[Area] Far diventare la crisi un'occasione

Claudio Castelli claudio.castelli a giustizia.it
Mer 15 Apr 2020 17:51:58 CEST


Chi pensa che la fine di questa fase drammatica possa risolversi con un
semplice ritorno alla normalità precedente credo abbia capito ben poco di
quanto è successo e sta succedendo. Finita l’emergenza sanitaria (ed anche
prima della fine), comincerà l’emergenza economica e dovremo ricostruire il
Paese. E dare il nostro contributo in questo senso.

Tornare ad una normalità un po’ ammaccata non solo non sarà possibile, ma, a
mio avviso, neanche auspicabile.

Cerchiamo di cogliere quella che è una crisi drammatica, ma anche una
gigantesca opportunità. Quanto avvenuto ha evidenziato fino in fondo la
nostra arretratezza tecnologica e culturale.

Non si tratta difatti solo di indubbi ritardi nella realizzazione di
programmi e progetti, di cui è facile incolpare oggi il Ministero, ma di un
forte conservatorismo diffuso negli uffici giudiziari e tra gli operatori
del diritto, lo stesso conservatorismo che ha portato molti ad opporsi o a
creare ostacoli al PCT e a non ritenere come passo necessario fondamentale
l’innovazione dei nostri sistemi.

Quanto avvenuto nell’ultimo periodo ha fatto toccare a tutti con mano la
profonda necessità di una modernizzazione che parta dalle esigenze degli
utenti e dei servizi della giustizia: l’applicazione teams con le
possibilità che dà per la realizzazione di udienze da remoto e di camere di
consiglio è solo un piccolo esempio.

Credo sbagliata una diffidenza verso strumenti di questo tipo, che andranno
invece resi quanto più possibile comodi e performanti. 

Si tratta semplicemente di nuovi strumenti che danno più ampie possibilità e
che saranno utilizzabili per certi eventi, senza alcuna indebita
generalizzazione. Quella che ci viene messa a disposizione, in particolare
dalle tecnologie, è una sorta di cassetta degli attrezzi da cui dobbiamo
prendere a seconda delle necessità quelli che meglio rispondono al tipo di
processo, alle sue necessità e alla fase in cui si trova.

E’ anche l’occasione per rendersi conto come la modalità di gestione delle
udienze possa essere diversa e variegata a seconda del tipo di contenzioso e
del tipo di contraddittorio che richiede. Senza con questo rimanere ancorati
ad un modello di udienza generalista, come quello attuale in cui spesso
l’oralità è un mero simulacro e il contraddittorio è del tutto formale.

Per l’appello le modalità dell’udienza virtuale come disegnata dall’art 83
co. 7 lettera h, salvo che in alcune materie (lavoro, famiglia, minori, ma
anche qui nemmeno in tutte le cause), non creano problema alcuno alle parti.
E potremmo pensare a soluzioni diverse, ciascuna che possa attagliarsi alle
esigenze delle diverse tipologie di udienze. La celebrazione delle udienze
da remoto può tranquillamente restare come opportunità a richiesta di parte
(per comodità e per evitare lunghi trasferimenti), ma si potrebbe pensare a
udienze con oralità completa e verbali con file audio video, altre virtuali
ed altre disegnate come quelle attuali.

Nel settore civile è più facile, ma anche nel penale ci sono ampie
possibilità. Del resto, per la fase di appello penale molti di noi pensano
che in via ordinaria, salvo vi sia richiesta di parte, l’udienza potrebbe
essere tranquillamente svolta in forma camerale non partecipata. Rivendicare
la necessità del contraddittorio orale quando in moltissimi casi questo si
risolve nel riportarsi ai motivi di appello da una parte e a chiedere la
conferma della sentenza di primo grado dall’altro, suona quanto mai
ipocrita.

Anzi dovremo prendere insegnamento dalle esperienze che faremo in questo
periodo come esperimenti preziosi per delineare nuovi modelli processuali.

Pensare che sia possibile tornare alla situazione precedente al Coronavirus
(che comunque non era l’età dell’oro) è semplicemente impossibile e dobbiamo
pensare in grande se vogliamo che il futuro che ci aspetta sia
complessivamente migliore.

 

                                                        Claudio Castelli

 

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