[Area] IL NUOVO UFFICIO PER IL PROCESSO: UN NUOVO MODO DI LAVORARE NEGLI UFFICI GIUDIZIARI ED UNA SFIDA PER TUTTI

thorgiov thorgiov a libero.it
Lun 28 Giu 2021 20:26:01 CEST


Nel settore civile vi è stata una evidente diminuzione delle pendenze. 
Ciò è dovuto a mio parere a due fattori. Da un lato la soppressione 
delle sezioni distaccate e di alcuni Tribunali, con la sparizione della 
giustizia di prossimità, ha eliminato un grosso incentivo a intentare 
nuove controversie. Dall'altro l'aumento del contributo unificato ha 
costituito una  remora a fare causa, perchè ha introdotto un filtro di 
tipo economico. Poi la migliore organizzazione e l'informatizzazione 
hanno aiutato, ma le vere ragioni dei buoni risultati in materia civile 
sono queste, fuori di ogni retorica.

FELICE  PIZZI  ( Giudice del Tribunale di Napoli )

Il 28/06/2021 19:12, claudio.castelli a giustizia.it ha scritto:
>
> *IL NUOVO UFFICIO PER IL PROCESSO: UN NUOVO MODO DI LAVORARE NEGLI 
> UFFICI GIUDIZIARI ED UNA SFIDA PER TUTTI***
>
> L’Italia con il PNRR si è impegnata a ridurre del 40 % i tempi dei 
> processi civili e del 25 % i tempi dei processi penali.
>
> Lo strumento fondamentale pensato per arrivare a questi risultati è 
> l’Ufficio per il processo per cui verranno assunti 16.000 giovani 
> laureati in due tranche. I primi 8000 dovrebbero arrivare negli uffici 
> giudiziari già all’inizio del prossimo anno.
>
> Ció vuol dire che a breve vedremo arrivare nei nostri uffici decine o 
> centinaia di giovani laureati nell’ambito di una struttura che 
> continuiamo a chiamare Ufficio per il processo, ma che è radicalmente 
> diversa da quella che abbiamo conosciuto e con prospettive molto più 
> ambiziose e concrete delle strutture oggi già esistenti in molti 
> uffici. Questo nuovo ufficio per il processo comporta una rivoluzione 
> culturale delle modalità in cui è stata sinora concepita l’attività 
> giudiziaria. È il passaggio da un lavoro sostanzialmente artigianale 
> ad un’elaborazione “industriale”. Sinora abbiamo concepito il lavoro 
> del magistrato, come una monade isolata che da solo studiava, 
> rifletteva, scriveva.
>
> L’ottica che si realizza con il nuovo ufficio per il processo è di un 
> lavoro di squadra di cui il magistrato è dirigente e parte e che deve 
> contribuire a creare e si deve inserire in una organizzazione più 
> complessa capace di utilizzare al meglio le risorse umane disponibili, 
> di seguire moduli e procedure concordate, di stabilire standard di 
> azione ed elaborazione.
>
> Proprio la necessità di una organizzazione complessiva induce ad 
> uscire da una logica solo individuale di rapporto tra il singolo 
> magistrato e uno o più ausiliari addetti specificamente a lui, 
> cercando invece di individuare le diverse fasi e le diverse attività 
> in cui il team di supporto può intervenire dando tutta la propria 
> elaborazione e collaborazione al magistrato che resta inevitabilmente 
> il terminale ed il perno della struttura.
>
> L’obiettivo deve essere di togliere al magistrato tutte le attività a 
> basso valore aggiunto e/o prodromiche, di ricerca, di 
> sistematizzazione, di stesura materiale che possono essere demandate 
> ad altro personale qualificato. Occorre riservare al magistrato 
> l’attività più complessa e delicata che costituisce il core business 
> della sua professione, ovvero la decisione. Il che comporta anche 
> l’input su tutta l’attività preparatoria necessaria e il riscontro 
> sulla motivazione della stessa. Ciò richiederà anche una specifica 
> formazione sia in primo luogo delle persone che verranno assunte come 
> funzionario addetto all’ufficio per il processo, ma anche del 
> magistrato che, a fronte di una ricchezza che prima non aveva mai 
> potuto sperimentare, dovrà imparare a delegare, a incaricare di 
> specifiche attività, a monitorare, a controllare, senza rinunciare a 
> dare il proprio apporto originale e personale. Modalità di squadra che 
> vanno insegnate e imparate e che possono portare ad una maggiore 
> produttività e ad una maggiore qualità. Produttività e qualità che 
> devono rimanere inscindibilmente legate, evitando il rischio di cadere 
> in un cieco produttivismo che, come l’esperienza ci insegna, 
> rischierebbe di avere un impatto negativo anche sotto profilo 
> meramente quantitativo (per il proliferare delle impugnazioni).
>
> Se organizziamo bene gli uffici sarà possibile lavorare meglio e con 
> più serenità. Occorre quindi aprire subito un percorso condiviso che 
> individui ufficio per ufficio le migliori soluzioni organizzative con 
> flessibilità e capacità di adattarsi alle specificità di ogni realtà.
>
> Abbiamo una gigantesca occasione per ridurre in pochi anni l’arretrato 
> patologico che oggi appesantisce gli uffici (che già oggi nella 
> generalità definiscono più di quanto sopravviene) e per ridurre in 
> modo drastico le disparità territoriali che caratterizzano il nostro 
> sistema (dovute non a differenti produttività, ma alle profonde 
> diversità complessive di contesto ambientale e sociale, all’eccessivo 
> turn over di magistrati, oltre che alle diverse capacità dirigenziali).
>
> Non stiamo parlando di ipotesi irrealistiche. Negli ultimi dieci anni 
> grazie all’informatizzazione, a qualche intervento normativo (ufficio 
> per il processo, mediazione, geografia giudiziaria, deflazione 
> dell’accesso), ma soprattutto ad un’eccezionale impegno di tutti gli 
> operatori del diritto coinvolti, le pendenze del settore civile sono 
> state dimezzate (dalle 5.081.910 cause del 2009 alle 2.806.344 del 2019).
>
> Questo è anche il frutto di un nuovo approccio culturale che ha sempre 
> più visto il fattore organizzativo come centrale. E del resto la 
> riprova è che questi progressi non sono dovuti, se non nell’ultimo 
> periodo, ad un investimento di nuove risorse, in particolare personale 
> giudiziario, negli uffici e che tutte le analisi condotte sul campo 
> dimostrano come non vi sia un rapporto biunivoco tra disponibilità di 
> risorse e performance, come tra carichi di lavoro e performance.
>
> Abbiamo di fronte una grande sfida che possiamo vincere. Poi dovremo 
> anche chiedere un rafforzamento del PNRR ed una concretizzazione delle 
> ipotesi di digitalizzazione nella giustizia. Ma possiamo farlo se 
> cominciamo a sfruttare le occasioni che abbiamo oggi.
>
> Claudio Castelli
>
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