[Area] NOI NON SIAMO COSI'

Antonio Baldassarre antonio.baldassarre a giustizia.it
Mar 19 Apr 2022 09:23:48 CEST


finalmente qualcosa che ci fa respirare

Grazie a Valerio Savio per aver dato voce a quel che ancora anima la maggior parte di noi

Antonio Baldassarre

Napoli

________________________________
Da: Area <area-bounces a areaperta.it> per conto di valerio.savio1960 a gmail.com <valerio.savio1960 a gmail.com>
Inviato: lunedì 18 aprile 2022 23:52
A: ISCRITTI; nuovaarea a nuovaarea.it; mdlazio a magistraturademocratica.it; Area; AREA CASSAZIONE
Oggetto: [Area] NOI NON SIAMO COSI'


NOI NON SIAMO COSI’

Stiamo rialzando la testa. Ma temo che stiamo sbagliando “il messaggio” che mandiamo ai cittadini.
            Sulla riforma stiamo dicendo  cose giuste , ma cucendoci addosso da soli un abitino di “modestia etica” che la stragrande maggioranza dei magistrati non merita .
            ANM , correnti , colleghi del “documento di Busto Arsizio” e del documento “Facciamo presto!” , stanno tutti bene evidenziando i gravi danni che può fare la riforma ordinamentale in itinere. E stanno dando tutti insieme un segnale di grande e rinnovata vitalità dell’associazionismo giudiziario, un segnale di partecipazione diffusa, dagli uffici , e però, saggiamente , nell’alveo dell’ANM, la nostra  Casa Comune, il nostro migliore strumento.
Stiamo denunciando bene i vizi di una riforma allo stesso tempo tanto affrettata ed incolta quanto chiara espressione di una “filosofia” di fondo ben precisa: ridurre la qualità e quindi il ruolo della giurisdizione introducendovi logiche di produttivismo quantitativo, burocratizzando e gerarchizzando  la Magistratura per ridurne la pubblica estimazione e legittimazione e di conseguenza il protagonismo politico-istituzionale . Una “filosofia” da alcune forze politiche lucidamente perseguita ( in una sorta di redde rationem dopo decenni di tentativi andati a vuoto) e da altre subìta in modo culturalmente e politicamente subalterno  ( il che è ancor peggio), a disegnare uno scenario dell’approccio del Parlamento ai problemi della giustizia , a partire dai valori costituzionali, desolante per pochezza e preoccupante per le conseguenze che ne possono derivare.
Bene quindi lo stato di agitazione, il CDC straordinario, l’Assemblea Generale straordinaria, ogni iniziativa utile a informare e  sensibilizzare l’opinione pubblica.
E benvenuta,  e rassicurante, la diffusa reazione dei colleghi soprattutto più giovani, scesi in campo a difesa dell’habitat del loro lavoro.
Ma c’è un grosso errore che stiamo compiendo , nella grande comunicazione. Nel messaggio di fondo , nell’immagine di noi stessi che stiamo veicolando.
Stiamo dicendo , in tutti i documenti, che se passa la riforma , col fascicolo “di performance” scatterà la giurisprudenza difensiva , che i magistrati si chiuderanno a riccio nel carapace del tecnicismo e del conformismo giudiziario, che smetteranno di fare scelte coraggiose, che penseranno solo alla loro carriera e non ai diritti dei cittadini e ad un effettivo controllo di legalità . Si è scritto che i pm faranno solo inchieste per reati di semplice e sicuro accertamento, che i giudici “assumeranno solo decisioni frettolose e tendenzialmente uniformi” , che saranno “costretti” a “prendere la decisione più facile anziché quella più giusta”, nella rincorsa alla produttività.
Stiamo in altri termini dicendo che ci comporteremo appunto da piccoli burocrati attenti al loro particulare. Non da magistrati della Repubblica.
Stiamo passando il messaggio che ( forse ) manterremo il “sapere” e (forse ) il “saper fare” , ma non il “saper essere” del nostro lavoro .
Così stiamo comunicando che abdicheremo al nostro ruolo. Chi per una “vita tranquilla”, chi per qualche “prebenda” o strapuntino più o meno di (a quel punto scarso) prestigio.
Non è ciò che i cittadini vorrebbero sentire da noi.
E mi sento di dire che noi non siamo così .
