto 
> giuridico. Io alle soglie della pensione, molto di più. Viviamo bene. 
> Ma rimane l’insoddisfazione di un lavoro che non può essere fatto come 
> si deve, per le ragioni che ogni magistrato sa, come anche al 
> Ministero sanno; ma poi ancora non ci si è riusciti a porvi rimedio. 
> Com’è che ci sono tanti reati prescritti? Il fenomeno mi pare endemico 
> in appello. E’ inutile scontrarsi su prescrizione breve o lunga, 
> bisognerebbe riuscire a ottenere che un processo si concluda con una 
> sentenza nel merito  ben prima dello scadere del termine di 
> prescrizione. Guardate, lo dico per i non addetti ai lavori che 
> leggono, che non si è mai riusciti ad ottenere questo risultato, anche 
> quando c’era la vecchia procedura penale, prima del 1989, e i 
> dibattimenti andavano più veloci. Infatti, circa ogni cinque anni 
> c’era un’amnistia che cancellava i reati meno gravi e un indulto, che 
> impediva l’esecuzione di pene per fatti troppo risalenti. Poi dopo il 
> ’90 nulla più, è cambiata la Costituzione e per approvare l’amnistia 
> ci vuole una maggioranza parlamentare difficile da ottenere, 
> soprattutto in clima di bipolarismo. Quindi arriva, come misura di 
> salvaguardia, la prescrizione, per i reati meno gravi, a parte  certi 
> reati non gravissimi per i quali, per ragioni politiche 
> essenzialmente, si è voluto prolungare, anche molto, il termine di 
> prescrizione. Sotto questo profilo i recidivi reiterati se la passano 
> male. Perché dico “salvaguardia”? Perché, nel diritto e nella 
> psicologia penitenziaria contemporanea la sanzione irrogata per un 
> reato non viene più considerata prevalentemente una “sofferenza”, ma 
> un “trattamento” volto ad ottenere un cambiamento di mentalità del 
> condannato, quella che in Costituzione viene definita “rieducazione”, 
> con un termine un po’ datato ma che rende ancora l’idea. Ma a che 
> serve un trattamento, quando la vita ha fatto il suo corso e uno, per 
> quel processo di biologia e psichismi, è per conto suo cambiato. Ho 63 
> anni, non la penso più come a venti, ma nemmeno come a quaranta. Se 
> dovessi “scontare” una pena grave per fatti commessi a quarant’anni, 
> che rimarrebbe da “rieducare” in me? La vita mi ha (duramente) 
> ammaestrato,  e questa mi pare esperienza comune tra i miei coetanei. 
> Negli Stati Uniti d’America giustiziano condannati anche dopo decenni 
> dalla condanna. Mi pare disumano. Giustiziano persone che non sono le 
> stesse che commisero tanti anni prima certi gravi delitti.
>
>  In un’udienza del mese scorso in cui c’ero anch’io, un signore 
> africano ha detto che non voleva essere rimesso in libertà, come aveva 
> chiesto il suo difensore, perché voleva “pagare”. L’avvocato si è 
> disperato, si è inquietato con il cliente, ha chiesto soccorso alla 
> Corte e a me. In effetti, la pena, e ancor più la carcerazione 
> preventiva, non  è un “debito” che il colpevole ha verso la società. 
> Come farlo capire ai nostri concittadini?  Le riparazioni e i 
> risarcimenti sono altra cosa. Il condannato non ripaga la società con 
> la sua sofferenza. La pena non è una vendetta della società. La 
> sofferenza che c’è nel “trattamento” penitenziario viene inflitta 
> perché non se ne può fare a meno in certi casi, ma si punta ad altro. 
> L’altro giorno Giovanni Bachelet, ora professore come il padre ucciso 
> dalle brigate rosse, ha detto in radio che gli assassini del suo papà 
> sono da anni in libertà e che questo lo considerava la vera vittoria 
> della società, la vittoria dell’umanità sulla violenza bestiale. Così 
> sia.
>
>  Di solito un magistrato prende a cuore queste deficienze del sistema, 
> non si appaga dello stipendio un po’ più alto della media. Ci soffre e 
> si sforza di dare il meglio che può. Non “stacca” mai, come sanno i 
> suoi stretti familiari, il coniuge e i figli. I “fascicoli” debordano 
> negli armadi domestici. Ma il sistema è quello che è  e a certi 
> problemi non si può rimediare solo con l’impegno personale. E’ come 
> con l’organizzazione sanitaria che si basa su una costante revisione 
> delle procedure sulla base dell’esperienza, tanto che questa è 
> divenuta una vera e propria scienza. E’ essenzialmente questo che ci 
> consente di provare a fronteggiare un flagello come un’epidemia virale 
> come quella che si è manifestata a dicembre. Chi potrebbe dire che non 
> vi sono medici, e anche super-medici (per la specializzazione dei 
> quali sono state impegnate tante risorse), corrotti? L’esperienza 
> giudiziaria dimostra che ci sono stati. Ma nel complesso 
> l’organizzazione è valida, tanto che ha portato, nel giro di 
> cinquant’anni, a un significativo aumento della speranza di vita e 
> dell’età media della popolazione. E’ a questo che dovremmo puntare 
> anche nell’organizzazione giudiziaria, ma non lo si fa. Si danno 
> stipendi più alti della media ai magistrati sperando di attirare gente 
> più valida, sottraendola ad altre opportunità di lavoro, sperando poi 
> che con la personale iniziativa rimedi alle carenze strutturali del 
> sistema. Purtroppo questa soluzione non funziona ed  è per questo che 
> poi ci si trova a scontrarsi sulla prescrizione.
