[Area] [Mailinglist-anm] Re: AreaDG sulla riduzione del numero dei parlamentari

Valerio Savio valerio.savio1960 a gmail.com
Mar 1 Set 2020 23:55:18 CEST


E' nella pluridecennale migliore storia del nostro associazionismo (per
capirci: di quello che non si occupa di nomine ma di elaborare e proporre
in materia  istituzionale) intervenire nel discorso pubblico quando si
discute di questioni che hanno a che fare non con l'"indirizzo-politico di
maggioranza" ma con l'"indirizzo politico-costituzionale". Intervenire,
quando si parla di Costituzione, e' (ancora) diritto di ogni cittadino, e
(ancora) anche dei magistrati. E' il diritto negato dagli Erdogan, dagli
Orban, e' il diritto negato in Polonia. Poi certo i magistrati devono
intervenire con misura, in modo problematico, non fazioso,  utilizzando
preferibilmente argomenti tecnico-giuridici piuttosto che inerenti
direttamente alla contingente dialettica politico-parlamentare . Direi, a
leggerlo, che e' cio' che fa il documento di Area-Dg, rispetto a questione
che vede il Si ed il No tagliare trasversalmente praticamente tutti i
partiti ( con Area che sceglie oltretutto con il NO posizione per la quale
non puo' certo essere accusata di collateralismo filogovernativo, visto che
sull riforma e' nato il patto di governo Pd-5Stelle). Casomai , puo'
osservarsi che Area non intervenne nel 2016 sulla molto piu' rilevante e
devastante riforma costituzionale di Renzi e sceglie invece di intervenire
oggi su riforma assai meno rilevante di quella di allora, assai piu'
"neutra" negli effetti immediati, e che non per nulla divide anche i
costituzionalisti (fatto che , per quello che vale, personalmente giudico
un grande passo in avanti , per AreaDg, ed il riconoscimento di quello che
fu un errore politico).
Infine: che in Area-Dg,  come ahime' in tutta la Magistratura , ci sia chi
"pensa sempre a cosa fare da grande" e' un fatto certo. Scrivere pero' che
la posizione per il No del documento sia dovuta al desiderio (evidentemente
, si ritiene: dei dirigenti di Area) di voler salvaguardare centinaia di
agognati posti da parlamentare mi sembra francamente cosa invero becera, al
minimo: non degna dell'abituale intelligenza ed arguzia di chi l'ha
scritta. Ma forse, anzi, senza forse , era solo una battuta.
Valerio Savio

Il Mar 1 Set 2020, 21:53 Alessandro Giuseppe Cannevale <
alessandro.Cannevale a giustizia.it> ha scritto:

