[Area] [Nuovarea] AreaDG - ULTIMO COMMA - Non solo la tecnica forma un buon magistrato - Una breve riflessione su come e cosa studiano i magistrati oggi

Stefano Celli riccelli64 a gmail.com
Mar 4 Apr 2023 14:37:37 CEST


Caro Ciccio,
dopo aver letto il tuo ultimo comma, la prima reazione è stato un totale
consenso (e quindi non ho detto nulla, visto che non abbiamo
nessuna necessità di applausi reciproci, ma, appunto, di ragionare
Poi sono tornato indietro al momento in cui studiavo per lo scritto e poi
per l'orale.
E ho pensato (forse influenzato dal fatto che per l'orale ho studiato sul
Torrente, che difficilmente sarei riuscito a fare qualcosa di più.
Poco male, mi colloco nella mediocritas (almeno spero) per nulla aurea, ci
sarà chi avrà approfondito.
Però, una volta entrato, ho avuto la fortuna di avere ottimi, anzi
eccellenti formatori (magari non tutti, per carità, ma comunque più d'uno),
ho avuto la fortuna di incontrare alcuni colleghi "impegnati" (quasi tutti
di MD, ma sarà stato un caso, anzi, ne ho poi conosciuti altri con idee
diverse, non su tutto, ma su molto, egualmente capaci e stimolanti).
Le riflessioni della scuola di Chicago non le ho conosciute come tali,
perché le ho lette in interventi altrui, soprattutto mi hanno arricchito,
dopo i formatori, i tanti colleghi che ho incontrato nelle sede in cui sono
stato. Qualcuno per la tecnica, qualcuno per lo "sguardo", qualcuno per
entrambi gli aspetti. E poi, soprattutto, la scuola, dove i corsi
(obiettivamente lunghi, rispetto ad ora, sicuramente dispendiosi, però ...)
erano un'occasione non solo di formazione ma anche, forse soprattutto, di
confronto di prassi e di idee, di visioni "sottostanti", più o meno
fondate, più o meno esistenti.
Da questo sguardo retrospettivo non posso che trarre un auspicio, e cioè
che la formazione, specie iniziale, in cui rientra non solo l'attività
della scuola, ma anche quella degli affidatari, sia oggetto di una
riflessione e di una elaborazione culturale, da parte di noi tutti.
Altrimenti resteremo testimoni di un mutamento non voluto, ma comunque, nei
fatti, accettato, come purtroppo è accaduto in altri frangenti.
Un caro saluto
stefano celli


Il giorno lun 3 apr 2023 alle ore 18:51 Coordinamento AreaDG <
coordinamentoarea a gmail.com> ha scritto:

>
> [image: ultimocomma_logo.png]
> Non solo la tecnica forma un buon magistrato
> Una breve riflessione su come e cosa studiano i magistrati oggi
>
> Per “riprendere la mano” in vista del rientro in ruolo e delle prime
> udienze, in questi giorni sto sfogliando uno di quei manuali che si usano
> per la preparazione al concorso. Ricchi, completi, aggiornati, densi di
> precisissimi rimandi e riferimenti preziosissimi, sia di giurisprudenza che
> di dottrina. Ma tecnici, asettici che al loro confronto l’Antolisei
> (L’Antolisei!!!) sembra un trattato di sociologia del diritto.
>
> Consentono – forse – di superare il concorso ma formano ´solo´ tecnici del
> diritto e non giuristi consapevoli del loro ruolo nella società.
>
> Perché fa differenza studiare il contratto sul Sacco o sul Roppo
> oppure solo sul Torrente o sul Gazzoni o sul Trimarchi.
>
> Qualcuno di quelli che si preparano al concorso hanno mai letto di Baratta
> o Pulitanò? Hanno mai sfogliato un testo di criminologia di Ceretti o
> Merzagora? Sanno che non sa di diritto chi non lo intreccia con la
> sociologia, la storia, l’economia? Hanno mai sentito parlare di Michel
> Focault, Erving Goffmann, della scuola di Chicago? Che qualcuno ha
> riflettuto sui rapporti fra la pena e la struttura sociale e qualcun altro
> di come gli istituti di diritto privato sono connessi ad un preciso assetto
> economico?
>
> Per superare il concorso occorre la tecnica.
>
> In fondo basta studiare, studiare bene e tanto. E avere fortuna (io ne
> sono un caso evidente).
>
> E poi? E poi come si riempie il vuoto?  cosa restituisce il senso di
> essere oggi magistrati o comunque giuristi? il carrierismo spinto, figlio
> della frustrazione sociale delle professioni intellettuali?
>
> Serve invece ridare ai magistrati smalto e consapevolezza del ruolo
> istituzionale.
>
> Occorre formare oltre la tecnica.
>
> Questa è la sfida, forse la più difficile per tutti noi.
>
> Formare giuristi consapevoli, sia fra coloro i quali studiano per il
> concorso, sia fra coloro i quali l’hanno già vinto.
>
> Sia chiaro quel che preoccupa non è la sola capacità dello *jus dicere* ma
> la (mancanza di) consapevolezza del ruolo costituzionale e sociale del
> magistrato senza la quale siamo tutti più facile preda del carrierismo,
> della megalomania o del narcisismo.
>
> Il rischio di non studiare altro che il diritto (o di studiare il diritto
> come scienza avulsa dalle altre) è che la vittoria del concorso porti i
> magistrati ad autorappresentarsi come i sacerdoti delle norme, a chiuderli
> nelle loro convinzioni, a non fare crescere la giurisprudenza, a rimanere
> corporazione autoreferenziale.
>
> Proprio quello che non serve al nostro Paese.
>
> *Giovanni Zaccaro*
> *giudice Tribunale di Bari*
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