>
>  Per concludere, chiediamoci e rispondiamoci onestamente: i magistrati 
> sono buoni comunicatori, nel senso che sappiano orientare i 
> concittadini sui problemi reali della giustizia? Mica tanto, mi pare. 
> Del resto non è per questo che sono stati assunti. Non  è facile 
> essere buoni comunicatori, specie parlando in televisione. Alcuni si 
> bloccano, altri si lasciano troppo portare dall’emotività. La gente 
> che capisce? Mi piaceva lo stile che aveva Giorgio Bocca quando 
> parlava in TV. Parlava poco. Ma era un comunicatore professionale.
>
> Mario Ardigò
>
> *Da:*Area [mailto:area-bounces a areaperta.it] *Per conto di *dott.ssa 
> Marrone Antonella
> *Inviato:* giovedì 13 febbraio 2020 13:01
> *A:* area a areaperta.it
> *Oggetto:* Re: [Area] "La magistratura è sana, solo il sei sette per 
> cento dei magistrati è corrotto"
>
> Concordo assolutamente, io sono rimasta sconcertata.
>
> Aggiungo che ritengo totalmente inopportuno il riferimento agli 
> importi percepiti a titolo di retribuzione.
>
> Mi sembra un’opera di trasparenza che avrebbe potuto ben essere 
> omessa, senza far danni di sorta nemmeno al diritto del cittadino di 
> conoscere (mai negato).
>
> Invece quel dato, inserito in quel contesto, mi pare non faccia che 
> aggravare la percezione di sfascio già abilmente procurata con la 
> parte delle dichiarazioni su cui si concentra il collega Santacatterina.
>
> Un saluto
>
> Antonella Marrone
>
> *From:*Alberto Santacatterina 
> <mailto:alberto.santacatterina a giustizia.it>
>
> *Sent:*Thursday, February 13, 2020 11:14 AM
>
> *To:*area a areaperta.it <mailto:area a areaperta.it>
>
> *Subject:*[Area] "La magistratura è sana, solo il sei sette per cento 
> dei magistrati è corrotto"
>
> Nel corso della trasmissione “/In mezz’ora/” su Raitre alle 14.30 
> dello scorso 9 febbraio il Procuratore della Repubblica di Catanzaro 
> Nicola Gratteri, intervistato da Lucia Annunziata, dopo una serie di 
> affermazioni sulle quali si può concordare o meno (p.e. “"/il giorno 
> in cui mi sono insediato ho detto: "non possiamo continuare con 
> indaginette da dieci, venti persone, perchè altrimenti non cambia 
> nulla, perchè mentre io arresto le venti persone hanno il tempo di 
> rigenerarsi/”, dal che si apprende che le indagini – ed i relativi 
> procedimenti – che vedano coinvolti meno di venti indagati sono 
> ‘/indaginette/’), ha affermato che la corruzione riguarda il “/sei, 
> sette per cento, non di più/” della magistratura italiana.
>
> Se ci fossero dei dubbi questo è il tenore letterale del colloquio con 
> Lucia Annunziata, del resto agevolmente verificabile sul sito della RAI:
>
> A. "/Uno dei casi apertisi con questa inchiesta è anche il ruolo dei 
> magistrati, del ventre molle della magistratura/"
>
> G. "/Guardi, io le posso dire che per quella che è la mia esperienza, 
> intanto i magistrati non vengono da Marte, i magistrati sono il 
> prodotto di questa società, l'abbassamento della morale e dell'etica 
> c'è in tutte le categorie negli ultimi decenni, ma le posso dire che 
> sostanzialmente la struttura della magistratura è sana. Poi è ovvio, 
> un magistrato corrotto fa un botto, fa un rumore, è molto grave e la 
> gente si allontana da noi, perdiamo tanta credibilità/"
>
> A. "/Quanto è esteso il fenomeno della corruzione, se dovesse fare una 
> torta, di quelle... la percentuale, quanto è estesa, che valutazione dà?/"
>
> G. "/Il problema c'è, seriamente c'è, il problema della corruzione 
> c'è.../"
>
> A. "/E se dovesse dare un numero, è il dieci, è il quindici, è il sei?/"
>
> G. "/No, no, meno, meno, possiamo parlare del sei, sette per cento, 
> non di più. Lo so, è grave, è terribile, è inimmaginabile, è 
> impensabile, anche perchè noi guadagniamo bene, cioè noi abbiamo uno 
> stipendio che ci consente di vivere una vita...io guadagno 7200 euro 
> al mese, con 7200 euro al mese si vive bene/"
>
> //
>
> I numeri non sono opinioni. Su circa diecimila magistrati in organico, 
> quindi, nella migliore delle ipotesi secondo Gratteri almeno seicento 
> sono corrotti, pur se, bontà sua, “/sostanzialmente la struttura della 
> magistratura è sana/”. Detto in altri termini, e per rendere l’idea, 
> chiunque di noi presti servizio in un ufficio di almeno diciassette 
> colleghi è matematicamente certo che uno di loro sia corrotto.
>
> Da domenica ad oggi queste dichiarazioni sono cadute nel silenzio più 
> totale, dei colleghi e dell’ANM. Non so se perché nessuno ha dato loro 
> peso o perché tutti le condividono, e non so quale sia l’ipotesi più 
> preoccupante.
>
> Saluti
>
> Alberto Santacatterina
>
> Procura di Lecce
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