[Area] L'ANM e le accuse di insabbiamento

Stefano Celli stefano.celli a giustizia.it
Gio 15 Apr 2021 12:57:04 CEST


A me pare che l'ultima vicenda di cui si è discusso, collegata (che 
novità!) alle carte perugine e ai traffici poco onorevoli sulle nomine e 
su altre questioni (anche se vedo che le nomine vanno per la maggiore, 
specie per coloro che assumono essere completamente disinteressati), 
riguardi due macroquestioni. Non dico che non ce ne sono altre, ma due 
mi sembrano quelle più rilevanti.

La prima, cui se ne collegano altre, ma il punto è il medesimo: ha 
fatto bene o male Peppe Santalucia a omissare una parte del carteggio? 
il Presidente ANM è il titolare del trattamento dati? se non è lui, chi è?

La seconda: c'è una volontà, una finalità di insabbiamento che ha mosso 
la scelta di apporre degli omissis in alcuni documenti? Insabbiamento è 
una parola "che tira", e anche solo accennarla fa guadagnare attenzione, 
titoli cubitali, interviste scritte e orali.

Sulla prima, pur non essendo un amante degli omissis, dico subito che le 
spiegazioni  date mi convincono: si tratta sicuramente di un 
atteggiamento prudente, ma più che argomentato. Forse è impopolare, o 
impopulista, specie in un momento (che dura da quasi due anni) in cui, 
per motivi comprensibili ai più, il desiderio di rivalsa sembra 
prevalere su quello di giustizia. In molti di noi. Non so se la saggezza 
sia la prudenza più smagliante, ma considero ancora una virtù la 
prudenza. Poi può darsi che la conoscibilità possa essere generale, 
oppure limitata ai membri della Giunta, o del CDC, oppure di tutti i 
soci dell'ANM. Ricordandosi che i diritti dei soci non sono, come tutti 
i diritti, illimitati, e che il Garante ci ha già ricordato (anzi, l'ha 
ricordato al Presidente) i principi che devono caratterizzare il 
trattamento dei dati sensibili; e direi che la comunicazione a una 
cerchia più o meno ampia di soggetti, più o meno qualificata (socio, 
membro del CDC, proboviro, componente GEC) *costituisce* un trattamento.

Mi rendo conto che molto si potrebbe dire, pro e contro, rispetto 
ovviamente le opinioni contrarie, magari potrei anche cambiare idea, e 
del resto lo stesso Santalucia scrive: "*_Non ho la pretesa di essere 
nel giusto_* e pertanto rimetto nuovamente al Collegio dei probiviri la 
richiesta di copia, sollecitando una puntuale indicazione su come il 
Collegio intenda debba essere applicato il criterio dell’oscuramento, 
già evocato, in riferimento agli atti e verbali specificamente oggetto 
della richiesta".

Mi pare un'affermazione assolutamente condivisibile ed è sintomatica di 
una chiara apertura al dialogo e all'ascolto di opinioni dissenzienti.

Proprio questa affermazione si collega con la seconda questione, quella 
del preteso insabbiamento.

Ebbene, anche tralasciando la circostanza che, da quel che so, il 
collegio dei Probiviri marcia a ritmi spediti, ha notificato addebiti 
provvisori, altri ne sta notificando, e neppure sono pochi, mi pare che 
l'accusa sia quantomeno bizzarra.

I due atti che sono stati parzialmente oscurati sono stati, comunque, 
messi a disposizione, e quindi anche il meno avveduto poteva accorgersi 
dell’oscuramento e chiederne conto.

Il Presidente ha anche detto ai richiedenti (sintesi mia) "visto che non 
ci siamo capiti su quel che volete, per evitare fraintendimenti, 
scrivetemi esattamente cosa volete, oppure venite direttamente a Roma a 
vedere gli atti, così potete indicare con precisione gli atti" .

E, scusate se lo riscrivo, Santalucia dice … “ritengo, per le ragioni 
che vi ho detto, di dover procedere all’oscuramento: ma lascio la porta 
aperta, perché _rimetto la questione ai probiviri_”

Che insabbiamento sarebbe questo? Una specie di reato impossibile. 
Peraltro indirizzato non a chi fa indagini e procedimenti (i probiviri) 
ma ai membri del CDC, dopo avergli spiegato che c’è una parte di 
provvedimento che riguarda un magistrato che non è più socio, e non lo è 
da prima che i richiedenti formulassero la loro richiesta di accesso.

Ognuno si farà, sulla prima questione, la sua idea. I Probiviri 
decideranno cosa fare di questi atti.

L’accusa di insabbiare, però, mi pare un maldestro tentativo di 
guadagnare visibilità.

E pur essendo singolare, anzi bizzarra, come ho detto sopra, non per 
questo diventa meno grave. Non fosse altro perché proviene da 
magistrati, non da chi frequenta il servizio di salute mentale a giorni 
alterni.

E mi stupisce un bel po’ l’assordante silenzio (concedetemi la retorica) 
di più degli altri gruppi associativi: non sulla questione di merito (la 
Giunta è stata informata e ha condiviso le scelte del Presidente), ma 
sull'accusa di insabbiamento.

Perché davanti a queste accuse non si può far finta di niente e fare 
finta di non capire che questo è un altro colpo formidabile 
all’associazione, che pur in presenza di defezioni, rappresenta pur 
sempre 9 magistrati su 10 (di più, in realtà).

E, lo dico per completezza, ma ho imparato che non si può dar nulla per 
scontato, neppure si può pensare a un utilizzo strumentale di questa 
infamia (ti difendo se tu …): questa, forse, sarebbe condotta peggiore 
dell’accusa di cui si parla.

stefano celli
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