[Area] UCPI e protocolli per udienze da remoto

carlocitt a alice.it carlocitt a alice.it
Mar 31 Mar 2020 19:35:45 CEST


 Spiace che il documento odierno (31/3) della Giunta
UCPI, in esito a ripetuta sollecitazione al rigoroso rispetto delle norme di
legge (con argomenti alcuni obiettivamente importanti che meritano riflessione
e potrebbero richiedere un intervento di chiarimento del ‘legislatore
esecutivo’), chiuda invitando alla ‘denuncia’ della eventuale adozione degli
strumenti per il collegamento a distanza (in concreto skyforbusiness e teams)
indicati dal direttore generale competente del Ministero della Giustizia,
sostenendone la contrarietà anche alle stesse norme previste per la fase di
emergenza.

Proprio il comma 12 dell’art. 83 del decreto-legge
18/2020 (cioè la norma specificamente prevista per disciplinare sul punto la
fase di emergenza covid-19) attribuisce a tale funzione l’individuazione delle
modalità dei collegamenti da remoto diversi dal sistema di videoconferenze. E
lo fa consapevolmente, e in realtà inequivocamente, perché, come parrebbe non
noto a chi sollecita la denuncia per contrarietà alle norme e accusa di
‘leggerezza’ che ‘meraviglia’, la maggior parte degli istituti di custodia
circondariale attualmente non sono dotati del sistema che permette la
videoconferenza (esemplificativamente, in Veneto solo Padova Casa di
reclusione). Sicché anche l’indicazione in termini risoluti rigorosi
dell’alternativa soluzione di generale utilizzazione dei soli strumenti di
videoconferenza risulta contributo vano. 

Forse, insieme ci si sarebbe dovuti accorgere per
tempo che, ancora una volta, veniva introdotta una norma (l’art. 146-bis disp.
att. cod. proc. pen.) che presupponeva conseguenti necessarie strumentazioni
diffuse nei luoghi istituzionali di ritenzione, che invece risulterebbero esser
state fornite ai soli istituti dove sono generalmente ristrette le persone
interessate alla particolare tipologia di reati considerata dal comma 1. Ciò,
nonostante la previsione generale di possibile videoconferenza nei casi del
comma 1-quater.

Oggi si cerca così di correre ai ripari, con sistemi
più farraginosi e incerti. Ma l’emergenza sanitaria, che ha sconvolto anche il
mondo della giurisdizione, lo impone. Per questo, la scelta rimane solo quella
di osteggiare tutto e lasciare che altri decidano ovvero favorire proprio quei
protocolli che meritoriamente stanno nascendo in tanti Uffici per cercare,
dall’esperienza della vita giudiziaria quotidiana di ciascuno e comune (di
Avvocatura e Magistratura), di trovare il miglior punto di equilibrio, che
coniughi le esigenze ora primarie della tutela della salute e della vita dei
cittadini coinvolti con i principi processuali essenziali e mai rinunciabili.

Carlo Citterio
-------------- parte successiva --------------
Un allegato HTML è stato rimosso...
URL: <http://mail.areaperta.it/mailman/private/area_areaperta.it/attachments/20200331/6531026c/attachment.html>


Maggiori informazioni sulla lista Area