> Sai, c’è chi pensa sempre a cosa fare da grande. E qualche centinaio dì
> opportunità in più è un peccato lasciarle sfumare
>
> Inviato da iPhone
>
> Il giorno 1 set 2020, alle ore 21:34, Bernadette Nicotra <
> bernadette.nicotra a giustizia.it> ha scritto:
>
> 
>
>
> ------------------------------
> *Cari colleghi di AreaDG,*
> *ma i magistrati non dovrebbero  rimanere estranei alla contesa
> partitica-politica che si sviluppa nei periodi di campagna
> elettorale?  ma  " schierarsi" - pubblicamente perchè  il Vostro
> comunicato  viene  diffuso più o meno  pubblicamente  tanto che, mentre
> scrivo, ne leggo il contenuto come riportato dall'HuffPost on line - in un
> referendum anche se di natura costituzionale, non significa tradire la
> terzietà e confermare così alla politica di essere "politicizzati" ?  ma il
> codice etico dell'anm non ci ricordava forse di evitare qualsiasi
> coinvolgimento nelle vicende della politica? *
> *Buon inizio di settembre a tutti !*
> *Bernadette Nicotra   *
>
>
>
>
>
>
>
> *Da:* Coordinamento AreaDG <coordinamentoarea a gmail.com>
> *Inviato:* martedì 1 settembre 2020 17:44
> *A:* area; <nuovarea a nuovarea.it>; <
> mailinglist-anm a associazionemagistrati.com>
> *Oggetto:* [Mailinglist-anm] AreaDG sulla riduzione del numero dei
> parlamentari
>
>
> <AreaDG.jpg>
>
> *AreaDG sulla riduzione del numero dei parlamentari*
>
> A breve i cittadini italiani saranno chiamati  a pronunciarsi  con
> referendum confermativo sulla legge di revisione costituzionale dal titolo
> :” Modifiche agli artt. 56,57 e 59 della Costituzione in materia di
> riduzione del numero dei parlamentari “. La legge n. 249/2019 prevede un
> drastico taglio, pari a 36,5%, dei componenti  di Camera e Senato, che
> passano  rispettivamente da 630 a 400,  da 315 a 200, fissa a cinque il
> numero dei senatori a vita, riduce da 6 a 4 il numero dei senatori
> eleggibili nella circoscrizione Estero, abbassa a 3 il numero di  minimo di
> senatori assegnato ad ogni regione, con l’eccezione del Molise e Valle
> d’Aosta per le quali il numero minimo di senatori è fissato rispettivamente
> a 2 ed 1,  mentre le province autonome di Trento e Bolzano sono equiparate
> alle regioni e per esse il numero minimo è fissato a 3 per ciascuna
> provincia.  Si tratta di un referendum confermativo per il quale non è
> previsto un quorum: a prescindere dalla partecipazione al voto, se
> dovessero prevalere i “SI” , con le prossime elezioni, le rappresentanze
> parlamentari saranno ridotte di oltre un terzo e ciò  in assenza della
> riforma della legge elettorale.
>
> Secondo i sostenitori della legge, questa dovrebbe portare tre risultati :
> allineare il numero dei nostri rappresentati in Parlamento alle medie degli
> altri Parlamenti,  in particolare di quelli europei, sull’assunto che
> quello italiano sia eccessivo; ridurre i costi della politica e assicurare
> maggiore efficienza al nostro Parlamento.
>
> Ma molti autorevoli costituzionalisti hanno  assunto posizioni fortemente
> critiche, osservando che si  tratta di una riforma che non realizza gli
> obiettivi prefissati e che rischia, invece, di produrre effetti distorsivi
> sulla qualità della nostra democrazia. La riforma, comportando un taglio
> lineare di oltre un terzo dei parlamentari,  non assicura un recupero di
> efficienza del Parlamento,  specie in assenza di riforma dei Regolamenti
> parlamentari e delle procedure di approvazione delle leggi;  determinerà,
> invece, un sensibile rallentamento, se non la paralisi, del lavoro
> parlamentare e delle Commissioni, aggravandone  l’inefficienza.
>
> Quanto ai costi, affrontando il tema senza inseguire le spinte populiste
> dell’antipolitica, si deve riconoscere che la democrazia ha esborsi che
> occorre sostenere per assicurare il funzionamento delle istituzioni
> repubblicane, dalle quali dipende la garanzia delle libertà fondamentali,
> il cui valore non è comparabile con il declamato risparmio. Sul quale,
> peraltro, nessuno è stato in grado, finora, di fornire dati affidabili: i
> sostenitori della legge parlano di un risparmio di 500 milioni a
> legislatura, i detrattori la stimano in cinquantamilioni o poco più.
> Nessuno è in grado di fornire dati certi e verificabili. Quale che  sia
> l’entità del risparmio, esso non inciderà realmente sui costi del
> Parlamento, e quindi sulle uscite dello Stato. Il taglio ridurrà solo le
> indennità di mandato ma non le spese, certo più cospicue, di funzionamento
> delle camere; soprattutto non inciderà sui costi realmente inutili della
> politica, sugli enti superflui, sulle spese fuori controllo, sugli sprechi
> e sui privilegi, sulle pratiche degenerative ed illegali.
>
> Quanto all’allineamento del numero dei nostri parlamentari alle medie di
> quelli europei, le comparazioni hanno dimostrato che l’argomento è
> suggestivo e demagogico; certo è che, invece, se la riforma  andrà a
> regime  l’Italia sarà tra i  paesi europei con il minor numero di
> rappresentanti eletti in Parlamento.
>
> Occorre allora, molto seriamente, domandarsi se un risparmio di spesa
> incerto, e scarsamente incidente sui  costi della politica, costituisca un
> vantaggio tanto significativo da giustificare  gli effetti distorsivi che
> la riforma rischia di determinare sulla  democrazia, sulla rappresentanza
> politica e sul pluralismo. Effetti che rischiano di aggravarsi in assenza
> della riforma della legge elettorale, aumentando la distanza tra la
> politica e i cittadini elettori; perché in presenza  della legge elettorale
> attuale, nelle quale la composizione delle liste è decisa  delle segreterie
> dei partiti, la riduzione del numero degli eleggibili accresce il ruolo di
> queste ultime, che finiranno con l’occupare ogni spazio di rappresentanza,
> e determina una marcata marginalizzazione delle minoranze, se non la loro
> espulsione dal Parlamento.
>
> Né potranno trovare adeguata rappresentanza tutte le differenti realtà
> territoriali del nostro Paese, perché la riforma penalizza i territori più
> fragili che non potranno più portare in Parlamento le loro istanze e
> bisogni, ma anche la ricchezza di idee e visioni che le periferie del
> nostro Paese spesso sono capaci di esprimere. Ciò si inserirebbe in un
> quadro istituzionale che già registra un progressivo e preoccupante
> svilimento del ruolo del Parlamento rispetto al Governo, attuato attraverso
> l’irrigidimento della disciplina di partito, fino alla sostanziale
> imposizione del vincolo di mandato, il costante ricorso alla decretazione
> d’urgenza, alla legge delega ed al voto di fiducia, il sistematico
> accantonamento delle proposte di legge di iniziativa parlamentare per dare
> corso più rapido a quelle governative.
>
> Il risultato sarà un Parlamento meno rappresentativo, meno efficiente,
> meno pluralista, perché privo dei contributi  di tanti territori e delle
> minoranze, e omologato alla direttive del Governo. Un *vulnus* per la
> democrazia rappresentativa voluta dalla Costituzione che rischia di
> aggravare la crisi di credibilità nella quale da tempo versano le
> istituzioni del nostro Parlamento, sempre più distanti  dai cittadini.
> Il Coordinamento nazionale di AreaDG
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