Noi non saremo “costretti” a nulla , neanche da queste dannose e improvvisate norme.
I cittadini vorrebbero sentir dire pubblicamente da noi , dai loro Giudici, che queste nuove norme , tanto capaci di essere “manifesto” intimidatorio ed annuncio di restaurazione culturale quanto di essere illogiche inapplicabili ed alla fine in grado solo di afflosciarsi su sé stesse ( vedi proprio il “fascicolo di performance”)  , non  saranno in grado di cambiarci. Che noi tanto siamo consapevoli del nostro ruolo e dei nostri doveri, tanto amiamo la libertà intellettuale del nostro lavoro, che continueremo a fare (non certo gli “eroi” ma null’altro che) il nostro dovere: tutelare, manutenere, rilanciare, far evolvere i diritti, risolvere le controversie con onestà intellettuale ed indipendenza di giudizio,  garantire un controllo di legalità efficace e che al contempo avvicini il più possibile un ideale di eguaglianza nelle garanzie per imputati e vittime dei reati: senza badare agli effetti delle decisioni sulle nostre “carriere”. Sine spe nec metu, come da abusata citazione.
Solo sentendosi da noi rassicurare con questo messaggio – io continuo a credere : tuttora aderente alla diffusa cultura e responsabilità professionale della più parte dei magistrati -- i cittadini potranno mantenere o riprendere fiducia in noi. E potranno pensare che la brutta riforma in viaggio non è un problema dei magistrati, ma un problema loro.
Questo messaggio lo dobbiamo veicolare senza “antagonismi” alla “Politica”. I magistrati non possono avere “nemici”, non esiste “la Politica” , e dobbiamo cercare di spiegarci  ovunque. Lo dobbiamo mettere in circolo semplicemente come nostra pubblica promessa di rispetto di noi stessi e del nostro lavoro, e di adesione al modello costituzionale di magistrato.
Se non vogliamo essere trattati da burocrati, iniziamo noi a non pensarci come burocrati.
Piace l’inglese ( fascicolo “di performance”)? Rispondiamo business as usual.
Tristemente e malinconicamente, una parte della Magistratura da anni , seppure con le migliori intenzioni del mondo, ha intrapreso la strada di burocratizzare culturalmente la Magistratura, di pensarla corpo burocratico: è la strada che parte dai “carichi esigibili” e dai suoi numeretti da produttività impiegatizia perfettamente aderenti e culturalmente omogenei alla riforma che ora ci viene propinata , che passa per le proposte di riduzione di tutti gli spazi del governo autonomo e che arriva col sorteggio dei candidati al Consiglio a dire pubblicamente che i magistrati non possono essere lasciati liberi di sceglierseli, per arrivare, nell’apoteosi di questo istinto suicida, all’assunta palingenesi di un CSM finalmente ridotto a mero Consiglio di Amministrazione del Personale, con discrezionalità solo sulle carte da parati di palazzo dei Marescialli.
Invertiamo la rotta, anche tra noi.
Cambiamo registro di comunicazione.
Se penso ai colleghi che incontro tutti i giorni in Tribunale, mi viene da pensare   che nessuno di loro si sentirà “costretto” ad alcunchè. Che si è ancora in tempo a mandare un messaggio forte: “non abdicheremo al nostro ruolo”.
La “modestia etica”  e le mezze maniche da travet non mettiamocele  addosso da soli.
Valerio Savio, giudice del Tribunale Roma


Inviato da Posta<https://eur03.safelinks.protection.outlook.com/?url=https%3A%2F%2Fgo.microsoft.com%2Ffwlink%2F%3FLinkId%3D550986&data=04%7C01%7Cantonio.baldassarre%40giustizia.it%7Cd520a35467474b1f8a3e08da2185da1e%7C792bc8b190884858b8302aad443e9f3f%7C0%7C0%7C637859156038287935%7CUnknown%7CTWFpbGZsb3d8eyJWIjoiMC4wLjAwMDAiLCJQIjoiV2luMzIiLCJBTiI6Ik1haWwiLCJXVCI6Mn0%3D%7C3000&sdata=p%2F883%2FDFAt%2FOBy1XLlGQcXAZ2s61q0R6sBobA6%2FpTBk%3D&reserved=0> per Windows

-------------- parte successiva --------------
Un allegato HTML è stato rimosso...
URL: <http://mail.areaperta.it/pipermail/area_areaperta.it/attachments/20220419/82618c4e/attachment-0001.html>


Maggiori informazioni sulla lista Area